19. Rebeka, Newt

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*Rebeka's pov*

angolino: nevermind, anche questo è il mio preferito

"Mmmh" mugugnò Newt stringendomi ancora di più a se. Eravamo sdraiati sul pavimento del Casolare da parecchio tempo. Ashley e Thomas, che prima erano con noi, erano usciti per fare una passeggiata, ma non avevo nessuna intenzione di alzarmi e spostare il suo braccio dalla mia vita o la sua testa nell'incavo del mio collo.
"Sai forse dovremmo fare qualcosa" disse lui ad un tratto. Ogni volta che parlava il suo fiato sul mio collo riempiva il mio corpo di brividi.
"Ad esempio?" chiesi io in risposta girandomi completamente verso di lui. Mi sorrise dolcemente e si mise seduto, con la schiena appoggiata al muro.
"Tu che faresti se fossi fuori di qui?" mi chiese lui in risposta. Io sorrisi inevitabilmente e mi avvicinai di più a lui, posando una mano sul suo collo.
"Beh, avrei appena messo i miei figli a nanna, per il riposino pomeridiano, e starei sul divano con il loro papà" risposi guardandolo negli occhi e sorridendo. Lui sorrise a sua volta.
"E che cosa faresti con questo ipotetico papà?" chiese Newt scostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Sapevo che si aspettava un bacio, così mi ritrassi leggermente.
"Mah non saprei, probabilmente ci faremmo le coccole" riposi sotto il suo sguardo deluso, che cambiò un ampio sorriso quando si accorse che lo prendevo in giro.
Risi piano e lui mi avvicinò nuovamente a se, stringendo la presa sulla mia schiena. Eravamo a pochi centimetri di distanza e i nostri nasi quasi si toccavano.
"Potremmo accelerare i tempi" disse di nuovo Newt con la voce bassa avvicinandosi, ma io per dargli fastidio non lo baciai.
"Non ho mai detto che il padre fossi tu" dissi. Lui si staccò leggermente e aggrottò le sopracciglia, facendo apparire rughe e fossette.
"C'è qualcosa che dovrei sapere?" chiese mentre io scoppiavo a ridere. Gli presi il viso tra le mani e lo baciai, mischiando i nostri profumi. La mia mano vagava persa tra i suoi capelli e le sue lungo i miei fianchi. Arrivò al mio fondoschiena e mi sollevò. Divaricai le gambe e Newt mi posizionò a cavalcioni su di lui, senza interrompere il bacio neanche per un secondo. Mi staccai solo quando sentii che non avevo più ossigeno ed entrambi ansimavamo, mischiando i nostri respiri. Sorrisi quando aprii gli occhi e incontrai i suoi marroni.
"Voglio costruire una casa nostra, sul mare, in modo che ci sia sempre abbastanza fresco e che i nostri figli possano giocare in spiaggia con i figli di Ash e Tommy" disse di nuovo lui.
"Però deve essere posizionata in modo da vedere il tramonto" aggiunsi toccandogli i capelli biondi e morbidi "E voglio un terrazzo"
Lui alzò gli occhi al cielo e io risi di nuovo.
"Chiedi troppo signorina" disse assumendo una faccia buffa che mi fece ridere ancora più forte. Amavo quei momenti, quelli che per chiunque all'infuori di noi sarebbero sembrati insignificanti, ma per me valevano più di mille ti amo.
"Newt, non mi interessa dove o come sarà la nostra casa" dissi d'un fiato facendomi seria "Non mi interessa nemmeno se non ne avremo una, se saremo sempre in viaggio per vedere nuovi posti o se vivremo in un palazzo in una grande città, mi basta che ci sia tu. Sei tu la mia casa"
Lui mi guardò intensamente negli occhi e io non potei fare a meno di arrossire. Si morse il labbro inferiore e corrugò le sopracciglia.
"Vuoi sposarmi?" chiese Newt d'un tratto. Mi allontanai leggermente dalla posizione in cui ero e lo guardai stupita. Da dove saltava fuori una cosa del genere?
"Che- cosa?" Balbettai in cerca delle parole giuste
"Non è difficile, vuoi sposarmi o no?" continuò lui sorridendo.
"E dove, nella Radura? O quando saremo fuori? Che-che vuol dire?" continuai io ad impanicarmi mentre sorridevo come mai prima d'ora e il cuore mi batteva a mille. Newt si stava veramente divertendo nel vedermi così.
"Rispondimi, qui, ora, poi decideremo quando, dove e come" disse lui.
"Si, si si si!" Risposi baciandolo diverse volte e ridendo come mai prima d'ora. "Certo che voglio sposarti!"
"Però non possiamo farlo nella Radura, dovremo aspettare di uscire" dissi staccandomi dal bacio.
"Vero" concordò lui corrugando nuovamente la fronte "Beh potremmo sempre usare Minho come prete"
Scoppiai a ridere seguita dal biondino, pensando all'asiatico con una tonaca a fare una messa. Quando finalmente riuscii a smettere appoggiai la testa sul suo petto e restammo li così, a coccolarci e scambiare qualche risata o qualche idea su come abbellire la chiesa il giorno del grande evento. Sembrava stupido, ma quella era una promessa, la promessa che prima o poi sarebbe andato tutto bene, e io avevo una motivazione in più per correre nel labirinto.

Maze Runner || Glade PillsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora