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A cena tutti parlarono come una vera famiglia. Mark conversava con Lottie, Daisy e Phoebe come sempre tra loro, Jay parlava con Harry e Louis con Georgia. C'era stato un momento di imbarazzo iniziale, quando a Johanna era caduta la bandana e aveva mostrato i pochi capelli radi e scuri sulla testa, ma Harry aveva sorriso e Georgia le aveva rimesso il fazzoletto per bene.

Poi, la domanda fatidica: "Allora, parlateci un po' della vostra relazione". A quelle parole Harry divenne paonazzo (che novità, eh?) e Louis gli strinse la mano. "Stiamo insieme da tre mesi" disse il maggiore "ma sembrano tre anni, per la fiducia e l'amore che abbiamo l'uno per l'altro" aggiunse. Harry sentì il cuore fargli una capriola, e sorrise, abbassando lo sguardo. "Oh Harry, non abbassare gli occhi, ce li hai così belli!" disse Daisy genuinamente. Louis sorrise fiero, e annuì. "Hai ragione" disse, imbarazzando ma allo stesso tempo lusingando il riccio. "Anche voi li avete bellissimi, sono azzurri come il mare in tempesta e allo stesso tempo calmi, e dolci..." Arrossì di nuovo.
Quelle parole le aveva pensate su Louis, ma tutta la sua famiglia aveva gli occhi di quel colore stupendo che aveva incantato Harry fin dall'inizio.
"Oh, smettila di arrossire, sei tutto sorrisi e fossette e ricci e occhi verdi, come potresti non piacere?" borbottò Lottie, come invidiosa. Harry sorrise. Si ricordava bene l'avere 16 anni, il voler essere perfetti senza mai però riuscire a vedersi tali. "Siete tutte bionde, con gli occhi azzurri: come potreste voi non piacere, piuttosto!" affermò sicuro. La madre gli sorrise, e a quel sorriso Harry sentì quella sensazione di tepore piacevole che gli aveva tolto il fiato durante la prima notte con Louis. Arrossì pensando al ricordo. La famiglia di Louis gli ricordava moltissimo il suo ragazzo, e si chiese se anche Louis avesse provato lo stesso durante la visita a Holmes Chapel, anche se allora non erano ancora fidanzati davvero, almeno non fino al fatidico litigio...
"Harry!" Louis gli agitò davanti una mano. "Eh? Oh, scusami, scusatemi, mi ero distratto..." mormorò il riccio. "Ti va se ti mostro il giardino?" gli ripeté per la terza volta il liscio. "Ma certo."

"Prima però..." Louis fece un sorrisetto che non piacque per nulla a Harry. "Che cosa?" chiese confuso e spaventato. "Sapete, famiglia" iniziò "Harry mi ha detto che alle cene di famiglia lui canta sempre qualcosa." Daisy e Phoebe avevano un'espressione ammirata e stupita, formando con le loro adorabili boccucce due "O" quasi perfette. Mark aprì bocca "Davvero? Amo le persone che perseguono un interesse di natura artistica" annunciò. "Quindi, Hazza" il maggiore si fermò per godere per bene dell'espressione di puro terrore e imbarazzo del suo fidanzato "cantaci qualcosa, avanti."
"Io...Cioè, io... No, io... Non ho ispirazione in questo momento, mi spiace" trovò la scusa, ma non sembrava (né era) per nulla dispiaciuto. "Avanti, Hazza" ripeté Louis. "Avanti, Hazza!" ripeterono le bambine, e Lottie e Georgia con loro. "Ragazze, davvero, io le canzoni che canto le invento, oggi non ho nulla di pronto..." disse ancora. Louis si alzò per rispondere a tono e riuscire a costringerlo a cantare quando impallidì. "Lou? Lou, che succede? LOU!" Harry gridò, prendendo di peso Louis: era svenuto.

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