«Jiu attenta!» Un rumore assordante si espanse tra le mura del nostro appartamento e uno devi vasi posizionati sulle mensole del salone si schiantò sul pavimento.
Erano le nove del mattino e mentre tutti i ragazzi dormivano beatamente nelle loro stanze le uniche ragazze della casa avevano appena rotto un dannatissimo vaso di ceramica.«Scusa Eomma» Sussurrò mia figlia abbassando lo sguardo verso i suoi piccoli piedini scalzi. Fortunatamente i cocci della ceramica rotta non avevano neanche minimamente sfiorato la sua delicata pelle nuda, ma avevano colpito soprattutto la mia.
Il dolore era allucinante, ma cercai di non darlo assolutamente a vedere per paura che sarebbe scoppiata in lacrime. Dopotutto non era stata colpa sua, io le avevo chiesto di prendere un oggetto della cucina situato vicino quel vaso.«Che cazzo è successo!?» Tutti i ragazzi escluso Jimin e Jungkook erano entrati in salotto, molto probabilmente svegliati dal forte rumore.
Io fulminai con lo sguardo Yoongi a causa della sua volgarità, ma lui non mi degnò neanche di uno sguardo.«Appa, la mamma sta sanguinando» Il piccolo dito di Jiu puntò il mio piede sanguinante e alcune lacrime le caddero dagli occhi. Velocemente mi affrettai a raggiungere la mia piccolina per prenderla tra le braccia e tranquillizzarla.
«Lo vedo. Namjoon, sei l'unico con le ciabatte, potresti eliminare i pezzi con la scopa per favore?» Il minore annuì e in fretta e furia fece come richiesto eliminando tutti i vari cocci presenti sul pavimento.
Il mio ragazzo si affrettò a raggiungermi in modo tale da prendere Jiu con lui e spostarla in un luogo dove la ceramica rotta non sarebbe potuta arrivare, nonché sul divano del salone. Velocemente le accese la televisione, le passò il telecomando e la intimidì di rimanere immobile lì sopra. Ovviamente la minore ascoltò.Dopo aver fatto ciò ritornò da me e mi condusse nel bagno dell'appartamento per disinfettare le varie ferite, cosa che io odiavo da morire, perciò mi opposi.
«Non ti avvicinare» gli puntai in dito contro e appiccicai la mia schiena alle piastrelle fredde del bagno. Nessun disinfettante avrebbe mai toccato la mia pelle.
Yoongi alzò gli occhi al cielo «Mi ero completamente dimenticato di questa tua fobia del disinfettate» Esclamò alludendo ad uno dei nostri primi incontri. Esattamente quando la mia prima notte al college tutti i ragazzi videro i miei polsi sfregiati dal ferro delle manette.
«Non ho paura di quel oggettino» Ribattei difendendomi al meglio delle mie capacità.
«No certo che no» sospirò il maggiore «Avvicinati allora, oppure ti lego i polsi al muro con la cinta del mio accappatoio» Inarcai un sopracciglio a mo di sfida e incrociai le braccia indignata. Non avrebbe osato.
«Cosa aspetti tesoro?» Sorrisi strafottente sapendo che anche se avesse voluto incastrarmi con la sua forza non avrebbe potuto dato che quest'ultima non era carica al cento percento dato che Yoongi si era alzato da pochi minuti. E nessuno era mai al massimo delle sue forze appena sveglio.
«Perché mi costringi sempre a fare la parte del cattivo...» sbuffò afferrando con velocità la sua cinta dell'accappatoio. Oh dannazione, quindi stava dicendo sul serio.
Mi agitai leggermente facendo vagare lo sguardo per la stanza in modo tale da controllare se ci fossero oggetti che giovavano a mio vantaggio. Ma nulla di simile a parte la boccetta bianca del bagnoschiuma.
La quale afferrai nonostante sapessi non fosse qualcosa di molto utile.«Barbie sei davvero sicura di non voler venire qui da me con le buone? Hai solo il bagnoschiuma per difenderti, mentre io una cinta per attaccarti.» Esclamò Yoongi dandomi ancora una volta la possibilità di scegliere, e anche se per un momento pensai di andare da lui con le buone, la mia parte testarda prevalse e non mossi un muscolo del mio corpo. Anzi mi alienai ancora di più verso la parete.
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•~The "college" of Seul~•
Fanfiction[SEQUEL] Iseul dopo aver avuto la possibilità di realizzare il proprio sogno da imminente Idol si ritrovò ad affrontare il tanto temuto quanto amato successo mondiale. Scoprendo immediatamente che oltre a renderla felice divenne la causa di moltepli...