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Dopo due mesi e ventotto giorni di terapia, una sera Harry era seduto davanti al suo ragazzo. "Mangia" gli ordinò. "Mangia" ripeté. "Mangia" supplicò.
Louis prese in mano l'ultima fetta di pizza dal cartone. "Haz-" "Mangia, Louis. Manca soltanto un chilo e poi arriverai al peso normale. Mangia, fallo per me." Quelle tre magiche paroline resero gli occhi azzurri, ora un po' più accesi, del liscio, liquidi. Mise in bocca la fetta e la mangiò, tutta.
"Pesati" ordinò di nuovo il riccio. Louis si diresse verso il bagno, dov'era la bilancia. Si posizionò sopra. Aspettò. Soffocò un singhiozzo. "Haz" mormorò, ma il riccio sentí. Il suo cuore affondò, ecco, ancora non c'era, avrebbero dovuto sopportare ancora terapie, ancora...
"Haz, peso 70 chili." "SÌ CAZZO" urlò Harry di gioia, per poi arrossire e correre in bagno ad abbracciare il suo fidanzato. "Dov'è finito il nostro piccolo e innocente Styluccio?" rise. Poi le labbra del riccio si posarono sulle sue, un bacio che sapeva di sollievo, gioia, forza, ma soprattutto amore.
E quando, più tardi, si ritrovarono a fare l'amore, gli occhi di entrambi brillavano più di tutte le stelle sopra il loro tetto.

****

"Un brindisi a Louis, che ha superato tutto, e a Jay, che è la donna più forte che io conosca" gridò Georgia, la sera dopo. Erano tutti riuniti a casa di Louis, c'erano perfino i genitori di Harry, che il figlio aveva chiamato euforico una volta scoperto che il suo ragazzo era guarito. Quel pomeriggio Harry e Louis avevano visitato i giardini di casa Tomlinson, perché 'mi devi ancora un giro per i cortili della tua umile dimora' aveva detto scherzoso il riccio, riferendosi all'invito fatto dal liscio poco prima che...beh, poco prima che tutto andasse a rotoli. Ma ora andava tutto bene. "A Louis e a Jay" ripeterono gli altri. Johanna mise un braccio intorno alla spalla del figlio, con le luci calde della sala da pranzo negli occhi. Louis sussurrò una cosa nell'orecchio di Harry, e lui arrossì, poi sorrise e annuì. "Scusatemi" gridò Louis "Harry ha una canzone pronta, ce la deve dalla volta scorsa. Tutti esultarono e Harry prese la chitarra che aveva portato: sapeva già che avrebbe cantato quella sera, un testo che dedicava interamente a Louis. Iniziò a cantare.

Your hand fits in mine like it's made just for me
But bear this in mind, it was meant to be
And I'm joinin' up the dots with the freckles on your cheeks
And it all makes sense to me

I know you've never loved the crinkles by your eyes

When you smile, you've never loved your stomach or your thighs

The dimples in your back at the bottom of your spine
But I'll love them endlessly

I won't let these little things slip out of my mouth

But if I do, it's you, oh, it's you, they add up to

I'm in love with you and all these little things

La voce bassa e leggermente roca di Harry creava un magnifico contrasto con le parole dolci della canzone; una volta finita, Harry abbassò la chitarra e lo sguardo. "Ti amo Lou" sussurrò debolmente. Louis sorrise raggiante e si avvicinò a lui, sotto gli sguardi e gli 'awww' di tutti, soprattutto delle gemelle e di Lottie. "Anche io ti amo, Haz" mormorò, prima di baciarlo.

*****

"NIALL! PIANTALA!" urlò Josh, ridendo. "RIDAMMI LA MIA PATATINA!" urlò il biondo di rimando. Erano passati tre mesi dal recupero totale di Louis. "Ragazzi, anche noi siamo fidanzati, ma non è che facciamo così. Vero?" chiese conferma Zayn a Liam, che annuì, mettendogli un braccio intorno alle spalle. "BEH, noi sì" intervenì Louis, mangiando una patatina a Harry, che scoppiò a ridere e gli stampò un bacio sulle labbra, al gusto di sale. 

Sembrava tutto così perfetto. Andava tutto così bene.


Il cellulare di Louis suonò. "Pronto? Oh, ciao, Mark. NO!" Il dispositivo gli cadde dalle mani. "NO, ANDAVA TUTTO COSI' BENE!" continuò a gridare, mentre le lacrime iniziavano a scorrere sulle guance. "Lou, che è successo?" chiesero allarmati gli altri. I sorrisi erano scomparsi dai loro visi. "Mia-mia mamma è-è morta."

Con te è diversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora