Non riuscivo a smettere di pensare a quegli occhi. Erano blu come un mare in tempesta. Chissà se dentro di lui c'era davvero una tempesta. Magari anche lui nascondeva un segreto come me. Sarebbe stato solo il tempo a dirmi se i miei dubbi sono fondati. Era pomeriggio e io avevo appena cominciato ad arredare quella che di lì a poco sarebbe stata la mia camera. Dipinsi le pareti di lilla e i miei genitori mi aiutarono a portare dallo scantinato alla mia camera un vecchio armadio (che rimisi apposto io dipigendolo), un comodino appena comprato che non avevano più voluto mettere nella loro camera e andammo al negozio degli arredi per comprare un letto a piazza singola. Visto che non avevano ordinazioni il letto era arrivato subito e lo avevo già piazzato vicino al comodino. Trasportammo la scrivania con il computer dalla stanza-ufficio a camera mia in modo che avrei avuto uno spazio mio dove studiare; nella piccola libreria affianco alla scrivania liberai uno scaffale per i libri di scuola che mi aveva fornito il preside e preparai lo zaino dell'Eastpack per l'indomani.
Era già sera quando finii di arredare la mia camera e mi buttai sul letto stanca. Stavo per addormentarmi quando sentii un qualcosa: un sussurro. Mi alzai dal letto e aprii la porta per vedere se erano i miei genitori che parlavano ma non c'era nessuno in corridoio, così richiusi la porta e mi affacciai alla finestra: in strada non c'era nessuno. Quando capii da dove proveniva quel sussurro continuo sussultai... proveniva dalla mia mente. Cercai di ascoltarlo ma era molto lieve e non sentii tutto:
《Alaska... ritorna dalla tua famiglia... la tua vera famiglia... ritorna tra noi Angeli... lì sulla terra scoprirai cosa è il vero dolore... non potrai farcela... crollerai... torna tra noi... i tuoi veri fratelli... e le tue vere sorelle... torna... abbiamo bisogno di te... torna... torna... torna...》
Quel sussurro era fatto apposta per aggirare la mente e distorcere i pensieri. Non sapevo se rispondere, così decisi di accasciarmi in un angolo della stanza e aspettare che quel "torna..." smettesse di rimbombare nella mia testa. Non sapevo cosa stessa succedendo ma qualunque cosa fosse era orribile. Avevo il brutto presentimento che quella non fosse stata l'ultima volta che sarebbe successo.
Dopo cinque minuti che a me sembrarono un'eternità entrò mia madre che, vedendomi accasciata a terra, buttò le buste che teneva in mano sul pavimento e si precipitò verso di me. Mi chiese decine di volte cosa fosse successo, ma dissi sempre che avevo avuto un'emicrania. Non avevo intenzione di spiegarle cosa era successo... almeno non ora, prima dovevo capire cos'era successo da sola. Per distrarmi aprii i sacchetti che mi aveva portato mia mamma e ci trovai dentro tantissimi vestiti, tutti meravigliosi. Li misi nell'armadio e mi recai a cena.
Cenai velocemente e ritornai nella mia camera, per distrarmi mi misi a leggere un vecchio libro di mia madre di quando era una ragazza della mia età ma nulla, nemmeno la musica, riuscì a distrarmi. Mi addormentai verso le due di notte, ma non domii nemmeno bene.
La mattina seguente sembravo un mostro: capelli arruffati e occhiaie sotto gli occhi. Fortunatamente riuscì a darmi una sistemata e fare colazione in tempo. Mi vestì con i vestiti nuovi che mi aveva comprato mia madre: un paio di jeans, delle All-stars lilla e una camicetta. Mia madre mi accompagnò a scuola e mentre entravo sentì il cuore battere a mille.Varcai la porta...
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Ehy ragazzi♡
Spero vi sia piaciuto questo capitolo:)
Continuo presto♥
Un bacioo :*
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storia di un angelo caduto dal cielo
Teen FictionAllora, io sono Alaska. Ho 16 anni e questa è la mia storia. Dai miei parenti e amici sono chiamata "Angelo ribelle". E credo che questo soprannome sia del tutto meritato. *********************** -tratto dalla storia: Me: "So che non ti arriverà mai...