And I was Elizabeth Bennet dancing with Mr Darcy.

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Canzone consigliata per il capitolo: Perfect, Ed Sheeran

Il giorno del ballo era finalmente arrivato e non c'era una sola ragazza in tutta Charlottetown che non fosse emozionata

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Il giorno del ballo era finalmente arrivato e non c'era una sola ragazza in tutta Charlottetown che non fosse emozionata. Quella mattina le lezioni erano state sospese, per permettere a insegnanti e alunni di organizzare tutto nei minimi dettagli.

La Queens Academy era un imponente edificio molto antico con i tetti a punta, che ad Anna ricordavano tanto i castelli medievali di cui aveva tanto sentito parlare nei libri di storia. Aveva un aspetto gotico e spettrale tanto da sembrare infestato, specialmente in quel periodo autunnale caratterizzato da nebbia e umidità.

Un'acconciatrice di Charlottetown era appena arrivata alla pensione in cui alloggiavano le ragazze, che già all'alba avevano iniziato a prepararsi per l'evento di quella sera. C'erano capelli da intrecciare, vestiti da sistemare, visi da truccare e tante altre cose da cui Anna, ovviamente, venne esclusa.

Diana continuava a guardarla con un'aria sconsolata mentre le venivano boccolati i lunghi capelli castani.Non riusciva ad essere emozionata per il ballo sapendo che la sua amica del cuore non sarebbe stata con lei e che quindi avrebbe dovuto trascorrere tutta la sera appiccicata a Fred.

L'unica cosa che rendeva Diana felice in quelle fredde giornate era la corrispondenza con Jerry. I due avevano iniziato a scambiarsi lettere, rigorosamente in francese,  e Diana stava già organizzando l'incontro dei suoi genitori con il garzone dei Cuthbert. Sarebbe stato traumatico per la sua famiglia, ma a Diana non importava più di tanto. Aveva finalmente preso il controllo della sua vita.

Anche  a Toronto la mattinata fu piuttosto caotica, caratterizzata da un Gilbert Blythe che non sapeva più dove fossero i suoi gemelli, gli stessi gemelli che Matthew gli aveva prestato per la fiera dell'estate precedente e che si era dimenticato di restituire. 

"Potresti calmarti, per favore? Mi stai facendo venire il mal di mare!" disse Terence cercando di concentrarsi sul suo libro di latino. La stanza era invasa dalle valige di Gilbert e c'erano vestiti sparsi ovunque.

"Non riesco a trovare la mia camicia bianca!" sbraitò il riccio rovistando tra i cassetti

"Sei serio? La stanza è completamente ricoperta dalle tue camicie bianche che, se non l'avessi notato, sono tutte perfettamente identiche!"

"Non sono identiche! Ne sto cercando una in particolare per cui servono i gemelli. E ho perso anche quelli! Non erano nemmeno miei..."

"Potresti almeno metterti una maglietta mentre ti deprimi? Ho freddo solo a guardarti"

Gilbert alzò gli occhi al cielo facendo un respiro profondo, chi l'avrebbe mai detto che quella giornata sarebbe iniziata così male? Diede una veloce occhiata al suo riflesso sullo specchio, cercando di calmarsi e rendendosi conto per la prima volta di quanto fosse cambiato in tutti quegli anni. Non aveva l'abitudine di guardarsi allo specchio, ma quando succedeva doveva ammettere di piacersi molto. Il suo fisico era scolpito, grazie al lavoro in fattoria, e stava diventando altissimo.

Chiamatemi Anna [QUARTA STAGIONE]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora