13. Piton POV

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13.

Piton POV

Io non volevo dire quello.

O meglio, non era quello che intendevo.

Ci credo che quel pallone gonfiato di suo marito l'abbia lasciata, con tutta quella determinazione in corpo, lui non avrebbe potuto certo tenerle testa. Lui voleva una vita facile, quindi è stato più semplice cercare qualcuno di più malleabile.

"Era furiosa."

"Grazie per l'ovvietà, Albus."

Metto via il vino rimasto, mi è passata la voglia di bere.

Che fortuna non aver preso da mio padre.

"Devi scusarti."

"Grazie per averlo ricordato."

"Credi che un giorno potrebbe piacerti, Severus?"

"Come, scusa?"

Mi sorride sornione da dentro la tela.

E io mi sento confuso. Non mi è mai passato per la testa niente del genere.

"Non ho tempo per pensare a queste stupidaggini."

"Un giorno potresti."

Già, un giorno potrei...

Ho passato quasi la mia intera esistenza qui dentro, prima a studiare, poi a insegnare mentre mi nascondevo dietro la sottana di Albus, per sfuggire ad Azkaban. Non che mi importasse non finire in prigione per i miei crimini, ma ad Albus servivo. E adesso sono qui a dirigere questo colossale ammasso di mattoni per l'altro vecchio pazzo, che vuole che io gli sforni giovani leve pronte da corrompere. Come ha fatto con me.

Se voglio rifarmi una vita, dovrò scappare via, lontano da tutto questo.

Se sopravvivo.

E conosco solo una persona che è sopravvissuta per davvero a questa guerra.


Risvegliarsi a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora