Grania

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Buongiorno!
Finalmente conosciamo un po' meglio la mistica figura di Grania, che già ha creato un dibattito nei commenti ahahahahaha
Buona lettura e, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate di Grania, di Rowan, e di tutta questa situazione complicata!!
A presto💞

***

«Avresti dovuto dirmelo prima. Credevo fossi mio amico».

Fui svegliata da un concitato bisbiglio e da una voce a me ben nota che vibrò nell'aria con una nota di profonda irritazione.

«Sarebbe cambiato qualcosa, se te ne avessi parlato?» lo strascicato sibilo di Rìan mi costrinse a rimanere immobile, per non destare né in lui né in Solamh – il primo interlocutore – il sospetto che non stessi più dormendo.

«Ti avrei sicuramente capito. Ti avrei potuto aiutare. Forse non saprò cosa significa perdere la propria Protetta, ma sicuramente conosco la sensazione che si prova quando la persona che ami ti viene strappata da un momento all'altro» la voce di Solamh era carica di sofferenza e risentimento e, in quel momento, mi resi conto di quanto ancora soffrisse per la perdita di Suanach.

Rimasi adagiata sul letto, con una mano sotto la guancia e l'altra postata sul cuscino, e cercai di protrarre la mia recita per quanto più tempo possibile.

«Non ne voglio parlare» sbottò laconico Rìan, e nella mia mente lo vidi chiudersi a riccio per evitare di affrontare l'argomento.

«Oh, io invece ne voglio parlare eccome» sibilò Solamh, in tono minaccioso, mantenendo però una voce estremamente bassa.

«Quanto era seria la... no, lo so già che era una cosa seria, quella che c'era fra di voi. Tu sei quasi impazzito quando lei è scomparsa» mormorò Solamh, traendo da sé le conclusioni, per poi continuare: «Inoltre, Rowan...» ma indugiò, e non continuò la frase.

«Rowan cosa?» ringhiò Rìan, «Cosa? Cos'ha detto?» sibilò di nuovo, con una voce bassa ma grondante d'ira e disprezzo.

Solamh sbuffò spazientito: «Non ha detto niente, razza di idiota. Ha pianto. Ha pianto per te e per quello che crede di averti fatto» sbottò.

«Cristo Santo, io gliel'ho detto! Le ho detto di starmi alla larga!» tuonò, e sbatté con forza i pugni sul legno della scrivania.

L'improvviso frastuono mi fece trasalire, ma Solamh non se ne accorse: «Si può spere cosa cazzo ti prende?! Come puoi essere così... Così...?» proruppe, senza sapere come continuare, ma Rìan, sibilando un freddo: «Sta' zitto, si è svegliata», se ne andò a grandi passi e sbatté la porta d'ingresso alle sue spalle con forza sovrumana.

Sospirai sconsolata e, imponendomi di essere forte, mi sollevai come uno zombie dal materasso.

Coprii le mie ancora spoglie nudità con il lenzuolo di seta del letto di Rìan e posai lo sguardo sulla luminosa figura di Solamh.

«Ciao» mormorai con voce resa roca dai troppi pianti, e gli rivolsi un timido sorriso.

«Ehi, piccola!» mi salutò lui, con un ampio sorriso che dissipò le ombre che avevano fatto capolino sul suo bel volto in seguito alla sua conversazione con Rìan.

«Che ore sono?» domandai, stiracchiandomi con discrezione nel tentativo di mantenere celato sotto il lenzuolo il mio petto nudo.

«Le sei di mattina, piccola. Ti sei fatta una bella dormita» mi rispose il ragazzo, sedendosi sul bordo del letto.

Mi prese per una mano e, incitandomi con una leggera pressione, mi esortò: «Forza, vieni a fare colazione. Hai bisogno di rimetterti in sesto».

Arrossi dall'imbarazzo e, abbassando gli occhi sul lenzuolo, borbottai: «Solamh... ti potresti voltare?».

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