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Questo capitolo contiene alcune scene che potrebbero urtare l'animo dei piu sensibili...salta tranquillamente il capitolo se appartieni a questa categoria.
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Una secchiata di acqua gelida lo riporta nel regno dei vivi... cerca di aprire gli occhi, ma qualcosa lo impedisce, ha un lurido sacco a coprirgli l'intera testa, la mancanza d'aria e la paura iniziano farsi sentire.

Si dimena e si agita come può, ma è  disorientato ed in preda al panico, anni di addestramento non ti preparano alla realtà e certamente essere legato per i polsi e sospeso non aiuta. I muscoli delle gambe sono indolensiti per l'inusuale posizione, le braccia bruciano per lo sforzo di sorreggere il suo peso, è inerme in balia delle situazioni e la persona che lo ha riportato vigile ancora non si è palesata.

Le urla che si sentono in lontanza lo inquietano non poco, ha provato a chiamare Bryan diverse volte, ma non ha ricevuto nessuna riposta e il pensiero che possano essere le sue lo fa sprofondare sempre di piu nella disperazione.

Nella sua poca lucidità, ha provato a chiedersi chi possa esserci dietro a tutto ciò, ma il suo cervello sembra non collaborare, la paura ed il senso di impotenza lo paralizzano.

Si è assopito quel tanto che basta da non accorgersi della porta che veniva aperta e dell'ingresso di un secondo uomo, fino a quando non gli è stato strappato con brutalità il sacco che aveva in testa.

La puzza di marcio lo colpisce insieme ad un cazzotto in pieno viso ed uno allo stomaco
-buongiorno signor Palmer, le piace la sistemazione?-gli dice un uomo mentre cerca di riprendere fiato. Tossisce e annaspa in cerca d'aria, prova a portare le gambe al petto, ma l'uomo glielo impedisce colpendolo ancora.

Cerca di aprire gli occhi e si rende conto di essere in presenza di due soggetti, l'uomo che ha parlato rimane nascosto in penombra e non riesce a vederlo bene, ma per sua sfortuna conosce il secondo.
-vedo che ha riconosciuto il mio amico, meglio cosi, non dovrò fare le presentazioni- ribadisce quello che dovrebbe essere il capo, almeno da come si comporta, lo sembrerebbe.

Il suo viso ha parlato per lui ed ha palesato tutto il suo stupore, nell'osservare quell'uomo che credeva in carcere in Iran in attesa dell'esecuzione capitale dopo il massacro compiuto a Teheran qualche anno fa. Quell'uomo era senza pietà, un maledetto macellaio che scambiava le persone per quarti di bue.

-dove è il mio collega?- cerca di prendere tempo come può e di rimandare il piu possibile qualsiasi cosa avverrà poi.
-oh sta bene, non l'ha sentito anche lei prima?- dice scoppiando a ridere
-BASTARDO! COSA GLI HAI FATTO?-gli urla cercando di andargli incontro, ma riesce solo a dimenarsi come un pesce in cerca d'acqua e di rimando ottiene solo una bastonata alle gambe. Chiude gli occhi dal dolore e piega leggermente le gambe in cerca di un minimo sollievo.
-spero si diverta signor Palmer- dice l'uomo dirigendosi verso la porta
-la lascio in buone mani- conclude tornando a ridere come un pazzo e chiudendo dietro di se la pesante porta di ferro.

Lasciato solo, il secondo uomo sorride mentre appoggia su di un piccolo tavolino un cilindro di stoffa, ne slaccia le stringe e lo srotola serafico rivelando i suoi strumenti. Se non avesse tale fama a precederlo, si potrebbe scambiarlo per un medico, tale è l'armamentario che ha davanti.

Osserva i suoi attrezzi, passa su di essi il palmo della mano come a decidere quale sia il piu consono usare e si gira a guardarlo...la sola idea di quello che possano essere i suoi pensieri lo atterrisce, si sente una tela bianca in mano ad un pittore, peccato che dopo il suo "dipingere" il quadro non sarà bello da vedere.

Abbandona i suoi attrezzi e lo raggiunge, gli strappa la maglietta e butta i resti sul pavimento
-sei bello come il tuo amico- gli dice lascivo accarezzandogli la guancia, il petto e scendendo sempre piu giu fermandosi all'altezza dei pantaloni. Allarga l'elastico dei pantaloncini da corsa e ne osserva il contenuto
-oh andiamo, se ti dimeni cosi non posso apprezzare- continua mentre Cody cerca disperatamente di togliersi le sue mani di dosso.
Il ghigno che ha sul volto non presagisce nulla di buono, è così vicino da sentire il puzzo acre che emana e la sua crescente erezione premere sulla coscia.

Lascivo continua la perlustrazione del suo corpo, sentire le sue mani addosso lo rende impotente è totalmente alla sua mercé.

Inizia a toccarlo risalendo dal ginocchio continuando fino all'interno coscia, poi da li risale ed afferra il suo sedere è pienamente soddisfatto di quello che sta toccando e struscia la sua erezione contro la gamba di Cody neanche fosse un cane.

Ansima e ghigna il bastardo, quando infila le mani all'interno dei pantaloncini
-sei cosi bello- gli dice poggiando la testa sugli addominali del ragazzo, mentre le dita violano prepotentemente il suo essere...le gira e le muove in modo cosi rude e violento che Cody non può far altro che urlare dal dolore.

-shh...non vorrai svegliare il tuo amico, sta riposando sai- lo zittisce spingendo ancora piu in profondità le sue dita e facendo pressione per inserirne un terzo. Cerca di agitarsi come meglio può per libersi dalla sua presa, ma ottiene solo di agevolarlo nel suo lavoro e il sorriso dell'uomo contrasta la crescente rabbia del poliziotto.

All'improvviso si ferma, resta immobile per un po' e poi si allontana da lui, liberando il suo antro dalle quelle sudice mani... il carceriere ha appena soddisfatto le sue pulsioni.

Cody ne approfitta per tirare le ginocchia al petto e colpirlo alle spalle appena quest'ultimo si volta. Riesce a coglierlo di sorpresa, barbolla, anche se il calcio non è stato molto forte riesce lo stesso a finire sul piccolo tavolino dove poco prima aveva sistemato i suoi attrezzi, mandandolo in frantumi.

Non è una persona eccessivamente robusta, ma in preda alla rabbia sembra esser diventato il doppio, si rialza da terra muove il collo prima da un lato e poi dall'altro, si sgranchisce la schiena e recuperando una gamba del tavolo divelto si dirige verso Cody.

Agita la mazza di fortuna mentre compie movienti circolari del braccio  in avanti e in dietro
-cosi non va bene- dice mentre lo colpisce la prima volta alle gambe
-devi fare il bravo- la seconda sul sedere, la terza sull'addome
-NON TI PERMETTERE PIU- urla colpendolo per la quarta volta.

-Che delusione- si sente dire mentre lascia cadere la mazza improvvisata.
Con una riacquistata calma, riprende i suoi strumenti e li ripone con cura nel fodero di stoffa, lo richiude allacciandone le stringhe marroni e si avvia verso l'uscita della stanza.
Volge un ultimo sguardo al suo prigioniero ed esce.
Cody è penzoloni con il capo piegato in avanti privo di sensi.

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Non ho nulla contro l'Iran o contro qualsiasi altra etnia, semplicemente al mondo non ci sono ( per fortuna) molti paesi dove vige ancora la pena di morta...perciò la mia scelta è solo per comodità di scrittura, non fatevi flash inutili perché non servono e non esistono.

Grazie per aver letto la prima parte della storia, spero che vi piaccia anche il seguito.
Un bacio.

Hyd8

La fortuna del mare 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora