𐠿𝘊𝘢𝘱.14𐠿

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Pov Tanc
Mi son fermato davanti alla porta prima di entrare e ho sentito che sussurrava qualcosa, un pezzo di una canzone.

L'ho riconosciuta... è una canzone che canticchiava sempre quando tornavo a casa e lui mi toglieva dalle grinfie di Diego per farmi fare una dormitina.

Non ho mai capito cosa intendesse quando attibuiva tanta importanza alla frase "I refuse to lose another friend to drugs" (Mi rifiuto di perdere un altro amico per droga) se vorrà ancora parlarmi magari glielo chiederò.

Aspetto un po' prima di entrare per riuscire a trovare il coraggio di rivelargli la parte più insicura di me e per convincermi che lui non mi stia odiando a morte in questo momento.

Apro la porta con una mano tremante e lui è lì con gli occhi e le guance segnati dal pianto, il cuscino bagnato di lacrime, le cuffie nelle orecchie e lo sguardo impaurito fisso nel mio.

Mi avvicino e mi siedo a gambe incrociate davanti a lui sul letto.

Lui di riflesso si alza e si mette seduto con le gambe al petto nel punto del letto più lontano da me; i suoi occhi traspariscono solo paura e tristezza.

T: Gian...

G: Che vuoi ancora?

Mi fa questa domanda di fretta, segno che in questo momento ha davvero paura come penso, ma non riesco a capirne molto il motivo sinceramente...

T: Mi...mi dispiace per come ho reagito...

G: Tranquillo non è niente

T: Invece è... è tanto... tu hai trovato il coraggio di esprimermi i tuoi sentimenti e io sono stato un stronzo è un codardo... ma ho reagito così per paura...

G: Mica mordo eh
*dice freddo abbassando lo sguardo*

T: Lo so ma-

G: Senti non mi importa se non ricambi, tanto so già che è questo che volevi dirmi, per me l'unica cosa importante è che mi permetterai comunque di aiutarti nel percorso di disintossicazione.
Ti voglio fuori da quella merda, il resto non importa.

T: Pensavo fossi arrabbiato con me per come ti ho trattato...

G: No, sto un po' uno schifo ma passerà, son cose che si superano col tempo...
*fa spallucce*

T: Però su una cosa hai frainteso... cioè, davvero credi che l'averti scelto come appiglio non significhi niente più dell'amicizia per me? Avrei potuto chiaderlo a Diego, a Lele, a Vale o a chiunque altro, ma ho scelto te cazzo.

G: Solo perché quella notte eri gonfio e ti ho proposto di aiutarti...
Per te non sono altro che un amico, ma è ok Tancredi, davvero non ti preoccupare

T: Cazzo Gian, ricambio! Io ti amo! Ma ho paura... paura di rovinarti, paura di trascinarti nel mio abisso, paura di perderti per questo...

G: T-tu... Tu...
*mi guarda incredulo*

T: Si ti amo anch'io Gian e scusa, scusa per prima...

T: Adesso ti prego, puoi aiutarmi a far avverare un mio sogno?

Annuisce con un dolce sorriso stampato in faccia.

Mi avvicino lentamente a lui tenendo i nostri sguardi incatenati, arrivo a sfiorare le sue labbra e gli sussurro l'unica cosa che dovevo veramente dirgli prima, quando lui si è dichiarato.

T: Ti amo
*sussurro sulle sue labbra*

Annullo quella nulla distanza che c'era tra noi e lo bacio con passione, lui picchietta sulle mie labbra per chiedermi l'accesso che io gli concedo.
Stiamo legando le nostre anime con un solo piccolo gesto, le stiamo sigillando come le promesse che gli ho fatto qualche giorno fa di riuscire a disintossicarmi.

Sa di buono, sa di casa, sa di amore.

Ci stacchiamo senza un vero e proprio motivo e mettiamo i volti a poca distanza l'uno dall'altro, leghiamo i nostri sguardi che si stanno dicendo reciprocamente "Non lasciarmi".

G: Sai di schifo sai?
*sogghigna*

T: Tu e le tue battutine del cazzo invece sapete di buono
*sogghigno*

Rimasimo lì sul suo letto abbracciati il resto della giornata, tra abbracci, baci, grattini, coccole e le sue battutine.

Arrivò ora di cena...

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Numero parole : 660🔏

L'errore più bello ~ Gianedi🧡 {Completa}Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora