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Quella notte dormii poche ore.
Nel silenzio stellato i miei pensieri si soffermarono su quel ragazzo perfetto dall'ego smisurato e pensai che forse, l'apparenza, a volte, può ingannare anche i migliori detective del mondo. Oikawa sembrava onnipotente, ma lo era davvero?
Questo lo capii quando, mentre vagavo per il quartiere nelle ore più fredde della giornata, lo vidi seduto sulla riva del fiume della città, con le ginocchia al petto e la testa sui gomiti, con un'espressione corrucciata e poco rassicurante.
Pensai stesse semplicemente prendendo una boccata d'aria. Così continuai il mio giro.
Perlustrai la zona, orbitando attorno al luogo in cui era seduto il ragazzo, passai di fronte il panificio della signora Tsukishima, con le luci già accese pronta ad impastare le pagnotte calde della mattina insieme ai suoi due figli, attraversai il piccolo ponte che collegava il centro di Tohoku alla zona élite della cittadina e infine mi sedetti anche io sulla riva di quel fiume, dalla parte opposta del castano.

E fu proprio quando mi fermai che iniziai a riflettere. Tooru sembrava darsi da fare. Stava osservando attentamente dei video dal suo Ipad, studiando con cautela tutte le tattiche di gioco delle ipotetiche squadre che avrebbero potuto incontrare durante la prima fase dell'Interliceale, che sarebbe cominciato a breve. Mentre io cosa stavo facendo? Cosa stavo facendo per rialzarmi?
Così, decisi di riprendere in mano la mia vita, rimboccandomi le mani e iniziando ad occupare le mie giornate con qualcosa di più pratico dello studio e meno noioso della meditazione solitaria.

In effetti, recentemente, vidi un volantino sul banco di Kindaichi, sul quale vi era scritto che il club di pallavolo maschile della scuola stesse cercando uno studente o una studentessa del primo anno che si proponesse per diventare il nuovo manager della squadra. Mi sarei voluta candidare immediatamente, a bloccarmi fu solo il flebile bagliore di speranza di poter ricominciare a giocare a pallavolo in un futuro prossimo. Tuttavia, nulla mia avrebbe vietato, in tal caso, di fare entrambe le cose.
Così, quella mattina presi il modulo delle iscrizioni dalla sala insegnanti e vi scrissi sopra il mio nome, notando con stupore di essere stata una delle poche ad aver deciso di segnarsi per quel ruolo.
Il pomeriggio stesso, al termine delle lezioni, mi diressi in palestra e iniziai la mia settimana di prova, alla fine della quale avrei saputo se fosse stata accettata oppure no.

"Questa è la tua divisa." Mi disse il capitano il lunedì successivo, porgendomi una t-shirt celeste ed una felpa bianca ripiegata con cura.

"Cosa?" Chiesi sorpresa.

"Bek-chan siamo felici di annunciarti che sei ufficialmente la nostra nuova manager!" Festeggiò Tooru, battendo le mani, seguito da un applauso generale da parte di tutti i ragazzi.

"Bek vai a provarti la maglietta!" Affermò Makki.

"Già Bek, mostraci come ti sta!" Replicò Kindaichi.

"Ragazzi, la indosserò dom - "

"Avanti. Niente storie." Insistette Oikawa spingendomi fuori dal campo.

Sono fregata.
Pensai.

Mi incamminai verso lo spogliatoio femminile e infilai la t-shirt. Leggermente grande, anche se fosse una S. Ma non era la taglia a preoccuparmi, bensì quei piccoli lividi sulle vene lungo le braccia, causate dalle flebo del recente ricovero ospedaliero. Indossai la felpa per coprirli e lasciai la zip aperta per mostrare la maglietta sottostante, uscii e mi diressi nuovamente in palestra per dare inizio agli allenamenti.

"La felpa, Bek!" Incominciarono i ragazzi, scherzando.

"La scritta da leggere è dietro."

Non avevo altra scelta.
Sospirai.
Sfilai il braccio destro, poi quello sinistro e mi girai di spalle per mostrare loro "rule the court" ("dominate il campo").

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞 𝐲 𝐇𝐮𝐞𝐬𝐨 | 𝐋𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐁𝐞𝐜𝐤𝐚 𝐞 𝐓𝐨𝐨𝐫𝐮 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora