4. Leanne POV

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4.

Leanne POV

Da qualche parte dovrò pur iniziare.

"Ecco, io... Se le dicessi che cosa accadrà, da qui ai prossimi mesi, so che non mi crederebbe. Se le comunicassi la data della sua morte, so che non mi crederebbe. Però ho queste informazioni, e lei deve averle."

Non c'è tono di sfida nella mia voce, neppure un po', ma voglio sembrare sicura di me. Il preside mi scruta con un sopracciglio alzato, con la sua solita espressione di disgusto nei confronti dell'umanità intera. Adagiato nella sua grande poltrona è altezzoso come un sovrano sul suo trono, le gambe accavallate, i gomiti sui braccioli, il calice in mano.

Lo fisso, non staccando i miei occhi dai suoi.

"Dammi un motivo valido per non farti scortare in infermeria e pregare Madam Pomfrey di non somministrarti qualcosa per i tuoi deliri adolescenziali."

"Non sono cose che si possono dire a voce alta. Mi fido di lei, ma non di chi potrebbe ascoltarci. Lei è un abile Legilimens, perciò la autorizzo ad entrare nei miei ricordi. Può prendersi tutto il tempo di cui necessita, anche perchè sarà difficile districarsi in quasi 40 anni di memorie. Sì, dico bene, 40 anni. Se le avrò fatto perdere tempo sarà premura da parte mia scusarmi, in caso contrario dovrà convenire che ho fatto la scelta migliore se sono venuta a parlare con lei, anziché con dei ragazzini. Certo, avrei potuto parlarne con dei docenti di cui mi fido, la Sprout gode della mia illimitata stima essendo la mia saggia CapoCasa, ma la sua particolare posizione, e non intendo quella di preside, la elegge come unica persona adatta a sapere. Ad ogni modo, lei è un eccellente occlumante, quindi sa come tenere queste informazioni per sé. Come direbbero i babbani, lei ha le spalle grosse ormai."

"Sei arrogante."

"Credo di potermelo permettere. Ora mi metterò comoda, so che le ci vorrà un po', nonostante lei sia molto dotato in questa disciplina. Buona visione."

Mi fissa con la stessa attenzione di un serpente che sta per azzannare un coniglio per cena.

In silenzio si alza, posa il calice e mi si avvicina col suo solito passo elegante. Con velocità e precisione pronuncia il suo incantesimo, puntandomi contro la bacchetta.

Vorrei rilassarmi per consentirgli una visione più agevole dei miei ricordi, ma mi pare una missione impossibile. Fruga avido nella mia mente, lo percepisco chiaramente dentro di me ed è una sensazione per nulla piacevole. La personalità di Piton è fortissima e potente, e nella mia testa capisco benissimo quanto lui sia ingombrante e bramoso.

Dopo un tempo che mi sembra infinito lo sento uscire, violentemente come è penetrato, e la testa mi scoppia come neppure la più violenta delle cefalee può avermi ridotta in passato.

Risvegliarsi a HogwartsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora