Incanto Fidelius.

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Severus Piton stava camminando nelle buie vie di non sapeva dove.

Si era smaterializzato non appena aveva sentito le prime voci accorrere alla casa dei Potter, l'unico suo pensiero era Lily e il giardino in cui si erano incontrati per la prima volta.

Il giovane aveva stretto fra le braccia il giglio priva di vita, aveva pianto lacrime di rugiada che si erano posate sui petali appassiti, candidi e gelidi.
Lo stesso freddo pungente lo sentiva nelle ossa, nel cuore e no, non era colpa della neve che leggiadra ricopriva tutto con un manto di serenità apparente.

Se lei era morta, era anche a causa sua. Lui aveva rivelato a Voldemort la profezia, lui desiderava essere considerato da qualcuno almeno una volta nella propria vita, ma Piton non aveva fatto i conti col vero male a cui si era affidato.

Era così orgoglioso di ricevere quel briciolo di stima che il Signore Oscuro offriva solo a lui, nessun altro era stato capace di fornirgli le informazioni necessarie per diventare invincibile.

Il problema subentrò nel momento in cui diventarono i Potter il bersaglio. Piton non poteva far cambiare idea a Voldemort se ci teneva alla propria vita, ma c'era un solo modo per proteggere Lily: rivolgersi a Silente.
Era conscio di stare rischiando tutto, tuttavia per Evans avrebbe fatto questo e altro.

Si vociferava che nell'Ordine della Fenice ci fosse un Mangiamorte, se solo avesse saputo chi fossero gli altri componenti della cerchia avrebbe potuto svelare il tutto al Preside di Hogwarts e salvare chi più amava. Voldemort, scaltro e poco incline alla fiducia, era stato sempre molto ben attento a non far conoscere i seguaci fra loro cosicché nessun tradimento sarebbe stato messo in atto nei suoi confronti - sempre se qualcuno avesse avuto il coraggio di opporsi a lui.

Anche se non conosceva il nome della spia, Piton era andato a chiedere aiuto ad Albus Silente. Quest'ultimo era uno dei più grandi maghi esistiti, anche il Signore Oscuro evitava di scontrarsi con la sua mente sopraffina.

Credeva che fare il doppio gioco, diventare egli stesso una spia, sarebbe stata la cosa giusta da fare: a Severus era stata concessa una nuova possibilità, poteva redimersi e il giovane non aveva intenzione di lasciarsi sfuggire questa occasione, in particolar modo se la posta in gioco era Lily.

Aveva anche un conto in sospeso con Potter. James gli aveva salvato la vita in un'occasione e non sopportava più il peso di quel debito il quale gravava sulle sue spalle, non sopportava più il dovere qualcosa a un arrogante e strafottente.
Salvando l'intera famiglia, tutti gli obblighi sarebbero stati saldati.

Il giovane, dopo aver parlato col Preside, si sentiva rincuorato poiché avrebbe trovato il modo di proteggerli, soprattutto sapendo che l'Incanto Fidelio li nascondeva da ogni attacco.
Molto probabilmente, pensò il moro, il Custode Segreto era Sirius Black e quest'ultimo avrebbe preferito morire piuttosto che svelare dove si trovassero i Potter.

Erano al sicuro, lui non più.
Era diventato un infiltrato tra i Mangiamorte, era l'unico modo affinché Silente si potesse fidare di lui - e non lo biasimava.

I giorni passavano, Voldemort continuava imperterrito nella ricerca del Prescelto, ma senza successo. Piton non dava a vedere la gioia che provava per quei fallimenti, tuttavia la felicità è sempre stato un sentimento effimero, fugace, e lui se ne era reso conto ulteriormente quella notte.

Quando la notizia della sconfitta del Signore Oscuro si sparse per il Paese, Severus non scappò come fecero gli altri Mangiamorte, anzi, si smaterializzò a Godric's Hollow poiché le voci menzionavano quella cittadina come campo di battaglia. Sperava che le informazione fossero false, ma nessuno avrebbe osato mettere in giro bugie sul conto di Voldemort, in particolar modo sul presunto duello perso.

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