Capitolo 10

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«Blaise? Non scendi in sala comune? » lo fermò la voce di Theo quando, sulle scale che avevano appena sceso, dopo la riunione, si accinse a svoltare a destra

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«Blaise? Non scendi in sala comune? » lo fermò la voce di Theo quando, sulle scale che avevano appena sceso, dopo la riunione, si accinse a svoltare a destra.

Con un sorriso si volto verso Pansy, Theo e Daphne, fermi sul pianerottolo e voltati verso di lui.
«No Theo. C'è una deliziosa fanciulla che mi attende alla torre di Ravenclaw, e non voglio farla aspettare troppo. » fece ghignando.
Il ragazzo annuì , mentre portava un braccio sulle spalle della fidanzata, mentre a Blaise non sfuggiva il sospiro irritato di Daphne.
«Ma certo, sarà una delle solite ochette che ti porti dietro. » si lasciò sfuggire acidamente, con il bel viso contorto in una smorfia. Dopo un secondo, parve pentita di essersi fatta sfuggire parola.
Blaise alzò educatamente le sopracciglia, atteggiandosi ad un'espressione vagamente stupita, mentre dentro di sé ghignava.
«La cosa ti crea qualche problema? » chiese impassibile. Pansy e Theo tacitamente si stavano allontanando, con un sorrisetto stampato in faccia.
«Non più di quanti problemi crei a te accompagnarti a gente che ha il quoziente intellettivo di uno Schiopodo ed ancora meno fascino. » fece sibilando.
Blaise ghignò «Non mi sembra che questi siano affari che ti riguardano però. O c'è qualcosa di personale che ti tocca, Daphne? » con un passo in avanti le si portò ad un palmo dal naso. Quella impallidì impercettibilmente.
Le ciocche bionde erano raccolte in uno chignon morbido, gli occhi verdi e brillanti privi di trucco, il viso pallido costellato di minuscole lentiggini e le labbra rosee, contratte in una smorfia infastidita, sebbene cercasse di trattenerla. Inutile. Blaise conosceva a menadito ogni espressione di quel viso, così familiare dopo sette anni gomito a gomito nella stessa casa.
Si era innamorato di Daphne quasi per caso, di quella scorza granitica che cercava di esibire con chiunque e che crollava solo quando si trovava con i suoi più intimi amici o quando alzava un po' troppo il gomito. In ogni momento poteva prevederne il comportamento.
Fumava quando era nervosa, e senza rendersene conto si mangiucchiava le labbra fino a farle sanguinare, atteggiando il viso a quella noia affettata, mascherando le sue paure perfettamente, ma le mani le diventavano ghiacciate. Quando era arrabbiata diventava sibilante proprio come una serpe, con gli occhi ridotte a due fessure e il viso più pallido che mai, la voce bassa e strisciante.
Con un gesto secco, infatti, quella fece un passo indietro per allontanarsi.
«Per niente. » fece poi in tono fintamente annoiato. «Vai pure a scoparti quell'idiota se ti pare. »
«Già...credo proprio che lo farò. » fece Blaise con un sorriso fintamente dolce. Poi si girò e le diede le spalle, incamminandosi elegantemente verso Ravenclaw.
«Diffindo! » un fruscio lo raggiunse alla spalle, e meno di un secondo dopo sentì l'aria fresca infilarglisi tra le scapole. Al colmo dell'orrore abbassò lo sguardo sulla sua camicia, ritrovandola orrendamente a brandelli. Con sguardo di fuoco si voltò verso la responsabile. Daphne stava, tutta sghignazzante, ancora con la bacchetta in mano a guardarlo.
«Ops. » fece. «Mi è scappato. »
Blaise si lasciò sfuggire quasi un ruggito mentre quasi si gettava contro di lei, agguantandole la mano che teneva la bacchetta e stringendole il polso
«Si può sapere che razza di problema hai? » le sussurrò rabbioso mentre le arrivava ad un centimetro dalla faccia. Con la mano le torse lievemente il polso facendole cadere di mano la bacchetta mentre lei sussultava spaventata.
Daphne lo guardò livida di rabbia. «Sei tu il mio fottuto problema. » bisbigliò a denti stretti mentre gli dava uno spintone.
Peccato che servisse più di uno spintone per spostare un colosso di un metro e novanta quale era Blaise.
Quello si limitò a ghignare.
«Non mi sembra che siano affari tuoi con chi vado a letto. »
«Non lo sono infatti. E adesso lasciami, o appena mi riprendo la bacchetta giuro che ti trasformo in una biscia. » fece dando uno strattone alla mano che la teneva ferma.
Quello si limitò a ridere «Sono sicuro invece che tu tenga molto in considerazione la cosa...mi pare però che qualche anno fa ci tenessi molto di più a farti portare al ballo da Flint. »
Daphne ebbe un moto di stizza. «E tu invece? Non ero abbastanza per te in confronto a Fleur Delacour o le sue amichette di Beauxbatons? » il tono rancoroso con cui aveva parlato si allentò fino ad un sussurro, finendo la frase.
Blaise stesse un attimo immobile, guardandola con occhi sorpresi, prima di lasciarle lentamente il polso.
Si allontanò di un passo da lei, che subito prese la sua bacchetta da terra, tenendola stretta in mano come se si aspettasse un attacco. Lui estrasse la sua con un gesto fluido, mormorando «Reparo» e gli squarci sulla camicia si richiusero immediatamente.
Guardò ancora la ragazza, che ora se ne stava lì a guardarlo, l'espressione non più strafottente ma quasi ferita.
Sospirò passandosi le mani nei capelli.
«Non me l'avevi mai detto. » mormorò.
Daphne deglutì, fissando lo sguardo a terra, senza rispondergli.
«Non ce n'era bisogno, le tue intenzioni erano abbastanza chiare. »
Blaise scosse la testa. «Tu hai accettato l'invito di Flint, me l'ha detto lui. »
Daphne alzò la testa confusa. «No, non l'ho mai accettato. Gli ho detto che ci avrei pensato, aspettavo che me lo chiedessi tu, e poi sei andato da quella ragazza e...Ma che importa Blaise...» sussurrò poi. «Forse non era destino, e noi funzioniamo benissimo come amici. Non dovremmo andare oltre. » Un secondo, e già stava correndo via per il corridoio.
Blaise rimase a guardarla attonito per qualche secondo. Poi, pregando di non rovinarsi le scarpe si mise a correre per raggiungerla. La raggiunge solo alla fine del corridoio e senza tanti complimenti la spinse al muro, incollando le labbra alle sue.
Il mugolio di protesta di Daphne venne soffocato dalla sua lingua che chiedeva prepotentemente accesso alla sua bocca. Portò una mano a cingerle la vita sottile ed affondò l'altra nei suoi capelli serici, baciandola con urgenza e rancore.
Bacio dopo bacio, il corpo della ragazza si afflosciò contro il suo, le sue mani gelide gli si allacciarono al collo scostando la camicia perfettamente liscia, di cui lui non si curò neanche un istante.

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