Mi risvegliai di soprassalto cadendo dalla finestra dove mi ero appisolatto, il mio cervello come una vecchia panda a diesel ci mise qualche minuto ad accendersi ed a carburare quel tanto che bastava a far aprire gli occhi ed a capire cosa stesse succedendo,
- cazzo che male... ... ... - mi alzai massaggiandomi la faccia
- perche ogni volta che sogno armando qualcosa deve farmi male... ... ... - mi guardai attorno vedendo la mia attuale camera, ero, di nuovo, nella mia stanza... da solo! mi sedetti sul bordo del letto dandomi dei buffetti sulle guance per svegliarmi,
- (che palle!) - mi alzai di pessimo umore , per via del sogno ed anche per via della botta cadendo
- (apertis portal) - schioccai le dita ed apparì una un portone in legno, con le rifiniture in oro e acciaio, che portava alla sala grande, passai la porta chiudendomela alle spalle, schioccai le dita, facendola sparire e andai diretto al tavolo dei professori, tutti gli studenti mi guardarono come a chiedersi come mi fossi vestito, ero in vestaglia, una stupenda vestaglia bordeaux con dei fenicotteri disegnati sopra, sotto avevo dei pantaloni azzurri del pigiama, che negli anni persero il loro elastico, e una canotta biancastra senza maniche, gli studenti si goderono tutto il mio defilé sulla passerella centrale, non mi interessava più di molto il avere gli sguardi di tutti puntati addosso, negli anni imparai a non dar troppo peso al pensiero degli altri, volevo solo andarmi a sedere al mio posto, a quel lungo e largo tavolo di platani picchiatori
- ¦bel vestito¦ - disse sarcastico Piton
- ¦bel taglio di capelli¦ - risposi sorridendo per quel mezzo secondo, per dare maggior caricatura al fastidioso ed acido commento,
- (capulus amiculos) - aggiunsi latte e zucchero, tanto zucchero, e iniziai a sorseggiare il mio caffè rannicchiato su quella sedia che con la magia feci arrotondare sempre di piu per farla assomigliare ad una di quelle poltrone sospese, dall'aspetto tondeggiante, Albus entrò da li a poco, era gia vestito con il classico tendone da circo, non mi era mai piaciuto il suo modo di vestire e non glielo mandavo a dire,
- oh! vedo che siete tutti qui - mi guardò e si diresse verso di me, mi fissò intensamente negli occhi
- ¦so di esser magnifico alla vista, ma immagino tu voglia dirmi qualcosa e non solo fissarmi¦ - tossì
- certo certo, oggi sostituirai Rolanda - lo guardai confuso
- come prego? -
- ¦per quanto io conosca bene le tue capacità, come mago e come insegnante, alcuni professori hanno alzato alcune obbiezioni che non posso ignorare¦ - lanciai un occhiataccia a Piton, sapevo che era quell'omuncolo che provava a rovinarmi la permanenza
- il programma? -
- a tua libera scelta - sospirai sconfortato, in pratica mi mandavano al macello,
- ¦tranquillo, so che ti inventerai qualcosa¦ - sbuffai.
Mi alzai dal tavolo dirigendomi nella mia stanza, avrei dovuto inventarmi qualcosa dal nulla, questo perche oggi avrei avuto la mia prima lezione, Albus mi aveva ceduto l'ora e non sapevo esattamente cosa fare,
- (me lo inventerò al momento, credo) - presi la mia tracolla e corsi al campo di allenamento, dove avrebbe tenuto la lezione la Bumb, i ragazzi arrivarono da li a poco, tutti mi guardarono mentre venivano verso di me, chiedendosi come mai non ci fosse madama Bumb, ma io, si misero tutti a semicerchio
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[In Revisione] Always - a Drarry's story
Fanfictionquesta non è la solita storia di una scuola di magia... Markus Donovan Purkiss, nato nel 1638 in una famiglia povera di Diagon Alley, passa la sua infanzia tra un abuso fisico del padre e Hazkaban dove viene spedito per crimini a lui additati, un gi...