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"Non so perché gliel'ho detto, Zay... Mi sono fidato, e ho sbagliato, evidentemente. Mi sembrava davvero la persona giusta, non intendo solo in quel senso, ma per... Capirmi." Louis tentennò. Riattaccò, sospirando. Perché, da quando, come era diventato così debole? Era Harry a fargli questo effetto? Dopo la confessione fatidica, e che gli era costata uno sforzo immenso, Harry lo aveva guardato sconvolto, e Louis se n'era andato, sbattendo la porta. In quel momento aveva chiamato al cellulare Zayn, seduto sui gradini dell'edificio davanti casa di Harry, ma nemmeno il suo migliore amico sembrava in grado di dargli una soluzione o una banale risposta." Hai sbagliato tutto, Tomlinson" disse una voce, roca e insieme pacata, e Louis si girò di scatto. Abbassò gli occhi per nascondere una lacrima che iniziava a cadere sulla sua guancia, alla vista della figura, ormai familiare, del riccio. "Ah, sí? Quindi vuoi dirmi che non sei venuto per dirmi che ti ripugno, che ti faccio schifo? Avanti, Styluccio" pronunciò in modo canzonatorio il soprannome, anche se chiamarlo per cognome gli provocò una fitta di dolore "raccontami altre cazzate, tanto è quello che hai sempre fatto, no?" 

La sua voce era insicura, per una volta si era fidato, e ora ci aveva rimesso. "Mi sono fidato di te e tu mi hai sfottuto, come fanno e hanno sempre fatto tutti." "Che cavolo stai dicendo, Louis? Non mi fai schifo, come potresti?" Lo sguardo sincero e la voce sinceri di Harry provocarono un'altra fitta di dolore al maggiore. "Ero solo scioccato. Non mi hai dato il tempo di metabolizzare... " Harry si fermò di botto. 'Perché sono così stupido, perché? Ha talmente paura di essere ferito che ormai prende per scontato il fatto di non piacere alle persone, ci è abituato... E io che ancora cerco di spiegarmi, di avere ragione... ' pensó tristemente Harry, sentendosi in colpa e sentendo il bisogno di guarire, o almeno provarci, le ferite di quel ragazzo tanto misterioso ma che si rivelava sempre più normale, sempre più fragile. Si avvicinò piano a Louis, come si fa con un animale ferito, e lo abbracciò, dolcemente. Nonostante fosse più basso, cercò di proteggerlo, cercò di farlo sentire al sicuro. "Ci sarò sempre per te, Lou" sussurrò piano il minore. Non era certo che lo avesse sentito; non poteva vedere il sorriso che si era appena allargato sul volto di Louis a quelle parole.

****

"Non so che cazzo - cavolo gli sia preso" disse Zayn alzando un po' la voce, rivolto a Liam e Niall. Era già la terza volta che uscivano insieme e stavano camminando nel parchetto vicino a scuola. Liam fece finta di non aver sentito la parolaccia e alzò gli occhi al cielo, per cercare di mascherare il rossore sulle sue guance. Zayn aveva cambiato modo di parlare solo perché a lui dava fastidio!

"Magari era in un momento di debolezza" provò a dire Liam cauto, ma il moro lo bloccò con un cenno della mano. "Louis Tomlinson non è debole" pronunciò quelle parole quasi sputandole con disprezzo. "Certo, no, ma a tutti capita..." "LOUIS NON È TUTTI" gridò Zayn, prima di accasciarsi al suolo, tremando. Niall e Liam si scambiarono un'occhiata preoccupata.

"Io dovrei andare..." disse timoroso il biondo, prima di correre via. "Zayn, mi spiace per Niall, ha sempre avuto paura delle responsabilità, è fatto così lui, sai..." Si bloccò nel vedere che le spalle di Zayn erano scosse da singhiozzi. "Zayn, che succede?" chiese Liam. Era rimasto scioccato nel vedere il grande, forte, cattivo ragazzo Zayn Malik piegato a piangere, ma allo stesso tempo provò tenerezza. Era come se in realtà, sotto quel guscio da duro, ci fosse un cuore sensibile e bisognoso. E lui voleva aiutarlo.

" Zayn... " Liam si avvicinò al moro, piegandosi sulle ginocchia per poterlo guardare in faccia. "Io non... Io... Liam io... " Zayn non riusciva a formulare una frase compiuta tra le lacrime. Liam lo abbracciò con calma, per vedere se al ragazzo potesse dare fastidio, ma appena lo strinse a sé il moro si appigliò alla maglietta grigia di Liam e appoggiò la testa sul suo petto. Liam arrossì, ma appoggiò una mano sui capelli corvini del minore.

Una volta che Zayn si fu calmato, Liam gli chiese il perché di quella reazione. Non aggiunse 'esagerata', non voleva ferirlo ulteriormente. "Louis e io siamo sempre stati come fratelli. Vederlo debole in quel modo, affezionarsi a una persona..." pronunciò 'affezionarsi' come si poteva pronunciare una malattia grave. "Mi ha fatto crollare. Non mi sento bene, io..."  Zayn strinse le mani sui gradini su cui era ancora seduto. "Mi gira la testa" disse. "Ti porto a casa tua" si offrì gentilmente Liam. Zayn lo osservò, e sembrò dubbioso sulla risposta, fino a che il suo sguardo divenne repentinamente una smorfia. "Che cazzo ti frega, Payne? Non ho bisogno del tuo aiuto, non ho bisogno dell'aiuto di nessuno" disse guardandolo in cagnesco. Poi si alzò di scatto, si fermò un attimo come per stabilizzare le proprie gambe e riprendere fiato e si allontanò. "Và pure a farti fottere" mormorò Liam, gli occhi castani e caldi che parevano tristi.

*****

Niall stava camminando in centro, con la borsa a tracolla piena di libri di scuola e le cuffie nelle orecchie. Entrò in un pub e si sedette al bancone. "Hey, Ni" lo salutò il titolare, intento a pulire dei bicchieri di vetro con uno straccio. "Hey" rispose allegro il biondo, pregustando già la saporita birra irlandese che prendeva sempre. "Il solito, grazie" disse infatti.

Dopo qualche birra di troppo, Niall era ancora seduto al bancone, ridendo più del solito e con le guance arrossate. Dalla porta tintinnante entrò un ragazzo abbastanza alto, che si sedette di fianco a Niall e ordinò, con fare sgarbato, una birra analcolica. "Hey, amico" disse allora il biondo, con tono stupito "a che ti serve la birra se la prendi senza alcool?" Poi scoppiò a ridere senza apparente motivo. "A non ridurmi come te, cretino" rispose acido il ragazzo. "Hey, sono Niall" si presentò allora il biondo, ignorando o forse non sentendo del tutto la provocazione. "Josh."

Con te è diversoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora