Harry si svegliò con un mal di testa martellante, infatti non riuscì ad alzare la testa dal cuscino e richiuse gli occhi, mugugnando lamenti. "Sei sveglio finalmente" disse una voce. Harry si tirò su di botto, strinse i denti cercando di non sentire il dolore e si guardò intorno. Lui viveva da solo, chi cavolo c'era a casa sua alle - guardò l'orario sulla sveglia sul comodino - 10:37 del mattino? 10:37?! "DEVO ANDARE A SCUOLA, CHE CAVOLO E' SUCCESSO IERI SERA?" urlò. Sentì una risata provenire dalla cucina, insieme a un odore di bruciato. Un ragazzo arrivò in camera sua, no, non un ragazzo qualsiasi: era il tipo dagli occhi azzurri, bellissimi; Louis Tomlinson, si chiamava. "Cosa ci fai qui, Tomlinson?" Harry cercò di mantenere un tono da duro e soprattutto di non guardarlo negli occhi. "Prego per averti portato a casa e assistito affinché non vomitassi pure l'anima, non c'è di che" rispose con un sorriso malizioso il ragazzo. Indossava una maglietta e dei pantaloni bianchi e larghi, e Harry notò che era estremamente magro, sotto quei vestiti larghi.
"Calmati, ormai sono quasi le 11 ed è domenica, poi non dirmi che con quel mal di testa te la sentiresti di prepararti a sei ore di lezione" aggiunse con voce pacata Louis. "Aspetta, ma quella maglietta è mia? E pure i pantaloni, sono quelli del mio costume!" aggiunse indignato il riccio. Il maggiore rise, con una risata roca e allo stesso tempo cristallina, prima di dire "La maglia te l'ho fregata, non avevo nulla addosso, e i pantaloni sono miei, ieri sera indossavo il tuo stesso costume." Harry fece una faccia stupita, poi scosse la testa come a rassegnarsi e si alzò dal letto, sempre a petto nudo. Louis osservò discretamente la sua pelle chiara e l'accenno di addominali. "Ho preparato la colazione, ma mi sa che si è bruciata...Come cazzo si fa a fare un caffè? Tutti che dicono che è semplice, quando in realtà è fottutamente complicato" disse poi, con tono infastidito. Harry lo guardò arrossendo, prima di prendere una maglietta dall'armadio e infilarsela.
"Sei arrossito? E' perché ho detto delle parolacce?" rise Louis. Harry arrossì ancora di più, e si diresse in cucina, ignorando le sue domande. "Che è successo - oh" disse Harry. Si sedette al tavolo, arrossendo - ancora - al solo pensiero di aver lasciato Taylor, di averla vista baciare un altro, di essere stato portato a casa a petto nudo da un Louis Tomlinson a petto nudo anch'egli, prima di ripetere "Oh". "Ti sei ricordato, vedo" disse il liscio. Non aveva un tono malizioso, forse capiva lo sconcerto del minore. Poi però vide che Harry lo guardava e sganciò la bomba: "Forse potrei aver detto a tutti che noi due, vedi, siamo...siamo fidanzati." Harry strabuzzò gli occhi, quasi si affogò con il caffè bruciato che stava bevendo e arrossì, contemporaneamente. Louis scoppiò a ridere per la buffa reazione, prima di ricevere uno sguardo accigliato e ferito da quegli occhi verdi che tanto l'avevano ossessionato durante gli ultimi giorni. Harry iniziò a sistemare le cose, posizionando alla rinfusa le tazze e le tazzine nel lavabo, evitando gli sguardi del ragazzo seduto al suo tavolo.
"Ricciolino, ho detto qualcosa di sbagliato?" chiese il maggiore. L'altro non rispose ed evitò il suo sguardo, fino a che Louis si alzò dal tavolo e si diresse verso di lui. Il riccio indietreggiò, fino a trovarsi con le spalle al muro. "Lasciami andare" disse, senza guardarlo. "Non finché non mi dici che succede, eh, ricciolino?" rispose il liscio, prendendogli il mento tra indice e pollice per costringerlo a guardarlo. "Lasciami andare e vattene di qui" ripetè stancamente Harry. "Cazzo, Styles - volevo dire, cavolo..." provò a dire Louis. Il riccio si staccò da lui con foga e si allontanò di pochi passi, prima di girarsi di scatto. "La smetti? Chi ti credi di essere, dire a tutti che siamo fidanzati, venire a casa mia, continuare a dire parolacce quando non ti conosco nemmeno? Non sei nessuno per me, e continui a...a..." Harry non riuscì a continuare la sua sfuriata perché l'altro gli si era avvicinato, senza imprigionarlo, questa volta, per fare in modo di parlargli solo se lui gliel'avesse permesso.
"Senti, mi dispiace, ma non ho avuto altra scelta...non volevo che quella str...che Taylor ti trattasse così davanti a tutti, poi ti ho trovato che non ti reggevi in piedi, e..." Louis guardò Harry. Quest'ultimo non si era allontanato, aveva ascoltato ogni parola, e aveva gli occhi attenti.
Harry non voleva allontanarsi, erano così vicini da fare in modo che i loro respiri si mischiassero, non voleva rompere quell'incantesimo. Non capiva perché si sentisse così, lui era etero...almeno, lo credeva fino a cinque secondi prima. Forse se l'era sempre detto, per non avere problemi con sé stesso. Alzò gli occhi, e le sue iridi, verdi e luminose, incontrarono quelle spente e azzurre di Louis. I loro occhi non riuscivano a staccarsi, erano come incatenati gli uni agli altri, ma a nessuno dei due dispiaceva. Il liscio sorrise malizioso, e gli prese di nuovo il viso tra le dita. Harry arrossì, cercò di abbassare lo sguardo, ma non ci riuscì. Il suo respiro si fece affannato, e anche quello di Louis accelerò un poco, prima che le loro labbra si sfiorassero. Louis si staccò, per guardare meglio gli occhi liquidi di desiderio del ragazzo che, fino a un giorno prima, trovava antipatico. Sorrise, prima di allontanarsi, e chiedere, come se nulla fosse successo, "Vuoi fingere che stiamo insieme o vuoi dire a tutti la verità?" .
La verità. Loro non erano fidanzati, certo che no, oppure...sì? Si erano baciati, almeno Harry credeva quello fosse un bacio, con Taylor faceva lo stesso, ma farlo con Louis era diverso, molto diverso. Quando le loro labbra si erano sfiorate, aveva sentito una scarica di adrenalina e un brivido scorrergli giù per la spina dorsale, mentre con Taylor, beh...non sentiva nulla, era come baciare sulla guancia sua mamma, o sua sorella. Perché non si era mai chiesto se fosse sbagliato? Forse aveva paura di scoprire che, in fondo, era attratto dai ragazzi.
Il liscio lo guardò con occhi interrogativi, gli stessi occhi in cui Harry desiderava tanto perdersi in quel momento, e il riccio rispose, senza esitazione, "Fingiamo."

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Con te è diverso
FanfictionLouis è il classico cattivo ragazzo, frequenta amicizie poco raccomandabili e se ne frega di tutto e di tutti. Fino a quando non incontra gli occhi ingenui e verdi di Harry, un ragazzino di due anni più giovane. E perché improvvisamente sembra che a...