22. Quando ne varrai la pena

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Giorgia's Pov

Continuando a scambiarci occhiate di tanto in tanto accompagniamo Giulia nella sua stanza per riposare un po' e medicare il più possibile quelle ferite dall'aspetto orribile. L'odore di sangue si sta facendo sempre più intenso e il fatto che io non me ne sia resa conto prima mi stranisce davvero molto; nonostante avessi la testa altrove avrei dovuto prestare più attenzione ad un dettaglio simile.

Dopo aver ripulito anche l'ultima ferita usciamo lentamente dalla stanza di Giulia che ormai si era appisolata stremata dal dolore che sopporta ormai da troppo.
Per tutto il tempo passato in quella stanza non ho fatto altro che rubare sguardi a Francesca cercando di captare il più possibile ogni suo singolo pensiero ma ogni volta che ci provavo riuscivo a vedere solo rimorso e dolore nel modo in cui guardava me e Giulia.
Non riesco più a sopportare la sua presenza senza poterla vivere e la cosa mi sta facendo più male di quanto io ne avessi mai provato prima per qualcuno. Così, senza aspettare al tempo inutile, le afferro il braccio prima che potesse scendere il primo scalino per andare in soggiorno. Senza voltarsi si ferma, rimanendo in silenzio e immobile, come se in lei non ci fossero le forze necessarie per voltarsi verso di me.
"Non riesco più a vivere le giornate senza di te" le dico diretta lasciando che i miei pensieri lasciassero da soli la mia bocca

Rimane ancora in silenzio e io cerco di concentrarmi sul suo respiro che inizia a farsi irregolare dopo aver sentito quelle parole.
"Mi sembra di non poter respirare davvero, senza di te" continuo cercando di smuovere in lei qualcosa

"Penso che entrambe dovremmo fare l'abitudine a questa sensazione d'ora in avanti" risponde finalmente cogliendomi pero' alla sprovvista

Quelle sue parole hanno avuto il potere ti togliere dai miei polmoni tutta l'aria che avevano all'interno lasciandomi senza respiro. Sento un nodo formarsi proprio al centro della mia gola mentre aspetto che mi dica altro ma, senza continuare, si libera lentamente dalla mia presa e continua a scendere le scale rendendo pesante per me il rumore di ogni singolo gradino.
Rimango immobile per qualche secondo cercando di combattere il dolore che provo nel petto senza pero' riuscirci; mi appoggio lentamente alla parete e rabbrividendo a quel tocco freddo scivolo fino a sedermi completamente a terra.
Non credo di poter riuscire a sopportare del dolore per altro tempo e, aggrappandomi a questa consapevolezza, cerco di ingannare la mia mente concentrandomi su altro. Chiudo gli occhi e in un istante mi ritrovo sommersa da odori e rumori a cui prima non prestavo attenzione, ogni singola cosa prende significato e si unisce nella mia mentre ricreando immagini vivide. Riesco a vedere la pancia di Giulia alzarsi ed abbassarsi lentamente dalla stanza accanto e mi rilasso nel seguire il movimento di una foglia che si è appena staccata da un albero solo per toccare un terreno tanto lontano.
Continuo a distrarmi finché uno strano rumore non attira la mia attenzione. Dei passi non troppo lontani si avvicinano al nostro rifugio, così tanto da far si che l'adrenalina si faccia spazio in me facendomi scattare in piedi.
Faccio lentamente qualche scalino per controllare che al piano di sotto non ci sia nessuno, cercando di scovare anche la minima ombra finché non sento una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Con gli artigli già pronti e le zanne bene in vista mi giro di scatto trovando però la faccia di Giulia stanca e allarmata.
"Cosa diavolo ci fai in piedi?" le chiedo sorreggendola appena

"Ho sentito dei rumori provenire da fuori"

"Anche io"

In quell'istante entrambe ci pietrifichiamo sentendo un urlo provenire dal portico, proprio dove stavo cercando di guardare pochi istanti fa. Un urlo che mi fa accapponare a pelle.
Francesca.
In qualche istante ci ritroviamo tutti nel pianerottolo di sotto aspettando ad aprire la porta per evitare di fare il primo passo e di cadere in una trappola quasi scontata per tutti.
Nessun rumore, nessun respiro, solo un odore di sangue che fa accelerare il cuore ad ognuno di noi tanto da farmi rimbombare le orecchie.
"Sento la paura passare da sotto la porta" urla una voce dall'altra parte

Nipote di un AlphaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora