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"Vuoi davvero sapere di cosa ho paura?" dissi scarabocchiando una pagina completamente bianca. "Certo che lo voglio sapere"..
"Iniziò tutto quando avevo 8 anni.."

"Quando avevo 8 anni ci fu un periodo in cui non mangiavo. Non perché avessi fame ma perché continuavo a vedermi sempre più robusta. Gli altri bambini mi deridevano e io iniziai a dimagrire sempre di più. Poi per un periodo tornai a mangiare normalmente e in quel momento gli insulti si interruppero ma io continuavo a vedermi sempre peggio. Più volte passavo davanti allo specchio.. Più volte non mi piacevo. Sono passata dell'anoressia a una fame nervosa e poi alla bulimia. A 9 anni le signore dell'orfanotrofio iniziarono a capire cosa non andava.. Il mio corpo ormai scheletrico, senza un filo di grasso in più, ne era la conferma. Stavo davvero male e non potevo continuare a negarlo ancora per molto. Mi portarono in questo stesso ospedale... Qui passai l'inferno. Dovetti iniziare a mangiare per forza ogni giorno liquidi, sempre di più, fino a quando non finii per rigettare davvero tutto. Anche il sangue, delle volte. Avevo un buco nella mia pancia" toccai la piccola cicatrice che avevo poco sopra l'ombelico "per colpa del fatto che non mangiando, il liquido dello stomaco era diventato talmente acido da corrodermi.. Dopo l'intervento però tornai a mangiare sano e a recuperare il peso perso in precedenza. In due anni tornai come all'inizio, prima di tutto questo casino". Le lacrime di dolore erano tornate a scendere copiose dal mio viso mentre cercavo di nasconderlo tra le mani. San si avvicinò a me e mi abbracciò forte. "Non so cosa si prova ad aver passato tutto questo ma adesso sei una ragazza forte e io confido in te, okay?" Poggiai la testa sulla sua spalla e continuai a piangere alternando le lacrime ai singhiozzi mentre cercavo di parlargli e confidargli tutto. "Avevo.. Questa stanza anche allora.." sussurro cercando di riprendermi. "Piccola.." prese il mio volto tra le mani e asciugò con i polpastrelli le mie lacrime, per poi lasciarmi un bacio sulla fronte. "Non passerai più questo inferno e se starai male, potrai dirlo a me. Ovviamente mi assicurerò personalmente che tu possa mangiare con noi ogni giorno" Porto la mia testa a livello del suo petto, vicino al cuore, e mi lascio cullare dal suo battito mentre mi accarezza i capelli lungo la schiena.

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