21. Newt, Ashley

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*Newt's pov*

Era passata solo un'ora.
O magari ne erano passate tre, il tempo corre in modo strano quando ci si sente persi.
Il suono metallico delle Porte che si chiudono, mantenendo al loro interno quattro delle persone più importanti della mia vita continuava a ripetersi in loop nella mia testa, martellando sul mio cranio come una delle peggiori emicranie.
Ero seduto contro la pietra fredda e grigia del Labirinto da quando l'Adunanza sul da farsi era terminata, si stava facendo ora di cena ma non avevo fame.
Avevo completamente perso l'appetito, ho avuto solo le forze di trascinarmi fino alle Porte, ci avrei anche dormito contro, non mi interessava.
Sapevo per certo che non mi sarei dato per vinto. Non erano morti. La mia mente non riusciva a metabolizzare la cosa.
Continuavo a ripetermi che avevano una speranza, ma mano a mano che il tempo passava anche io continuavo a crederci sempre di meno.
Era che senza di loro anche Ashley aveva perso la voglia di continuare, e lei era una delle poche persone che mi erano rimaste escluso Chuck. Non sapevo neanche dove si trovasse quel pive.
Non avevo neanche la forza di parlarne, volevo stare da solo, per conto mio, con la sola compagnia dei miei pensieri per un po'. Sicuramente poi i discorsi scoraggianti di Gally non mi avrebbero fatto stare meglio.
'Non torneranno' e lui che ne sapeva? Era quello che avevo pensato all'inizio. Adesso mi veniva solo da piangere.
Chiusi gli occhi e provai a rilassare i muscoli. Niente da fare.
Thomas, Minho, Alby, Rebeka. Vedevo in continuazione le loro facce.
Rebeka.
Dio solo sapeva quanto avrei voluto vedere il suo sorriso in quel momento.
Quello che riusciva a dare un senso ad ogni mia giornata.
Quello che, se ci fosse stato prima, avrebbe anche evitato il mio incidente.
Non che non sentissi la mancanza degli altri, anzi. Ma con lei era diverso.
Con lei era tutto diverso.
E prima che me ne potessi rendere conto sentii una lacrima solitaria solcarmi una guancia.
Mi portai una mano allo zigomo e la asciugai subito, ma questa rimase sul mio indice.
Rimasi ad osservarla per diversi secondi, quando avvertì una presenza accanto a me.
"Come stai?" chiese una voce femminile. L'unica rimasta, era la voce di Ashley.
"Sono stato meglio, tu?" risposi sforzando un sorriso.
"Uno schifo, mi sento come se avessi potuto evitarlo" sospirò lei mettendo la testa contro le mura.
"Sai che ti ho fermato per un motivo, non potevamo perdere anche te" dissi ricordandole di quando l'avevo tenuta per le braccia, prima che si lanciasse nel Labirinto subito dopo Thomas.
"Grazie, solo grazie. Ma vorrei essere comunque con loro" sorrise appoggiandomi un gomito sulla spalla.
"Ti capisco" sospirai sonoramente in risposta, riuscendo finalmente a riprendere un respiro regolare.
"Dov'è Chuck?" chiesi ad un certo punto iniziando ad aguzzare la vista, nella speranza di scorgere il ragazzino in lontananza.
"Alle cucine, gli ho parlato prima" rispose, sembrava che avesse la testa da un'altra parte, cosa che mi spinse a chiedere spiegazioni.
"Cosa vi siete detti?"
"Mi ha detto che sente tantissimo la loro mancanza. Ha detto che Rebe è la mamma che non ha mai avuto" mormorò trattenendo a fatica un sorriso.
Non che il tutto mi avesse aiutato più di tanto, al contrario, ora che ero consapevole del fatto che a tutti mancassero i ragazzi, soprattutto Rebe, stavo ancora peggio.
"Torneranno" disse semplicemente voltando lo sguardo verso le Porte vicino a noi.
Volevo rispondere con qualcosa di incerto, come 'Ne sei sicura?' o 'Lo spero, non illudiamoci troppo però'.
Poi, una scintilla di ottimismo esplose nel mio petto, come se qualcuno le avesse dato fuoco con un accendino.
All'improvviso mi sentii sicuro, ero convinto in qualche modo del fatto che avrebbero ritrovato la via di casa. E anche se quella sensazione non sarebbe durata a lungo, ero intenzionato a manifestarla.
"Si. Torneranno" annuì sorridendo.
Dovevano farlo. Io credevo in loro.

Maze Runner || Glade PillsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora