28|Jimin e Yoongi

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Quattro anni prima...

JIMIN

«Non sai neanche tenerti stretto i clienti!»
Una mano colpisce il mio viso, ancora.
Stringo le labbra, con gli occhi lucidi.
«Ricordati cosa sei, troietta.»

Deglutisco, guardando l'uomo che tiene gli occhi su di me in modo freddo.
Prende il mio viso con una mano, stringendo le mie guance.

«Ti faccio mangiare, ricordatelo. Ti ho preso qui solo per il tuo bel faccino, chiaro? Ora tu troverai un cliente che sia disposto a pagare profumatamente, mi sono spiegato?»

Sento le lacrime scorrere lungo le mie guance, mentre annuisco.
«Sei solo un oggetto, ragazzino.»
«S-si.» Balbetto, con un filo di voce.

Mi lascia andare. Cammino verso la sala, tremando.
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Singhiozzo tra le coperte, stringendole con le mani.
Guardo la scrivania, dove ci sono le monete.

I miei genitori sono morti tre anni fa, quando avevo tredici anni.
Da quel momento, dovevo sbrigarmela da solo.
Sono scappato da quel villagio, ritrovandomi nel territorio dei marchesi Jeon.

Per vivere avevo bisogno di soldi, ma nessuno era disposto a darmi un lavoro se non lui.

Il signor Min.

Sono diventato un prostituto. L'unico modo che avevo per vivere era quello di vendere il mio corpo, non volevo morire di fame e così sono andato a letto con un uomo.
Mi ha strappato la verginità e mi ha pagato.

Mi sono potuto permettere un pasto caldo, il mio stomaco dopo non gorgogliava più.
Così, ho iniziato ad avere clienti.

Ma mi sento sporco. Non voglio farlo, ma se smettessi morire di fame ed io non voglio morire.
Vorrei scappare lontano da qui.

Vorrei innamorarmi, ma per me è impossibile.
Sono solo una puttana.
Mi alzo, infilandomi i vestiti ed a fatica cammino fuori dalla stanza dopo aver preso i soldi.

Scendo le scale zoppicando.
Il signor Min, viene verso di me appena mi vede.
«Fammi vedere.» Stende la mano ed io titubante gli do il sacchetto con le monete.

Lo apre.
«Dieci monete d'oro. Era uno ricco.»
«Tieni.» Mi da due monete ed io sgrano gli occhi.
«Solo questi?» Chiedo. Mi da uno schiaffo sulla guancia.

Lo guardo sorpreso, accarezzandomi il punto colpito.
«Rimani al tuo posto, puttanella.»
«Sono i miei soldi! Li ho guadagnati io!»

Sento un colpo di tosse dietro di noi, così ci giriamo tutti e due.
Un ragazzo è in piedi davanti a noi, con le braccia incrociate al petto.

«Yoongi!» Esclama l'uomo, abbracciando il ragazzo.
«Padre.» Dice.

Lo guardo attentamente, perdendomi ad osservarlo.
Appena i suoi occhi si posano su di me, distolgo lo sguardo.

«Tu.» Il signor Min, mi chiama.
«Scendi in orario stasera e ricordati chi ti fa vivere.»
Sobbalzo, annuendo.

Lui e suo figlio, vanno verso la cucina. Torno di sopra, per dormire almeno due ore prima dell'apertura.
Chiudo la porta della mia stanza e mi stendo sul letto.
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𝓣𝓱𝓮 𝓢𝓹𝓪𝓻𝓻𝓸𝔀𝓱𝓪𝔀𝓴 𝓪𝓷𝓭 𝓣𝓱𝓮 𝓝𝓲𝓰𝓱𝓽𝓲𝓷𝓰𝓪𝓵𝓮|| TaekookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora