-dedicato a Félicité Tomlinson-
Harry non riusciva a smettere di sorridere. Stava per conoscere i genitori di Louis! Tutto ciò rendeva la loro relazione molto più ufficiale, molto più vera, anche se per loro lo era già completamente. Si giró a guardare il liscio e i suoi ciuffi al vento, seduto al volante, che canticchiava con la sua voce angelica le strofe della canzone alla radio.
Remember how we tasted,
looking into your eyes,
Baby it was still high,
Never coming down with your hand in mine
Yeah, yeah, yeah, eh
Oh my, I remember those nights...La cantava così bene che sembrava fosse stata scritta proprio da lui. Harry chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dal dolcissimo suono che stava riempiendo l'Audi del suo ragazzo.
Arrivarono a Doncaster alle 11.40, in tempo per il pranzo, e Harry iniziò a mordicchiarsi nervosamente un'unghia. La casa era gigantesca, una villa, con tanto di edera sui muri e giardino sia frontale che sul retro. Poi un pensiero gli folgorò la mente: si era così concentrato sulla sua gioia, che non aveva pensato nemmeno di chiedere i nomi della famiglia del suo fidanzato! Sapeva solo quello di Fizzy... Come se gli avesse letto nel pensiero, Louis sorrise divertito prendendolo per mano e disse, con voce roca per il non parlare dall'inizio del viaggio "Mia mamma si chiama Johanna, il mio patrigno Mark, le mie sorelle Lottie, Fé-" si bloccò nel dirlo, poi riprese, con gli occhi leggermente lucidi "volevo dire Phoebe e Daisy. I gemellini, di appena due anni, sono Doris ed Ernest. Stasera si unirà a noi anche mia sorella da parte di padre, Georgia." Poi continuó. "Lottie ha sedici anni mentre Daisy e Phoebe ne hanno dieci; Georgia ne ha diciassette" Harry gli strinse più forte la mano e annuì. "Come distinguo Phoebe e Daisy?" chiese poi, ricordando che una volta Louis gli aveva raccontato che le sue sorelline più piccole erano gemelle. "Daisy ha la frangetta, Phoebe no" rispose subito il maggiore, come se quella domanda gli venisse posta spesso. Harry sorrise. "Perfetto".
Louis suonò al campanello e dopo dieci secondi una donna arrivò ad aprire. "Ragazzi, finalmente! Ciao, tesoro!" Mentre abbracciava Louis, Harry ebbe modo di osservarla: aveva una bandana in testa, e il riccio non vide capelli che spuntavano da sotto. Abbassò lo sguardo.
"Ciao Harry!" Johanna abbracciò anche lui, radiosa. "Salve, signora." "Puoi chiamarmi Jay!" rispose entusiasta la donna. "Uhm... Okay... Salve Jay" ripeté Harry. Louis gli prese la mano e lo condusse in casa, seguito a ruota dalla madre.
Appena il fratello mise piede in casa, due bambine con un caschetto liscio e biondo gli abbracciarono le gambe. "Ciao ragazze" disse allegro Louis. "Boo Bear!" dissero quelle in rimando. Harry alzò un sopracciglio. "Boo Bear?" mimò divertito a Louis. Lui alzó gli occhi al cielo e scoppiò a ridere.
"E tu chi sei? Il suo ragazzo?" chiese con voce petulante la bimba con la frangetta. Harry arrossì. "Ciao Daisy, sì, sono il suo ragazzo" disse lui. Louis sorrise intenerito. "Non è Daisy, io sono Daisy!" affermò l'altra bimba. Harry guardò Louis confuso, e vide i suoi occhi divertiti. "Lou!" si lamentò "mi hai preso in giro!" Louis per tutta risposta gli scompigliò i capelli. "Awww, siete a-do-rabili" disse una ragazzina bionda. "Lottie!" Louis esultò felice, prima di prendere la sorella e fargli la classica cosa da fratello maggiore, strofinando il pugno sulla sua testa. "I miei capelli!" strillò lei isterica. "Vedo che qualcuno è in piena crisi ormonale" osservò il liscio. Harry scoppiò a ridere, prima di ricevere uno sguardo omicida dalla ragazzina e abbassare lo sguardo. "Ed ecco a voi i piccolini!" Arrivò Jay con in braccio un bimbetto biondo e un altro dietro di lei, barcollante. "Ciao Doris, ciao Ernest" disse Harry, con gli occhi che brillavano. "Harry, abbiamo spostato il divano letto in camera di Louis, quindi potrete dormire insieme" disse Jay. Harry le sorrise, grato. Iniziò a ridere facendo il solletico ad Ernest e poi si aggiunsero Phoebe e Daisy a farlo a lui. Louis osservò Lottie andare di sopra scrivendo velocemente al cellulare. "Dio, quella ragazzina è cresciuta in fretta" disse, ad alta voce. "Ancora manca tanto perché Charlotte si possa definire cresciuta" gli sussurrò all'orecchio sua madre. "Ha solo sedici anni" continuò. "Félicité ne aveva tredici" affermò duro Louis. "Charlotte è già cresciuta, troppo in fretta." Vide una lacrima minacciare pericolosamente di scendere dagli occhi stanchi della donna. "Louis, ciò che è successo è straziante... Non possiamo ignorarlo. Però sono felice di vedere che le nostre vite stanno andando avanti, e so che anche lei lo è." Louis fece un sorriso triste, prima di sentire un "LOU! Non mi avevi detto che le tue sorelle fossero così brave a fare il solletico!" e scoppiare a ridere, correndo a salvare il suo fidanzato.

STAI LEGGENDO
Con te è diverso
FanfictionLouis è il classico cattivo ragazzo, frequenta amicizie poco raccomandabili e se ne frega di tutto e di tutti. Fino a quando non incontra gli occhi ingenui e verdi di Harry, un ragazzino di due anni più giovane. E perché improvvisamente sembra che a...