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Il pezzetto di ferro cerca di muoversi agile e lento all'interno della piccola toppa di quella pesante porta in ferro. Cerca di sollevare dei minuscoli pistoni che la farebbero aprire come se fosse stata sbloccata con la magia.

Ma il tempo passa e nell'aria aleggiano le ultima parole di Bryan come monito alla stupidità umana "la porta è vecchia, si aprirà subito"...si era perso il conto di quante volte aveva cercato di alzare i pistoncini della serrarura per  inserire l'estremità lunga del filo, un buco nell'acqua ogni volta.

Avevano visto un'infinità di furti avvenuti aprendo e modellando porte blindate con se fossero fatte di pongo e cassaforti aperte come per magia, bisogna darne atto sono degli artisti, deplorevoli e con un'arte vietata dalla legge, ma pur sempre artisti.

La situazione era in stallo, il tempo galoppava mentre loro era fermi sopraffatti dalla situazione, persino le goccioline di sudore che imperlavano la fronte di Bryan erano immobili come a voler dar ragione al tempo.

La porta si aprì per puro caso, bisogna ammetterlo la bravura lasciamola agli addetti ai lavori, quando un Cody curioso si avvicinò troppo e poco stabile sulle gambe fini sopra Bryan che cadde in avanti inserendo in profondità il pezzetto di filo. Fu nel cercare di toglierlo che la porta emise l'invitante click che stavano aspettando.

L'incredulità e la gioia si mischiavano insieme alla paura per l'ignoto e per le loro vite, ma bisognava fare quello che andava fatto.
Cauti aprirono la porta e controllarono il lungo corridoio che li attendeva. Nulla era cambiato dal giorno prima neppure la lampadina tremolante da film horror, tutto era invariato agli occhi di un Cody sempre più convinto ad dover andar via di la.

Silenzio, troppo silenzio per un posto che probabilmente ospitava sgherri armati fino ai denti tenuti li per sorvegliarli.
Silenzio ricco di novità non proprio rassicuranti e portatore di nuove domande e di nuove paure.

Il primo passo fu cauto, come il secondo ed il terzo, sembravano alla scoperta di un nuovo mondo, alla stregua di Amstrong & company, ma qua da scroprire non vi era la luna, non vi erano onori, solo morte e disperazione.

Proseguivano lenti con le mani appoggiati al muro laterale per sorreggere il proprio corpo e la propria anima, uniti per fronteggiare un nemico che per il momento si faceva attendere. Su un lato di quel lugubre corridoio, si stavagliava un filare di porte di ferro identiche alla loro, tutte perfettamente allineate e chiuse. Provarono ad aprire la prima porta, ma la trovarono chiusa a chiave, un sospiro di sollievo usci senza volerlo dalle loro labbra. Il secondo tentativo rivelò lo studio dove era stato portato Cody giorni addietro privo della scrivania e del divano, solo l'enorme catena che lo aveva sollevato dal pavimento era ancora presente e vigile a se stessa. Perlustrarono comunque la stanza in cerca di un qualcosa da usare come arma o di un piccolo indizio rivelatore sulla loro posizione,ma sembrava non avesse mai contenuto nulla prima d'ora per quanto fosse perfetta.

Proseguirono il loro cammino verso il lungo corridoio arrivando nel centro dove, la tremolante lampadina, mostrava ombre di mostri inesistenti creati dalla suggestione e dalla voglia di libertà. Un piccolo miraggio, come quando si cerca l'acqua nel deserto e si finisce per bere la sabbia nel vano tentativo di rimanere aggrappati alla vita.
Avevano bisogno di riposo, i loro corpi provati da giorni di digiuno e di torture si ribellava ad ogni passo. Piccole e dolorose fitte colpivano i due ragazzi alle gambe ed al torace, la loro bocca arsa risentiva della mancanza di acqua ed la loro testa bruciava per lo sforzo di non arrendersi, ma non potevano fermarsi se li avessero visti sicuramente avrebbero fatto la fine di Mike.

La prossima stanza da visitare li lasciò senza fiato. Questa a differenza dell'altra non era stata svuotata, anzi manteneva intatta tutta la sua crudele "bellezza". Sulla destra vi era un piccolo lavabo di ceramica ancora ricoperto di sangue, poco piu in là un tavolo di legno ricoperto di pinze e mazze varie, ma al centro vi era ciò che rendeva agghiacciante quella stanza...un corpo penzolava dal soffitto sorretto solo dalle mani, le gambe erano piene di tagli e bruciature, i piedi o quello che ne restava sembravano essere appartenuti piu ad un mostro che ad un uomo. Martoriato e ricoperto di sangue giaceva inerme privo di qualsiasi espressione, rivoli di sangue fluivano dalle sue membra e finivano in uno scarico poco distante dal lavabo, come un fiume segue il suo corso e scava il suo letto.

I singhiozzi di Cody riempiono la stanza insieme alla puzza di morte e di sangue marcio, le ginocchia non sorreggono piu il suo corpo e inesobili toccano il pavimento facendo sprofondare il ragazzo in un'aspirale fatta di disperazione e rassegnazione. Bryan si china verso di lui nel vano tentativo di tirarlo su e di alleviare la sua disperazione, cosi lo abbraccia, lo incita e lo incoraggia fino a quando il suo sguardo non cade sulla piccola pozza di sangue formatasi vicino lo scarico poco distante da loro.
Vi è qualcosa che blocca il normale fluire del sangue creando cosi un piccolo ristagno di liquido rosso dall'apparenza innocua. Proprio al suo centro un dito con un vistoso anello fa capolino tra i flutti rossi portando Bryan sulla stessa barca di Cody. Allunga la mano come a voler toccare quel dito e saggiarne la sua reale esistenza, ma a pochi centimetri da lui ritrae la mano indietro e la posa sulle spalle del ragazzo a terra.
-credo di sapere chi sia il ragazzo ...- gli comunica Bryan indicando con la testa il corpo del ragazzo penzoloni alla sua sinistra.
-io...lo so...per...certo-gli risponde tra un singhiozzo e l'altro.
Ha assistito alle sue torture ed a quelle di Mike...ha assistito alle vessazioni psicologiche compiute ai suoi danni...ma fortunatamente non ha assistito a ciò che lo ha ridotto cosi e che lo ha portato alla morte.
-Cody, dai tirati su...dobbiamo andare- dice mentre cerca di sollevarlo facendo leva sulle sue ginocchia -devi aiutarmi però,  non ci riesco da solo- continua sotto sforzo fino a quando il suo malessere viene alleviato dal ragazzo che cauto posiziona tutto il peso sul piede destro, si sorregge all'amico e ritorna in posiziona verticale.
-come lo hai riconosciuto?-gli domanda Cody aggrappandosi sempre più all'amico di mille battaglie.
-vedi quel dito reciso nel centro di quella piccola pozza di sangue?- dice fermandosi ed aspettando il cenno positivo che prontamente arriva da Cody poco dopo -bene, l'anello enorme che ci vedi intorno è quello donato da Mike per la sua proposta di matrimonio...e tu come sai di Mitchel?-
-il video ricordi?-risponde prontamente Cody ricevendo in cambio una stretta piu forte che oltre a rincuorarlo lo sorreggono e lo accompagnano verso l'uscita della stanza.

Ritornare in quel corridorio è come respirare aria nuova ed alleggerire la propria anima, schiacciata da un peso troppo grande per essere rimosso facilmente, un peso che risponde al nome di impotenza ed inutilità. Si sentono cosi i due ragazzi, inutili ed impotenti nelle loro azioni e in quelle degli altri, mentre continuano ad avanzare lenti verso il finire del corridoio decisi a non voltarsi piu indietro ed a non varcare piu nessuna porta se non quella che li porterà via di li.


La fortuna del mare 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora