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...Piange Cody, rannicchiato sul pavimento
...Piange per Mike, ucciso senza pietà
...Piange per Bryan a cui gli si spazzerà il cuore
...Piange per sé, per averlo perso per sempre.

Non si fermano le lacrime.
Nel suo lavoro ha visto cose di ogni tipo, alcune raccapriccianti a tal punto da chiedersi davvero se lassù esista qualcuno...ma non aveva mai avuto conoscenti coinvolti ed anche se turbato dagli avvenimenti, in un modo o nell'altro era riuscito a rimanerne fuori guadagnandosi la fama che ancora oggi lo accompagna.
Ma ogni lavoro ha il suo rovescio della medaglia, il segreto è saperci convivere ed andare avanti al meglio delle proprie possibilità, anche facendo finta di nulla. Tutto pur di salvi la vita.

Riesce ad addormentarsi dopo molto tempo, cullato dal dolore e dalle lacrime. Ha paura del futuro come non mai, della certezza che si trova nell'intercertezza, nella possibilità di non uscirne vivo.

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Quando Cody rinviene si trova sul pavimento della sua cella, dolorante e stordito da tutti gli avvenimenti accaduti. Non sa bene da quanto tempo siano prigionieri, non riesce a capire nemmeno se sia giorno oppure notte, essere rinchiusi sottoterra porta lentamente a perdere la cognizione di se. Bryan dorme sulla spoglia branda ignaro di quello che è successo a suo cugino e Cody si domanda se sia giusto metterlo al corrente o semplicemente far finta di nulla ed improvvisare al momento. Infondo non è quello che ha fatto con lui? Privarlo della verità e tirarla fuori quando non si poteva più sostenere la menzogna?

Cosi pensando, alza lo sguardo verso la porta e nota sul pavimento due ciotole piene di quello che dovrebbe essere cibo, ma che in sostanza appare come del melmoso fango, e due panini risalenti al mesozoico. Meglio di niente sicuramente, e in queste condizione fare gli schizzinosi non aiutava a mantenersi in vita.

Cerca inutilmente di tirarsi su, vorrebbe svegliare Bryan e dirgli del cibo, magari mangiare insieme per avere un senso di normalità nell'anormalità...cosi non si scoraggia e inizia a strisciare verso di lui, nonostante il dolore lancinate che lo colpisce ad ogni movimento. Muove con garbo la mano sul braccio di Bryan, lo chiama e lo sprona ad alzarsi... l'amico ci mette un po' a riprendersi dal torpore causato dalle ferite, ma è felice nel constatare che il collega sia tornato sano e salvo, anche se vorrebbe rimangiarsi tutto quando lo vede strisciare verso la porta.
-ho ordinato il pranzo, riesci a metterti seduto?- gli dice preoccupato  Cody
-e tu?- gli risponde di rimando l'altro, ricevendo uno sbuffo come risposta e come rimprovero.
Si ritrovano cosi seduti per terra, con la schiena sorretta dalla branda a mangiare il loro pappone marrone, pregando che si trasformi in qualcosa di meglio.
Mangiano in silenzio, come se le parole fossero sopravvalutate in un momento come quello e forse è meglio cosi per entrambi.

Bryan posiziona sul pavimento la ciotola di alluminio per stringere a se la mano di Cody, vorrebbe trasmettergli tante cose, tanti suoi dubbi ed incertezze, ma piu di tutto vorrebbe che gli arrivasse tutto cio che prova per lui. Stringe forte quella mano, si aggrappa ad essa, la venera splendida insieme a quella di Cody
-lo so...-dice l'amico sicuro d'aver capito cosa possa passare nella mente del suo collega
- tu non sai nulla -risponde amaro liberando le loro mani ed abbassando lo sguardo contemplando piu se stesso che i suoi piedi.
-beh, siamo insieme in questa situazione. ..penso di sapere cosa hai nel cuore-
Lo sguardo che Cody riceve in cambio ha un sapore piu accusatorio che di stupore, davvero non si riesce ad andare oltre il proprio naso?
Ed a sua volta lo sguardo di Cody cambia, perplesso e stupito d'aver colto male i pensieri dell'amico, gli sfugge qualcosina sempre piu spesso ed comincia davvero ad innervosirsi.

Un rumore distoglie i due amici, li fa voltare di scatto verso la porta...il terrore si impossessa di loro, mentre la chiave gira lenta nella toppa ed inesorabile scandisce il ritmo dei loro cuori.
Quando si apre l'uomo, autore del loro rapimento, fa l'ingresso nella stanza con una superiorità tale da poter camminare sollevato da terra...se tutto ciò fosse possibile.
-bene, siete svegli...me ne compiaccio- dice tranquillo mentre sorride ai due malcapitati
-finalmente ti sei fatto vedere, lo sapevo che questo era opera tua-ringhia Bryan cercando di alzarsi da terra, ma fallendo miseramente.
Lo guarda Cody cercando di cogliere informazioni nel volto dell'amico, vorrebbe tanto chiedergli spiegazioni e farsi dire chi diavolo sia del bastardo che li ha rapiti, ma non può non è il momento adatto per fare la principessa curiosa ed irritabile.
-non si scomodi per me- gli dice l'uomo ridendo della situazione
-signor Palmer come sta? Ripreso dallo spettacolino?-

Non risponde Cody, lo guarda e scruta le sue intenzioni, ma non proferisce parola, troppe sono le emozioni che vorticano dentro di se e farle uscire sarebbe solo peggio per lui e per Bryan.
Il silenzio viene interrotto dalle grasse risate dell'uomo che rimbombano nella stanza come tanti coltelli lanciati verso un bersaglio. Quando tutto sembra in stallo la porta si apre nuovamente mostrando Adin piegato in due sotto il peso di un enorme corpo, entrare nella stanza e scaricare il carico ingombrante al centro dei essa.
Il corpo ricade malamente a faccia in giu, creando un tonfo sordo che fa sobbalzare i due prigionieri...Adin con un calcio gira il corpo riverso in terra mostrando a tutti la sua identità.

Ancora le risate risuonano nella stanza accompagnate dell'uscita di scena dei due carcerieri, mentre i ragazzi strabuzzano gli occhi davanti al corpo senza vita di Mike.

La fortuna del mare 2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora