Capitolo 4

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Come aveva fatto, solo poche ore prima a pensare che quelle trappole che aveva ai piedi fossero comode?Hermione quasi zoppicò fino ad una poltrona, addossata lungo il muro della parete più libera della sala, abbandonandosi su di essa e sospirando

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Come aveva fatto, solo poche ore prima a pensare che quelle trappole che aveva ai piedi fossero comode?
Hermione quasi zoppicò fino ad una poltrona, addossata lungo il muro della parete più libera della sala, abbandonandosi su di essa e sospirando.
La festa in realtà andava alla grande.
Dopo alcuni iniziali momenti di panico, dovuti alla gente che sciamava all'interno della torre senza remore, a Dean Thomas che era salito sulla stazione cocktail per iniziare a ballarci sopra, a Ginny ed Harry che sembravano sul punto di spogliarsi sulla pista, e a Lavanda e Calì che stavano improvvisando una lettura su una palla di Divinazione in bilico sulla testa di Neville che fungeva da piedistallo, doveva ammettere che si stava divertendo.
La musica rimbombava, amplificata dalle pareti della sala e dal soffitto basso. Aveva ballato per almeno due ore filate, dimenticandosi per una serata dei compiti, dei libri, degli esami, di Ron e di quanto ogni tanto si sentisse sola, di tutto. Aveva semplicemente mosso i fianchi a ritmo di musica, e, complice un Margarita, che Dean aveva insistito a farle assaggiare, si sentiva leggermente euforica e un po' su di giri, ma davvero bene.

Non passarono più di dieci minuti su quella poltrona prima che decidesse di ributtarsi in pista, adocchiando Ginny che si sbracciava per invitarla, ma prima aveva decisamente bisogno di togliersi quei trampoli. Quindi si alzò, guardando con desolazione la sala gremita di gente che ballava che doveva attraversare per arrivare alle scale del suo dormitorio.
Mentre cominciava a sgomitare, una voce la sorprese alle spalle, e per l'ennesima volta quel giorno, si chiese come Draco Malfoy avesse la strana peculiarità di spuntare sempre dietro di lei, e nei momenti più improbabili.

«Granger, la tua andatura è davvero poco aggraziata, te l'hanno mai detto? » fece ironico.
«Perdonami Malfoy, so che anche Zabini ha un'andatura migliore della mia...»
«Questo è innegabile. » l'interruppe il moro, arrivato alla destra di Draco, guardandola come se avesse appena detto una blasfemia. «Per tua informazione Granger, il mio passo è estremamente aggraziato, come il tuo non lo sarà mai. » concluse poi guardandosi le unghia con vanto.

Hermione incrociò lo sguardo di Malfoy, e quello scosse la testa impercettibilmente.
Si, meglio non sparare sulla croce rossa.
«In ogni caso, dato che sono una brava padrona di Casa, permettetemi di farvi strada verso il bar, così bevete qualcosa. Siete da soli? »
Malfoy la guardò, forse leggermente sorpreso da una conversazione così tranquilla, poi scosse la testa, voltandosi a guardare indietro.
«Theo e Pansy erano con noi, Daphne credo sia con la Weasley. »
Hermione annuì, facendo poi un cenno a Malfoy, per spronarlo a seguirla.

I ragazzi, ormai abbondantemente sopra la media alcolica della sua intera vita sgomitavano e la spingevano da tutte le parti. Mentre cercava di scollare due ragazzetti, che di certo non erano invitati in quanto sembravano a malapena tredicenni (come diavolo erano finiti lì?) intenti a succhiarsi la faccia, qualcuno girandosi le piantò un gomito sul fianco sinistro.
Con un gemito di dolore, barcollò sui tacchi e con l'equilibrio più precario che mai, si sentì cadere all'indietro.
Pregò interiormente. Sperava almeno di non cadere sulle scarpe di Zabini.

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