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"All'orfanotrofio ti hanno sempre mentito" dice a un certo punto Hongjoong. "Tuo padre é vivo e noi lo conosciamo molto bene" sorride. "É un'uomo davvero dolce, non abbandonerebbe mai la propria famiglia".
No aspetta... "Aspetta... cosa stai dicendo? Cosa significa? I miei genitori non sono morti? E perché non mi hanno mai cercata in questi anni? E perché mi hanno messo in un'orfanotrofio?" mille idee frullavano dentro la testa e tutto sembrava più ovattato. Anche la voce dei ragazzi che chiedevano spiegazioni a Hongjoong dato che non capivano. "Tua madre non so se sia viva, ma tua padre lo é ed é un uomo con la maiuscola. Se vuoi incontrarlo puoi venire con noi stasera in sala conferenze, dobbiamo vederlo per discutere dell'uscita del nuovo album". Annuisco semplicemente: cervello spento, nessuna emozione. Inizialmente ero felice di sapere che mio padre fosse vivo, poi arrabbiata perché non mi ha mai cercato e adesso... Niente. Zero emozioni. "Se vuoi posso raccontarti... Tutto." disse prendendo posto accanto a me. "Si per favore" e iniziò a raccontare.

"Tuo padre a 20 anni si innamorò di una donna che però aveva 5 anni in più di lui. Si misero insieme quando lui ne compì 22 ma dopo 9 mesi la donna sparì lasciandogli solo una lettera dove disse che aveva appena partorito una bambina e di averla chiamata Alessia Wang. Lui ti cercò ovunque, andò addirittura dalla polizia anche se non sapeva dove ti aveva partorita. Quindi la sua vita per circa un'anno andò completamente distrutta ma adesso, ha 39 anni ed é il direttore di un agenzia di Idol e da allora cerca ancora la sua bambina nonostante sappia solo la data del compleanno e il sesso". Inutile dire che stavo piangendo "Quindi mi ha sempre cercato? A che ora dovete essere in sala conferenze stasera? Voglio venire.." mi alzai dal divano e andai verso le scale. "Usciamo tra mezz'ora, preparati" disse Hwa. "Va bene" sorrisi. Corsi su per le scale e andai subito a farmi una doccia per poi indossare una felpa con la cerniera, una maglietta bianca, dei jeans neri e le mie diadora nere. Scesi dopo venti minuti mentre cercavo di pettinare i capelli e Jongho mi venne incontro. "Ferma ferma, faccio io" mi fece sedere su una delle sedie in cucina e iniziò a pettinarmi i capelli.  "Potresti essere un buon parrucchiere sai? Sei molto bravo" mi complimentai con lui. "É una passione ma non riuscirei a farlo come lavoro" mi rende la spazzola per poi abbracciarmi. Torno di sopra con la spazzola, prendo uno zainetto, metto dentro il poco indispensabile e torno giù aspettando i ragazzi.

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