La caduta verso il pavimento mi sembrò durare un'eternità ma, proprio quando decisi di chiudere gli occhi per non vedere il mio viso che si infrangeva sul liscio parquet, due forti braccia mi afferrarono al volo.
«Ti ho presa» sussurrò la calda ed affettuosa voce di Solamh e, sollevando a fatica le palpebre, trovai i suoi meravigliosi occhi scuri fissi su di me.
«Rowan, cosa ti prende? Ehi, guadami» lo sentii dire, percependo le sue gelide dita risalire dalle mie guance alla mia fronte, dove scostò con delicatezza la frangetta sudata.
«Ma tu scotti!» esclamò poi, stringendomi a sé, «E... per gli dei, sanguini!» sbottò, tastandomi il fianco destro.
Trasalii fra le sue braccia e soffiai come un gatto, cercando invano di allontanarmi dalle sue dita indagatrici.
«Solamh» udii la voce di Rìan da lontano, come se provenisse da un buio tunnel della mia mente, «Dobbiamo curare in fretta quella ferita. Stringiti a me».
Stretta fra le braccia di Solamh, percepii un improvviso strattone all'altezza dell'ombelico e, subito dopo, fui assalita da una violenta nausea.
Feci appena in tempo a scostarmi dal mio principe azzurro che rigettai la colazione, scossa da prepotenti conati di vomito.
«Starai meglio, piccola» mi sussurrò il mio capo clan preferito, accarezzandomi i capelli, e io borbottai qualcosa di indistinto.
Riaprii gli occhi e mi ritrovai in un salotto che non avevo mai visto in vita mia, ma non feci in tempo a formulare una domanda che udii la voce della mia Strega Guida sbottare: «Portala di qua, Solamh... sbrigati, forza».
«Cos'è successo, Rìan? Cos'ha? E perché siamo venuti qui? Non sarebbe stato meglio portarla da Laidhgeann?» domandò di getto Solamh, con voce permeata d'angoscia.
«Appoggiala qui, ma fai con cautela» gli ordinò Rìan, per poi aggiungere: «Una scheggia di legno le ha perforato il fianco. E non siamo da Laidhgeann perché in casa sua non troverai kit di primo soccorso, qui invece sì».
«Ora, Rowan, sta' ferma... e stai calma» mi sussurrò Rìan.
Udii un rumore di stoffa che veniva strappata e seppi che il ragazzo stava tagliando la mia felpa intrisa di sangue per poter guardare in che condizioni fossi.
Non appena l'aria fredda venne a contatto con le mie ferite, fui colta da un intenso brivido di sollievo, e sospirai grata.
Rìan tranciò di netto anche il tessuto del mio reggiseno, ed io mi ritrovai nuda e sanguinante di fronte a lui e Solamh.
Mugolai qualcosa di indistinto per far chiaramente intendere il mio disappunto, ma Rìan mi zittì con uno sguardo duro.
«La ferita non è molto profonda. Solamh, nella credenza sulla destra ci sono delle pinze e un barattolo con un contenuto verde dentro. Portami entrambi» gli ordinò, analizzando con occhio attento il mio fianco destro.
Solamh, però, rimase fermo e percepii le sue dita fredde sfiorare la pelle in prossimità delle mie scapole, dove si trovavano le zampe anteriori del Drago, l'ultimo Blocco che mi aveva fatto Rìan. Esso si mosse agitato, non gradendo le attenzioni del capo clan, e sentii uno sbuffo di calore fuoriuscire dalle sue narici per mettere in guardia l'uomo.
«Questo Drago... è come...» ma Rìan lo interruppe: «Sì, lo è, ma adesso muoviti, Solamh. Non abbiamo molto tempo» sbottò.
Ci furono dei passi e Solamh esclamò: «Questi unguenti sono del mio clan!».
«Lo so. Me li sono fatti fare dalla vecchia Abigail, e in cambio le ho promesso che avrei ucciso più fate possibili» ribadì Rìan, poi, senza avvertirmi, mi versò qualcosa sul fianco destro e io cominciai a gridare.
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Sangue di Discendente
FantasiaSecondo volume; seguito di "Stirpe di Strega". SPOILER SUL PRIMO LIBRO (da non leggere se non ci si vuole rovinare il finale del primo!): Rowan O'Brien è stata rapita. Il Generale delle Fate l'ha attirata con l'inganno e intrappolata nel Regno Sotte...