Capitolo 22

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PUNTO DI VISTA DI DEMI

Sapere che Dallas era incinta mi aveva letteralmente scioccata. Avevo sempre visto mia sorella come un'eterna bambina e pensare che in pochi mesi sarebbe diventata mamma era a dir poco scioccante. Decisi di aiutarla. Erano anni che non entravo in casa dei miei genitori ma non potevo lasciare mia sorella in balía loro, avevo già provato la loro ira quando avevo detto loro di essere lesbica e non volevo che mia sorella subisse lo stesso trattamento. 

-Dallas ci vediamo tra mezz'ora sotto casa loro. Non tardare.- Mezz'ora dopo Dallas, stranamente puntuale, era sotto casa dei miei genitori. 

-Non essere così tesa, saranno presi ad insultare me per capire quello che succede a te.- le dissi sorridendo ma anche lei come me era tesa. Suonai il campanello e sentii l'agitazione aumentare. Fu mio padre ad aprire la porta. 

-Cosa ci fai qua?- chiese scortesemente come sempre.

-Sono felice anche io di vederti come stai papà?- dissi sorridendo ed entrai, mia madre come sempre era seduta in cucina.

-Buongiorno.- dissi senza guardarla, era lei il vero problema, se mio padre fosse stato da solo non mi avrebbe mai reagito cosi male cacciandomi di casa, ma mia madre lo comandava a bacchetta. Era lei che decideva come andavano le cose in famiglia e se io non le piacevo perché ero lesbica automaticamente non piacevo più a mio padre. Mi voltai e vidi Dallas seduta sul divano che stava fissando il vuoto. Aveva più paura di quanta volesse ammettere. 

-Che ci fai qua?- Mi chiese mia madre.

-Sono venuta a trovarvi.- risposi freddamente e percepii che l'aria si stava scaldando.

-Dopo due anni?- continuó lei.

-Si.- dissi solamente anche perché non ero stata io a voler venire ma non potevo dirglielo.

-Hai ancora quella tendenza...?- chiese piano mio padre.

-Non è una tendenza. Sono lesbica. Tu sei etero io sono lesbica. Tanto difficile da capire?- stavo provando a non arrabbiarmi ma con loro era difficile. 

-Non alzare la voce con tuo padre Demetria.- odiavo il mio nome completo, pronunciato da lei poi mi faceva proprio schifo.

-Non chiamarmi Demetria.- urlai.

 -È il tuo nome Demetria dove sta il problema?- mi chiese lei.

-Voi siete il problema.- stavo iniziando ad incazzarmi sul serio.

-Non ti permettere...- iniziò mio padre ma lo bloccai subito.

-Non mi devo permettere? Sono due anni che non entro in questa casa e l'unica cosa che mi avete chiesto è se sono ancora lesbica vi sembra normale?.- Urlai ancora più forte.

-Sei venuta a dirci che ti sposi con qualcuno che soddisfa le tue perverse pulsioni sessuali?- non riuscivo a credere a quello che aveva appena detto.

-No sono venuta a dirti che tua figlia è incinta.- sbottai, la rabbia si era completamente impadronita di me ma lo sguardo di Dallas diceva tutto. Era ferita e preoccupata ed era tutta colpa mia. 

-Tu cosa????- Urlò mio padre rivolgendosi verso Dallas.

-S....si.- rispose lei semplicemente.

-Bravo, una lesbica e una troia hai fatto proprio un bel lavoro come padre.- mia madre era completamente fuori con la testa.

-Il tuo unico problema adesso è di giudicare lui invece di prenderti cura di tua figlia??? Ma che madre sei?- Stavo urlando da quando ero arrivata ormai e non c'è la facevo più.

Can you be my nightingale?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora