Capitolo 9

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Mi addormentai sovrastata dai pensieri. La mattina seguente mi svegliai e guardai l'orologio. Erano le 10.
-ah, ho dormito troppo e oltretutto indosso ancora l'abito di ieri- mi alzai e mi cambiai. Andai in bagno e sciacquai il viso. Uscii dalla stanza e cercai Ciel. Lo trovai nel suo ufficio.
-buongiorno Ciel- dissi Guardando il ragazzo
-Buongiorno T/n. Siediti, devo parlarti - rispose analizzando con lo sguardo un documento. Feci come disse, mi sedetti sulla poltrona davanti la scrivania. Ciel passò lo sguardo da una scartoffia all'altra finché non si fermò su di me.
-T/n, Sebastian mi ha comunicato che hai già inteso il tuo ruolo. Mi servi come esca. Sto indagando per conto della regina sulla sparizione di ragazze della buona società. A quanto pare spariscono durante i balli- il conte mi guardò deciso.
-cosa dovrò fare? - chiesi impaziente.
-dovrai recarti a questi balli. Dovrai essere al centro dell'attenzione -rispose Ciel
-se sarò al centro dell'attenzione non mi toccheranno mai. Meno sono esposta e più loro hanno possibilità di rapirmi-
-T/n ha ragione, Bocchan- sentii la voce del maggiordomo dietro le spalle. Abbassai lo sguardo e iniziai a giocherellare con il braccialetto. Non avevo il coraggio di guardarlo in faccia.
-non ha torto, però deve pur sempre parlare con qualcuno o non la noteranno nemmeno i rapitori- disse Ciel con tono sarcastico
-hey! Sono pur sempre la figlia del conte Hansford - replicai piena di orgoglio.
-Sebastian, le farai da tutore . Il ballo si terrà fra due sere, nella villa del visconte Druitt. Dobbiamo sfruttare al massimo quest'occasione - guardai il ragazzo e mi soffermai sulla sua benda.
-Chissà perché la indossa... Avrà perso l'occhio? - i miei pensieri furono interrotti da Ciel.
-T/n che c'è? Mi stai fissando-
-oh... No... beh... Mi chiedevo se potessi aiutarti. Hai tutte queste pile di scartoffie sulla scrivania - inventai la scusa al momento, dire la verità sarebbe stato alquanto scortese.
-certo che puoi aiutarmi. Alcune di queste scartoffie sono lettere, pubblicità, attestati e inviti ai balli. Avvicina la poltrona alla scrivania - avvicinai la poltrona e iniziai a leggere qualche lettera.
-Ciel- richiamai il conte.
-si? -
-queste sono lettere d'amore. Tutte scritte da Elizabeth - presi 5 lettere e le sventolai in faccia al conte.
-cosa vuole? - chiese con tono assente
-vuole passare del tempo con te. Infatti verrà oggi pomeriggio-
-cosa!? Questa non ci voleva... -
-dovevi fare qualcosa? -
-si. Me ne occuperò io. Tu e Sebastian andrete al negozio di Nina. Dovete farvi confezionare degli abiti per i balli-
-ah-
-perfetto, ritorniamo a lavoro. Ci mancano poche scartoffie e abbiamo finito - lessi le altre lettere.
-Ciel, un certo Mr. Damiano vuole denunciarti. Per ora, Si trova a Londra. -
- Ahahahaha la lezione non gli è bastata! Ahahahahaha... Sebastian gli vogliamo impartire un'altra lezione? -
Psicopatico... Pensai sentendolo ridere.
-me ne occuperò io- replicò il maggiordomo accennando un inchino.
Continuammo a occuparci delle scartoffie.
-Ciel-
-mh? -
-hai una lettera di minacce da parte di Edward Midford... "se farai del male alla mia piccola sorellina ti abbasserò di 10 cm"- cercai di non ridere, ma era un'impresa.
-tch. E chi gliela tocca- rispose alzando gli occhi al cielo
-non avrai mai dei figli con lei se non la toccherai - lo stuzzicai. Ciel Arrossì velocemente, mentre io iniziai a sghignazzare.
-ma che ne sai . Pensa per te. Nessuno ti fa la corte - disse il ragazzo imbarazzato.
-sono io ad avere standard alti, è diverso - replicai continuando a leggere le altre lettere. Passò una buona oretta quando fummo interrotti da Sebastian.
-il pranzo è pronto - annunciò il maggiordomo.

...

Dopo aver pranzato, mi cambiai e mi diressi in carrozza. Sebastian si sedette al mio fianco, si sporse leggermente dal finestrino e fece un cenno al cocchiere di partire.
-my lady. Mi stai evitando di nuovo- Sebastian scrutò il mio volto.
-non è vero. Semplicemente non so come comportarmi- alzai lo sguardo e incontrai i suoi bellissimi occhi.
Rossi come il sangue... Il colore della passione. Più li guardavo e più venivo attratta. Sentivo lo stomaco in subbuglio, era come se stessi camminando nell'abisso della sua anima. Rabbrividii ripensando l'ultima frase. Era alquanto macabra.
-stai bene? Hai freddo? - chiese lui innocente
-sto benissimo - replicai distogliendo lo sguardo
-non sembra- sentii la sua mano inguantata accarezzarmi dolcemente la guancia. Un lieve terpore fece strada sul mio viso. Era una sensazione confortevole e dolce. Mi voltai e chiusi gli occhi. Mi piaceva essere cullata da quella delicata carezza.
Sta recitando sussultai ascoltando quella parte razionale di me. Aprii gli occhi e scostai la sua mano dal mio viso. Lui rimase stupito dalle mie gesta.
-non toccarmi- sussurrai debolmente.
Sta recitando! Fa tutto questo solo per ordine del padrone!
E se non fosse così? Se mi amasse? Impossibile. Starà solo giocando. Non ha capito che non sono facile.
Perché non ti piace il suo tocco? Non ti piace il suo sguardo? La sua voce? Il suo fisico? Il suo carattere maturo?
Non voglio essere ferita. Non voglio provare dolore. Non voglio rispondere a queste domande. Voglio solo fuggire per proteggermi. I miei pensieri furono interrotti dalla sua dolce voce
-perché? Ieri mi volevi - mi guardò con sguardo interrogatorio
-non sono un giocattolo. Il bacio di ieri...è stato un errore - dissi con un filo di voce l'ultima frase. Sentii avvampare il viso
-se è stato un errore,perché allora stai arrossendo? -
-perché è imbarazzante! - lo guardai di sott'occhio. Vidi un leggero rossore.
-Seb, hai la febbre? -
-vuoi controllare? -
Mi prese la mano e l'appoggiò sulla sua fronte.
-non scotti - vidi un ghigno comparire sul suo volto. Mi tirò a sé e mi baciò.
Cercai di ribellarmi, a causa di ciò lo graffiai sul volto.
-s-scusa, ti ho fatto male? -
-no-passò la mano sul graffio. Quest'ultimo, attimi dopo sparì.
-com'è possibile!? Fino a un secondo fa avevi il graffio. Non sei umano(?) -
Lo guardai stupefatta. Cercavo di darmi una spiegazione razionale.
-ti lascio col dubbio- rispose come se si stesse vendicando del mio comportamento.
- secondo l'anatomia e la biologia è impossibile che una ferita guarisca in 10 secondi. Quindi, se esiste il cane del diavolo possiamo intuire che esistono demoni, angeli, shinigami ecc. -
-il ragionamento è giusto -
-È tutto quello che sai dirmi? Sei un angelo? Mi sembra proprio di no. Non vedo nulla di puro. Uno shinigami? Avresti una falce... L'argenteria? No, è poco plausibile-
- complimenti siete giunta alla conclusione -
-sei un demone-
-non avete paura di me, ora? -
-quando il diavolo ti accarezza vuole l'anima- lo guardai male
-no. Mi basta quella del mio padrone - disse lui ridacchiando
-meglio così - evitai di tirar fuori la domanda fatidica... Se non vuoi la mia anima, allora perché mi accarezzi?
Guardai il finestrino.
-siamo a Londra - annunciai. Il cocchiere fermò la Carrozza al centro di Londra. Sebastian mi aiutò a scendere. Ero spaesata, c'era tantissima gente. Di rado passeggiavo per la città.
-dove dobbiamo andare? - guardai il maggiordomo.
-dalla sarta. Dobbiamo girare solo quel vicolo - mi prese per mano. Giunti al negozio, una signora esuberante iniziò a trascinarmi per i camerini.
-dovete confezionare un abito da sera sia per me che per la lady - disse Sebastian
-mi occuperò prima della bellissima signorina! - replicò la donna eccentrica con aria di sfida
-aspetterò qui- concluse il corvino con tono serio
-allora signorinella, come vuoi il vestito? Corto, lungo, medio? Con dei fiocchi o con dei ricami? Color pastello o colori vivaci? Penso che il rosso ti stia bene! Ah, comunque non mi sono ancora presentata! Io mi chiamo Nina-
-piacere io sono T/n Hansford -
-oddio sei la figlia del conte Hansford! Allora dovrò prepararti un abito magnifico! -
-può prepararmi un abito che si riconosca in mezzo alla folla? -
-intendi sgargiante? -
- un colore che si noti ma non troppo-
-mh glicine? Indaco? -
-meglio indaco-
-fammi prendere le misure e mi occuperò tutto io. Per domani mattina sarà pronto! -
-grazie Nina, confido in te-
-Aaaaww TRANQUILLA! SARAI LA LADY PIÙ BELLA DELLA SERATA-

...

Dopo aver preso le misure, uscii finalmente dai camerini e mi diressi nella sala principale del negozio.
-Nina, ma Sebastian che fine ha fatto?-
Chiesi un po' preoccupata.
-starà provando qualche vestito- rispose la sarta annoiata
-perdona la mia scortesia, ma non lo sopporti , vero? -
-già. È uno di quegli uomini che crede di saper fare tutto da solo e che le donne siano inferiori. Io credo nel progresso! E credo anche nella parità dei sessi! - esclamò Nina fiera di sé.
- non credo che la descrizione che hai su di lui sia esatta, però fai bene a credere nel progresso- vidi la sarta più euforica che mai.
-Nina! Non sappiamo che completo dare a quest'uomo. A parer mio gli sta bene tutto! Guarda tu stessa- vedemmo l'aiutante della sarta abbastanza vivace, le brillavano gli occhi. Sebastian uscì dal camerino. Indossava un completo mozzafiato . Costituito da una marsina, un panciotto grigio cenere, una camicia bianca, una cravatta bianco perlato e pantaloni neri aderenti.
-mh prova con una giacca a coda-
Suggerì Nina. La collega in breve tempo ritornò con l'occorrente.
-ora è perfetto - rispose Nina pacata, per poi portare via con sé la collega, lasciandoci soli.
-come sto? - chiese il corvino
-sei bellissimo-
Bellissimo era poco. Era uno schianto .
-grazie - rispose con un ghigno benevolo
Quest'uomo non sa l'effetto che ha su di me.
Ritornò Nina con un paio di gemelli particolari.
-questi sono azzeccati all'abbigliamento. Ho dei bottoni simili che userò per l'abito di T/n. Dai vai a cambiarti, così posso mettermi all'opera -
- va bene- Sebastian andò verso i camerini. In poco tempo Ritornò.
Vidi che pagò in anticipo. Uscimmo dal negozio.
-T/n, voglio portarti in un luogo



Autrice
Sorry per gli errori spero che la storia vi stia piacendo

Un demone da compagnia (Sebastian x Reader) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora