Il processo

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BUON NATALEEE🎅🎅
Mi è stato chiesto un doppio capitolo natalizio......... Quindi vi accontento!
Buona lettura!!

***

Mi svegliai a causa del doloroso pulsare dell'emicrania all'altezza della tempia sinistra. Massaggiandomi nervosamente la zona dolente, lanciai le gambe nude giù dal letto e, con un occhio socchiuso, mi diressi come uno zombie verso il bagno.

Quando lo sguardo mi cadde sulla mia figura riflessa, rabbrividii dall'orrore: la mia pelle era pallida e cinerea, e i miei occhi, circondati da profondi cerchi scuri, erano lucidi di febbre. Come se non bastasse, avevo le labbra screpolate e i capelli spenti, che somigliavano vagamente ad un nido di uccelli informe sulla sommità del mio capo.

«Ah, merda» borbottai, facendo una smorfia allo specchio e voltandomi dall'altra parte.

«Maledetto Rìan» ringhiai ancora, inveendo contro la sua lungimiranza, e mi diressi verso la cucina strascicando i piedi sul parquet, alla disperata ricerca di un bicchiere di succo d'arancia.

«Rowan, tesoro, sei uno straccio!» esclamò mia madre non appena mi vide, e corse rapida a posarmi il palmo freddo sulla fronte per misurarmi la temperatura.

«Cielo, ma tu scotti! Tornatene subito a letto, arrivo fra un paio di minuti con il termometro e l'aspirina» mi suggerì, ignara del fatto che il medicinale si trovasse ancora malamente abbandonato sul pavimento della mia camera.

«Sì, adesso torno a letto... lasciami bere un po', prima» borbottai, dirigendomi verso il frigorifero ed estraendone il tanto agognato succo d'arancia.

Mi stavo per riempire il secondo bicchiere quando la porta d'ingresso si aprì con foga, e la voce incrinata dal panico di Laidhgeann spezzò la quiete mattutina: «Moira! Moira, lo vogliono processare! Lo vogliono processare, Cristo Santo!».

Il compagno di mia madre piombò in cucina completamente stravolto, con i vestiti stropicciati e gli occhi spiritati.

«Ehi, amore, calmati. Chi vogliono processare?» gli domandò mia madre con voce pacata, posandogli le mani sulle spalle per tranquillizzarlo.

Laidhgeann, però, era troppo sconvolto per potersi calmare, infatti, scostandosi rapidamente dalle affettuose braccia di Moira, cominciò a camminare a grandi falcate lungo la cucina, incapace di rimanere fermo.

«R-Rìan» balbettò, con le mani che gli tremavano lungo i fianchi, «Vogliono processare Rìan, mio figlio!» tuonò, picchiando un pugno contro il ripiano di marmo della cucina.

«Co-cosa?» balbettò mia madre, immobilizzandosi come una statua di sale.

«Hanno condannato Brecc O'Malley per aver tentato di violare la mente di Rowan... e ora vogliono processare Rìan per aver violato quella di O'Malley» mormorò Laidhgeann, accasciandosi su uno sgabello.

«Dev'esserci uno sbaglio» affermò quindi mia madre, «Non possono punirlo per aver difeso Rowan».

Laidhgeann si passò una mano sul volto sudato: «Daghain ha parlato con Ailis Campbell, la quale le ha riferito che le accuse rivolte a Rìan sono di eccesso di legittima difesa. Dice che lui abbia torturato O'Malley».

Moira carezzò i capelli brizzolati di Laidhgeann e mormorò: «Andremo tutti a testimoniare in sua difesa. Rowan si schiererà dalla sua parte, e così faremo tutti. Dov'è ora Rìan?».

«È già andato in tribunale. È lì da questa mattina... come se sapesse che sarebbero venuti anche per lui» sussurrò Laidhgeann, pallido come non lo avevo mai visto.

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