24- coinquilina

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Un'oretta dopo Amenadiel era a casa di Linda con Charlie che era dalla sera prima che non la smetteva di piangere. In quel momento Amenadiel si era messo su una palla da yoga a saltellare dolcemente cercando di far calmare il piccolo in braccio, mentre Linda, anche più disperata di Amenadiel, stava cercando di preparare il biberon.
Dopo un po' qualcuno bussò alla porta della casa di Linda.
-aspetti qualcuno Amenadiel?- chiese Linda isterica.
-te l'ho detto cinque minuti fa che sarebbe venuta Mia-
-ah certo. La coinquilina... entra!-
E Mia entrò. Era una ragazzina di appena quattordici anni che ne dimostrava due in meno se sorrideva. Aveva dei lunghi capelli biondi che le arrivavano a metà schiena, e dei profondi occhi blu. I denti bianchi e le fossette sulle guance. Alta un metro e sessant'otto o poco meno.
-ciao Ame!- esclamò sorridente entrando con una sacca nera in mano.
-ciao Mia- disse lui disperato.
-ciao Linda!- disse anche salutando la dottoressa con un cenno della mano.
-Amenadiel non aspettavi la tua coinquilina?!- disse mentre le cadeva dal tavolo la poppa del biberon tra le urla di Charlie. Mia la prese al volo e gliela diede in mano.
-sono io la sua coinquilina. Amelia. Amelia Moira Mia Queen. Meglio se non ti dico da dove vengo, ma sono umana, tranquilla... e lui è il piccolo Charlie?!- chiese sorridente avvicinandosi ad Amenadiel che lo teneva in braccio con un espressione molto disperata.
-posso?- chiese la ragazzina allungando le braccia verso il piccolo, e Amenadiel era ben felice di lasciarglielo. Appena Charlie si trovò tra le braccia di Amelia si silenziò.
-che succede Amenadiel? Non sto sentendo niente!- disse Linda concentrata a montare il biberon.
-non sta più piangendo!... come ci sei riuscita?-
-lo charme di noi Queen- disse Amy sorridendo mentre guardava il piccolo con la testa appoggiata alla sua spalla.
-senti. Faccio io il biberon. Vai a farti una doccia e rilassati. Tanto devo aspettare Lucifer che arrivi dall'Inferno-
-tu, tu lo sai?- chiese Linda mollando il biberon.
-si l'ho scoperto dopo neanche un paio di mesi qui... vai. Forza!- e con una mano montò il biberon e ci infilò il latte caldo facendolo bere al bambino, beato tra le sue braccia.
-forse avrei dovuto portarlo a casa molto prima- disse Amenadiel.
-a me avrebbe fatto piacere. Va beh... raccontami ancora una volta quello che devo fare-
-allora. Adesso Luci arriverà. Tra poco, con Angel dall'inferno dove sono andati a farsi forgiare le frecce che poi tirerai, senza ucciderlo, contro l'altro figlio della mamma-
-capelli nero, occhi verdi, aura luminosa intorno- disse Amy. -e con fare non umano-
-esatto. Sei brava a trovare le persone e a non farti vedere. Quindi perfetto. Gli scagli qualche freccia, e poi lo porti nell'attico di Lucifer-
-dove ci sarete voi. Lo leghiamo a una sedia con un intruglio, e lo torturo-
-c'è la farai?-
-la bratva è la migliore in fatto di torture. Tranquillo- disse Amy, pur sapendo che su quella terra, terra 666, non esisteva nessuna organizzazione mafiosa russa che si chiamasse bratva.

Due ore dopo Amy buttò fuori dall'ascensore nel attico di Lucifer, un ragazzo dai capelli neri, l'altro figlio di Charlotte. Era senza sensi con una freccia nella spalla sinistra e una in quella destra. Indosso Amy aveva una tuta nera attillata con un tessuto resistente, Kevlar. Con un grande cappuccio tirato giù dalla testa, e una maschera nera che doveva coprirle naso e bocca attaccata al collo. Sulle spalle aveva una faretra, e a lato una spada.
-te l'avevo detto che ci metteva meno di cinque ore- disse Lucifer finendo il liquido nel bicchiere, mentre Angel le dava cinquanta dollari in mano, scocciata, e Amanadiel si avvicinò ad Amelia.
-piacere Amelia!- disse Amy sorridente verso Angel.

-io sono Angel- rispose la creatura celeste. -molto piacere- disse avvicinandosi e facendo passare il suo sguardo su tutto il corpo della ragazza.

-Ame legalo per favore- disse Amelia senza smettere di guardare Angel. -hai le ali d'oro te?-

-si-

-ma adesso sei mortale... strano-

-seccante. non strano- disse avvicinandosi a Amelia, e poi a bassa voce disse: -e poi è dura essere l'ultima. nessuno ti calcola. è dura per me ma a loro non dirlo- disse per poi fare l'occhiolino.

Lucifer- L'angelo dimenticatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora