Capitolo 22

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-uccidilo- dissi con voce flebile.
-faranno ricadere la colpa su tuo padre. Calmati un po' e troviamo una soluzione insieme-
-facciamo un contratto. Uccidilo e io penserò alle conseguenze- lo guardai intensamente, ero seria. Volevo sbarazzarmi di quell'uomo una volta per tutte.
-penso esista un modo più pacifico- mi accarezzò gentilmente il capo e ci sedemmo sul letto.
-fai innamorare Damien di un'altra, così la metterà incinta e sarà costretto a sposarla- mi rivolse un ghigno tutto fiero.
-certe volte a stento penso che tu sia un demone. Ora sorge un grandissimo problema, dove la troviamo una per Damien?-
- lui non ha interesse per nessuna? -
Scossi il capo e ricordai che il suo primo bacio l'aveva dato a me.
-penso di no. Dovrei parlargli-
-senza farti toccare, intesi? -
-geloso- ghignai.
-in ogni caso il problema è sempre il conte, Damien non sta facendo nulla di male. Il problema è il padre. Se lo facessimo fuori e dessimo la colpa a qualcun altro? Penso che sia una persona abbastanza odiata, quindi le possibilità che la colpa ricada su mio padre sono minime. Se per un breve tempo sto al gioco della "fidanzata", riuscirò a scoprire tutti i collegamenti del conte e  dovrei  riuscire anche a trovare qualcuno, qualche malfattore, che serba rancore su cui far ricadere la colpa-
- è molto elaborato e rischioso. Se non ci riuscissi? Finiresti per sposarti con lui-
-non fa niente. Manco posso sposarmi con te -
-cosa? - spalancò gli occhi sorpreso.
-amore mio, ora ti dirò onestamente tutto quello che penso. Io ti amo più della mia vita e tu lo sai benissimo, però cosa dirò alla gente? Cosa dirò a mio padre? Lui al massimo ti conosce come maggiordomo di Ciel. Non mi permetterà mai di sposarti. La società non ti conosce... -
Voltai il viso sul cuscino, non riuscivo a guardarlo.
-lo dovrei prendere come un addio? -
Mi sentii spezzare il cuore e mi voltai di scatto
-NO. ASSOLUTAMENTE NO.- Gridai quelle parole, scorsi lo stupore sul suo viso che lasciò spazio a un leggero sorriso.
-mi rincuora sentirlo, però calma altrimenti attirerai l'attenzione della servitù - abbassai il capo e rivolsi lo sguardo verso la finestra.
-non era un addio, stavo solo pensando a cosa dire alla gente. "Hey guardate ho un gentiluomo bellissimo, affascinante, intelligente, sadico e gattaro  al mio fianco, voi potete solo ammirarlo con il binocolo"-
-non sembra male come cosa- portò la mia mano alle sue labbra
-infatti è un privilegio. Flirt a parte, dovresti conoscere mio padre. Se ti presentassi come un gentiluomo venuto in amicizia potresti piacergli. -
- devo ricordarti che ho un padrone capriccioso (?) -
-devo ricordarti che ti sei presentato come cavaliere al ballo delle debuttanti... oddio abbiamo la scusa, possiamo reggere la  bugia!-
-perfetto. Ora dimmi, cosa vuoi fare prima? Infiltrarti come finta fidanzata oppure dire a tuo padre che sei mia? -
Mi strinse a sé. Sentii il mio volto andare in fiamme.
-d-direi di risolvere il primo problema. È quello più rischioso- cercai di pensare a delle vie di fuga in caso il piano sarebbe andato storto.
-sei davvero interessante- mi voltai di scatto, mi afferrò per la vita e mi guardò intensamente. Le nostre labbra distavano una spanna. Passò il pollice sulle mie labbra, quell'atto tanto sensuale mi fece arrossire violentemente. Vidi un ghigno comparire sul suo volto mentre si allontanava.
-ma che.. - lo guardai un po' delusa
-stavo solo constatando che prima eri audace e ora invece arrossisci facilmente. Per questo ti ho detto che sei interessante- sorrise compiaciuto
-prima ero fuori di me. Ora sto usando la ragione e non il desiderio- mi alzai e andai verso la porta
-dove vai? -
-a parlare con mio padre. Dammi un consiglio, gli dico direttamente il piano o faccio finta che voglio veramente findazarmi?-
-dovresti comunicargli il piano visto che prima o poi dovrò  presentarmi  a chiedere la tua mano-
-giusto. Aspettami qui-
Percorsi quei lunghi corridoi e andai in salotto, ero sicura di trovarlo lì a sorseggiare qualche alcolico davanti al caminetto acceso. Sentii più voci e poi un silenzio tombale. C'era qualcun altro con lui. Vidi un secondo bicchiere vuoto.
La mia predizione era corretta.
-papà, ti devo parlare-
-accomodati- mi indicò la poltrona al suo fianco.
-per il bene della nostra famiglia mi fidanzerò con Damien-
Meglio non dirgli la verità, c'è qualcun altro in questa stanza. Potrebbe essere chiunque, non posso fidarmi ciecamente.
-saggia decisione. Ora vai a letto che domani ti aspetterà una giornata piena di impegni - scorsi un ghigno soddisfatto sul suo volto.
Mi congedai e feci finta di allontanarmi, nascondendomi nelle vicinanze per sentire la conversazione.
-ora siamo soci. Domani manderò una carrozza-
Quella voce! Era il conte White.
-cos'era quel rumore? - sentii la voce del conte e rabbrividii
-io non ho sentito niente - rispose mio padre.
Diamine non posso stare qui o sarò scoperta, però voglio sapere... Al diavolo tutto! Tanto lo scoprirò da sola.
Andai verso camera mia. Vidi la porta socchiusa. Entrai e trovai sul letto una ipomea bianca con un ciondolo blu e un biglietto allegato.
-"buona notte, mon chéri" - lo lessi ad alta voce e rimasi spaesata.
-te l'ha lasciata Damien, è entrato e l'ha messa sul letto. "sarà mia. Riuscirò a conquistarla" - disse a bassa voce. Vidi lo sdegno nelle sue parole e di conseguenza sorrisi a quella ridicola imitazione.
-sapevo che era qui. Non gli ho detto nulla - sussurrai.
-va bene, in caso succeda qualcosa me ne occuperò io-  rispose. Capì perché stavo sussurrando, sapeva che c'era qualcuno ad ascoltarci.
-ti amo- lo abbracciai.
-anch'io- ricambiò l'abbraccio e mi diede un leggero bacio sul capo.
-fai la brava e chiudi la Stanza a chiave. Inoltre non dimenticare mai, che hai me dalla tua parte - mi baciò e andò via. Feci come disse, chiusi la porta a chiave e mi gettai sul letto.
La giornata era stata molto faticosa e la Stanchezza mi assalì, così mi addormentai facilmente.
Il giorno seguente mi svegliò Mary, rimasi perplessa. Ero sicura di aver chiuso la porta a chiave.
-Mary avevo chiuso la porta. Come hai fatto? - lei scrollò le spalle e mi mostro una seconda chiave.
-il padrone ha sempre le chiavi di scorta- detto ciò mi porse la colazione e preparò il vestito da farmi indossare.
-signorina il conte Damien White vi sta aspettando in soggiorno- annuii  col capo e continuai a sorseggiare il mio Earl Grey.
Guardai l'anello che mi aveva regalato Sebastian. Mi rincuorai e presi coraggio.
Mi cambiai e andai in soggiorno.
-buongiorno mon chéri - il biondo fece il suo solito sorriso smagliante. I suoi soliti ricci anche se raccolti ricadevano sulle sue spalle, notai che indossava un orecchino blu all'orecchio sinistro, era lo stesso colore dei  ciondoli che mi regalava.
-buongiorno - 
-vogliamo uscire? - accettai, mi prese per mano e ci dirigemmo verso la Carrozza. Si sedette al mio fianco.
-il viaggio è lungo, quindi possiamo parlare. T/n, ho chiesto a tuo padre la tua mano- lo vidi arrossire, stava cercando le parole giuste.
-vorrei sapere cosa ne pensi -
-va bene, però preferirei  che non ufficializzassimo tutto in fretta. Facciamo un passo per volta. - sorrisi gentilmente.
-va bene, però permettimi di fare questo- mi rubò un bacio.
-prendilo come bacio del buongiorno -











Autrice
Sorry per eventuali errori, spero che il capitolo vi piaccia :)

Un demone da compagnia (Sebastian x Reader) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora