~Stadio sotterraneo~

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«Chi cazzo siete!» sbottò Yoongi aumentando notevolmente la pressione sulla pistola e spingendo il mio corpo dietro il suo. Ovviamente non mi tirai indietro e anche se da una distanza più ampia alzai nuovamente la pistola.

«Oh, cristo santo, ma siete usciti di senno!?» Il primo ragazzo presene davanti al turchese si tolse la maschera rivelando ai nostri occhi i dolci lineamenti di Namjoon. Immediatamente tirai un sospiro di sollievo e abbassai l'arma.
Il resto di loro, o meglio dei BTS, si tolse le maschere rivelando le loro identità a noi più che conosciute.

«Brutti idioti del cazzo, mi avete fatto perdere dieci anni di vita» Esclamò Yoongi dopo aver posato la pistola elettrica nella sua cintura. I ragazzi tirarono anch'essi un sospiro di sollievo mentre io non riuscii a non fare a meno di ridacchiare.
La scena anche se avvenuta in un momento insolito si potè definire davvero comica.

«Tu non ridere, ci hai puntato una pistola contro!» questa volta ad intervenire fu Jimin, e la sua espressione scioccata non fece altro che aumentare il volume della mia risata.

«Che cazzo vi siete messi?» ridacchiai indicando i loro ridicoli costumi da "rapinatori fuori mestiere".
Loro però sembrarono non prenderla bene, o meglio uno di loro si offese pesantemente per questo mio commento a parer suo irrispettoso.

«Che insolente! Come ti permetti ad insultare indirettamente i miei outfit d'azione» i capelli color marroncino di Taehyung spuntarono all'improvviso davanti al mio viso. Ovviamente notando la sua espressione indignata ed offesa non feci altro che sghignazzarci su, rendendolo ancora più suscettibile.
In Corea portare rispetto ai ragazzi d'età maggiore era una priorità importante e naturalmente inviolabile. Ma avendo a che fare con una donna con questo carattere forte e rispettabile le regole potevano anche andare a farsi fottere.

«Smettetela, vi ricordò che abbiamo una bambina da trovare e se non ci muoviamo i costumi del cazzo che avete indossato ve li ritrovate su per il culo» Spalancai le labbra nel sentire le parole dirette di Yoongi, da quando Jiu era entrata in famiglia nessuno più osava dire una parole volgari o parolacce, e sentirle dopo tanto tempo non fu indifferente.

«Hai ragione, muoviamoci, abbiamo un ultima stanza da controllare» confermai facendomi spazio tra i corpi dei ragazzi per raggiungere nuovamente il corridoio.
Ora con loro al nostro fianco non potetti negare di essere più tranquilla dato che essendo aumentati di numero avevamo più possibilità di vittoria se mai ci fosse stato uno scontro.
L'ultima stanza non si rivelò molto diversa dalle altre, anzi quest'ultima era del tutto identica alla prima in cui entrammo, l'unica cosa che la distingueva era un grande letto matrimoniale.
Al contrario delle altre camere però questa non sembrava prevedere disegni o indizi che si ricollegassero al rapimento di nostra figlia.
Perciò mi bloccai, avevamo finito le tracce.

«Ed ora?» Chiesi a Yoongi nella speranza che lui avesse qualche idea, ma ahimè mi sbagliavo. Il turchese era privo di pensieri proprio come me, al contrario di noi due però Jin sembrò notare un piccolo particolare sporgente da sotto il materasso.

«C'è un filo...» sussurrò quest'ultimo afferrando immediatamente l'estremità e arrotolandolo velocemente. Il pezzo di cotone era talmente sottile che sembrava essere quasi una parte del pavimento perciò fu difficile per chi, come me, fosse talmente impulsivo da non riflettete attentamente sul da farsi.
Jin avvolse tutto il filo fin quando l'impalcatura del letto gli rese le cose impossibili.

«Chi mi aiuta a ribaltare questo rottame?» Feci vagare attentamente lo sguardo tra i membri del gruppo notando immediatamente che Jimin e Jungkook fossero già alle estremità dell'oggetto per poterlo ribaltare. Fare ciò non fu affatto complesso, anzi, se non ci fosse stato un grande rumore simile all'esplosione di una bimba su poté definire quasi un gioco da ragazzi

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