𝟑

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Si allungò accanto a me. Il suo petto sfiorava la mia schiena e la sua mano era poggiata sulla mia sottile vita. Inalai con un profondo respiro il suo buon profumo e ne venni inebriata immediatamente.

"Io ero malata." Dissi dal nulla interrompendo quel silenzio agghiacciante che fino a poco prima avvolgeva la stanza.

Sentivo l'attenzione su di me, le sue mani calde stringermi delicatamente, mentre pesava attentamente ogni mia parola e ogni mio sospiro.

"Ho sofferto di anoressia.
Per mesi non ho fatto altro che vivere negli ospedali, non mangiavo più e mi nutrivano con un sondino naso-gastrico. È difficile spiegare a chi non ha mai vissuto una situazione del genere cosa si prova. Ora come ora, ti direi che si perde il totale controllo della propria coscienza mentale. Pensi solo alla tua immagine riflessa allo specchio e al numero segnato sulla bilancia. Il cibo influenza il tuo umore e le tue giornate. La mia vita girava solo ed esclusivamente intorno a quello che dovevo o volevo mangiare.
Divenni scontrosa e asociale e mi allontanai da tutti. Dalla mia famiglia e dai miei amici. Smisi di giocare a pallavolo e decisi di cominciare palestra. Tutti i giorni, allenandomi fino allo stremo.
Così, tutti gli amici che avevo, pian piano, a poco a poco, scomparvero e io mi ritrovai sola ad affrontare un qualcosa che era iniziato come un gioco. Ero arrivata a pesare 35 kg, non esistevo praticamente più. Indossavo sempre una felpa enorme sia d'estate che d'inverno per nascondere il mio fisico e perché sentivo sempre freddo. Per i corridoi di scuola venivo presa in giro perché ero troppo magra. Quando andavo in spiaggia le persone mi fissavano; non il viso, bensì le costole. Mi dissero che al primo soffio di vento sarei volata via.
Già, quel famoso primo soffio di vento. "

Tooru continuava ad ascoltarmi.

"Per mia madre, tutto questo fu un vero inferno. Mi abbandonò due mesi dopo che mi dimisero dall'ospedale. Vedere sua figlia in quello stato l'aveva logorata dentro. Trovò un bell'uomo, se ne innamorò e lasciò mio padre, che non la prese bene. Incominciò a bere e a combinare casini su casini. Quello di stasera è uno dei tanti. Tuttavia non si era mai spinto così oltre."

Feci un attimo di silenzio e presi fiato.

"Nonostante tutto, io non colpevolizzo nessuno dei due. La colpa è mia. Ho rovinato la mia famiglia."

La buia stanca si riempì di un'atmosfera cupa, ma al contempo pacata e tranquilla.

"Bek, tu non hai rovinato nulla." Mi interruppe. "Penso che tu non debba colpevolizzarti per le tue condizioni di salute passate. Ognuno di noi ha il diritto di stare male. Non è una vergogna e non è una fragilità. La cosa importante è fare di tutto per evitare l'irrimediabile. E tu hai lottato. E hai vinto.
Ti ammiro, perché non tutti avrebbero avuto la tua stessa forza.
Grazie per esserti confidata con me. Immagino non dev'essere facile parlare di questi argomenti."

Una lacrima di commozione tagliò il mio viso, mentre sulle labbra avevo stampato un sorriso drammatico. Quella notte ci addormentammo insieme, sotto il caldo piumone che riscaldava due cuori solitari. Negherei se dicessi che non mi stavo innamorando.

Ero a casa di Oikawa da un mese ormai. Quei giorni erano stati incredibili. Era come se vivessimo insieme da tutta la vita. Nell'appartamento tutto era in ordine grazie al maniaco controllo di Tooru di sistemare ed etichettare qualsiasi cosa. Per di più, era un cuoco davvero eccezionale.

"Bek-chan è ora di alzarsi." Mi avvisò spalancando le tende della camera da letto.

Mi rimisi sotto le coperte.

"Altri cinque minuti." Mormorai.

Tooru storse gli occhi sorridendo e tornò di sotto.

Ma questo odore... Pensai tra me e me, mentre inalavo un gradevole profumo dolce m proveniente dalla cucina. Pancake!

𝐂𝐚𝐫𝐧𝐞 𝐲 𝐇𝐮𝐞𝐬𝐨 | 𝐋𝐚 𝐬𝐭𝐨𝐫𝐢𝐚 𝐝𝐢 𝐁𝐞𝐜𝐤𝐚 𝐞 𝐓𝐨𝐨𝐫𝐮 |Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora