Capitolo 18

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Nella vita aveva avuto diversi tipi di risvegli

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Nella vita aveva avuto diversi tipi di risvegli.

Quando era piccola, la madre la svegliava con dei baci sulla fronte che le lasciavano sempre un po' di rossetto sulla pelle. Il padre invece la tirava giù dal letto per poi darle un bacio sulla guancia, solleticandola con la barba.

Quando ad undici anni era andata ad Hogwarts, si era dovuta abituare, per i sei anni successivi, ai risvegli nel dormitorio delle ragazze di Grifondoro, schiamazzi, cuscini che volavano per la stanza, piccole lotte per accaparrarsi il primo posto in bagno, pantofole sparse per la stanza, libri accatastati sul letto e pergamene accartocciate su cui si addormentava.

Quando poi era scappata con Ron ed Harry, si era dovuta abituare in fretta al pavimento di Grimmauld Place, e poi al sacco a pelo freddo della tenda, nella foresta.

Tornata ad Hogwarts per il settimo anno aveva pensato che non avrebbe più sperimentato risveglio più bello di quello nella sua camera da Caposcuola, nelle coperte rosso oro della sua Casa, nel baldacchino a due piazze, con la visuale degli alberi più alti della foresta dalla finestra.

Il risveglio di quella mattina invece, aveva tutto un altro sapore, ed Hermione realizzò all'istante che sarebbe stato il suo preferito di sempre.

Aprì gli occhi lentamente, cercando di stiracchiarsi piano per non svegliare Draco, che sembrava ancora addormentato, il braccio attorno alla sua vita, le gambe accostate alle sue. Dopo i primi secondi che le servivano per connettere il cervello ogni mattina, realizzò. Aveva dormito da Draco. Nella sua camera. Nel suo letto. Tra le sue braccia.
Le nacque un sorriso involontario sul volto quando vide sotto di sé le lenzuola verdi che urlavano la Casa di appartenenza del ragazzo, pensando che da quel momento in poi non avrebbe più dormito dentro quel letto senza ricordarsi di lei.

Alzò gli occhi a studiare il resto della stanza. Le pareti grigio chiaro non opprimevano l'ambiente, anche grazie alla luce che filtrava dalla finestra, che gettava nella stanza un alone verdino, dovuto alle acque del lago. Due pesanti tende verdi di nessuna utilità contornavano il vetro. La porta sulla parete davanti a lei dava sicuramanente al bagno, e l'arredamento, di mogano scuro, era semplice. Il baldacchino del letto era robusto ma lineare, così come la scrivania, piena di tomi, la maggior parte di Pozioni, e di pergamente vuote. Sulla sedia davanti alla scrivania stava gettata la camicia floscia, mentre il pantalone giaceva più in là, vicino ai suoi vestiti. Arrossì al ricordo di quanto la notte prima fossero stati frettolosi, mentre si tirava le lenzuola più alte sul petto. Un tappeto dello stesso grigio della parete si estendeva dai piedi del letto al centro della stanza. Poco più in là un armadio e uno specchio. Come se non fosse già abbastanza chiara la Casa a cui apparteneva, sull'altra parete erano appese due divise da Quidditch verdi con i ricami d'argento, e la scopa stava su due sostegni d'argento poco più sopra.

Si rigirò nelle sue braccia, facendo attenzione a non svegliarlo, e ridacchiò quando notò che la maggior parte dei capelli gli erano scivolati sugli occhi. Gli scostò un ciuffo, rendendosi vagamente conto che se avesse aperto gli occhi in quel momento le avrebbe trovato stampato in viso il sorriso più ebete di sempre.

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