Capitolo 25

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-brava, complimenti. Hai anche un altro amante-
Mi alzai di scatto e guardai l'uomo che avevo davanti.
-beh non mi piace negare l'evidenza. Certo siamo nello stesso letto, ma vedi? Non sono nuda. Quindi stai tranquillo-
Dissi quelle parole con non chalance. Ero stanca di quella situazione basata sul " prendi e molla".
-ora sei anche sfacciata, cos'è successo alla T/n spaventata di ieri sera? -
Vidi il suo solito ghigno malizioso.
-vieni con me. Lui potrebbe svegliarsi da un momento all'altro - mi alzai e presi la sua mano inguantata. Andammo in bagno, era l'unico luogo spazioso, con la chiave nella serratura  e dove nessuno poteva disturbarci.
-non sono sfacciata, amore mio. Sono solo stanca. I rimorsi della coscienza mi uccidono e non ho potuto rifiutare di dormire con lui. Ma non l'ho toccato,  abbiamo solo dormito. A parte questa scemenza. Ieri sera stavi inseguendo la carrozza, dove stavano andando? -
-un'altra asta-
Mi guardò annoiato
-sappiamo che scelgono principalmente le ragazze giovani durante i balli. Le marchiano, le vendono intere o a pezzi...il conte partecipa a queste aste e su questo ne siamo sicuri. Quindi probabilmente avrà partecipato anche quella sera e di sicuro avrà liberato il complice -
-strano, non ricordo di averlo visto in mezzo a tutta quella gente-
-mi innervosisce più il fatto che quell'uomo sia vivo. Voglio scoprire la sua identità e vendicarmi- mi guardai allo specchio. Sembravo una pazza. I miei capelli erano un disastro.
-ogni tanto mi chiedo come faccio a piacerti- sorrisi esasperata da me stessa
-cosa intendi? - si avvicinò con passo felpato. Il suo profumo mi inebriava.
-vedermi di mattina con un altro.. Con i capelli spettinati mentre cerco insistentemente un piano di vendetta. Ti sembrerò una pazza. Beh, non ti do torto. Non sono abile a controllare le mie emozioni, sono cresciuta sotto una campana di vetro per tanti anni. Vorrei essere di più, vorrei fare di più. Non vorrei dar più retta alla mia Coscienza, preferirei essere egoista- sospirai e abbassai il capo.
-non penso che tu sia pazza. È normale  essere spettinati soprattutto di prima mattina.  Per quanto riguarda i  sentimenti, non c'è bisogno di cambiare. Fai bene a provare rancore, gli umani sono peggio dei demoni. L'unica cosa che mi ha dato fastidio è trovarti dormire con lui. Volevo essere l'unico a vedere la tua faccia dormiente -
-ah, quindi ti piace vedermi con la bocca aperta e i capelli arruffati - sorrisi come un ebete. Parlare con lui mi rendeva tremendamente felice.
-mh si. Mi diverte sentire i tuoi mugugnii e i tuoi "altri 5 minuti e poi mi alzo" - mi voltai. Guardai il suo viso pallido, le sue lunghe ciglia che incorniciavano quegli occhi scarlatti, le sue labbra...
-chissà perché con te non riesco proprio a contenermi- presi il suo viso fra le mani e lo baciai.
-Grazie Sebastian. Riesci a tenere la mia lucidità mentale alta. A parte questo come sono finita dalla vendetta al baciarti? - feci una finta espressione pensierosa
-perché sono irresistible - sorrise gentilmente. A quelle parole risi a crepapelle.
-quanta modestia. Bene, a parte gli scherzi io continuo con questa sceneggiata e vedrò di scoprire qualcosa, va bene?-
-yes,my lady-
Lo baciai di nuovo.
-T/n, sei li? - sentimmo la voce di Damien.
-si -
-posso entrare? -
-posso ucciderlo?- bisbigliò Sebastian con un espressione tutt'altro che calma.
-no- risposi ad entrambi.
-capisco. Volevo il bacio del buongiorno- disse Damien, ancora con voce assonnata.
Guardai Sebastian, intravidi la sua ombra demoniaca.
-no. Non avevi detto che te ne saresti andato di prima mattina?-
-sisi, certo che tieni conto di tutto quel che dico. Ora me ne vado ma questo non vuol dire che non te ne ruberò uno dopo- disse il biondo sbadigliando. Sentii la porta della stanza aprire e chiudersi. Se n'era andato.
-stava scherzando, credo-
-quello non era scherzare, non fingere di fare la santarellina-
-tanto non succederà, tranquillo- si avvicinò a me, sfilò il guanto e accarezzò il mio viso.
-tanto non ti farò dimenticare di me. Ti ricorderai di me, della mia voce, del mio profumo, del mio tocco... - mi sussurrò con voce rauca quelle parole. Sentii il cuore uscire fuori dal petto. Mi strinse a se e mi baciò. Inizialmente era possessione, famelico, poi diventava sempre più dolce. Ci staccammo senza respiro, iniziò a baciarmi il collo  per poi scendere più in giù.
-T/n. Ti ho portato la colazione - fummo interrotti dalla voce di Damien. Sebastian non si fermò, cercai di reprimere i gemiti.
-grazie- risposi.
-sei ancora nel bagno? Cosa stai facendo lì dentro? Tutto ok? Ora entro-
Guardai Sebastian e gli indicai di uscire dalla finestra. Mi diede un ultimo bacio e scappò via. Damien aprì la porta con la chiave di scorta.
-cosa stavi combinando? - mi guardò e  spalancò gli occhi.
-mi stavo lavando-
-oh, ehm si vedo... -
Presa dal far fuggire quel dannato demone, non mi resi conto di avere la camicia sbottonata. Lo notai troppo tardi e arrossii violentemente. Mi voltai di spalle.
Si avvicinò e mi sussurrò
-sapevi che stavo entrando, davvero non te n'eri accorta della camicia? -
Sussultai al contatto brusco della sua mano gelida a contatto sulla mia pelle bollente.
-no, te l'ho detto. Mi hai presa di sprovvista-
-sei bollente,   non è che hai la febbre? -
-non ho niente-
Ti ricorderai di me  avvampai ricordando quelle parole.
-sei strana. Non ti ho mai vista reagire così -
-puoi andare? Vorrei vestirmi. -
-no. Dimmi cosa c'è che non va-
- c'è che non va che tu sei un uomo e mi stai vedendo mezza nuda. Ciò mi mette a disagio-
-e io so che tu stai mentendo spudoratamente-
-eh? Perché dovrei?-
-non lo so, me lo chiedo anch'io. Non ti stavi lavando. Avresti i capelli bagnati e la vasca sarebbe piena. Poi sei perfettamente asciutta. Va bene che sei una giovane donna ma non va bene giocare da sola-
-ehhhh!?!? Ma cos'hai capito! Dannazione. Va bene, te lo dico. Stavo vedendo dove la camicia mi andava stretta, così poi ho fatto degli esercizi. Per questo sono sudata-
-ah. Non pensavo ci tenessi così tanto al tuo corpo-
-il corpo è il tempio dell'anima-
-ma il tuo è perfetto- mi baciò sul collo e passò una mano sul seno. Lo allontanai.
-se non la smetti, ti eviterò per i prossimi 15anni e non so se ti conviene-
-volevo solo coccolarti-
-ma anche no. Dai esci, voglio cambiarmi-
-dopo vieni in libreria- mi fece un occhiolino e se ne andò.
Appena rimasi sola imprecai contro quel dannato demone. Mi aveva messo in un bel guaio. Sicuramente Damien per non mettermi a disagio ha accettato quella bugia. Ora penserà che sono una poco di buono. Mi vestii, feci colazione e mi diressi in biblioteca. Non entrai, mi fermai vicino alla porta. Sentii Damien parlare con il padre.








Autrice
Sorry per gli errori e anche per il tempo di pubblicazione ma fra scuola, pon e altra roba veramente non ho avuto tempo, non linciatemi plz

Un demone da compagnia (Sebastian x Reader) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora