Capitolo 5

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Entrai nella camera dei miei genitori. Avevo le gambe che tremavano e stavo sudando nonostante avessi fatto solo qualche passo. Avevo paura. Sapete quando avete qualcosa di importante da poco ma avete una folle paura di perderlo da un momento all'altro? Ecco. Solo che il mio qualcosa era un qualcuno. Mi avvicinai al letto per vedere se erano stesi. Eccoli lì sotto le coperte!

Scostai le coperte per fargli capire che ero io ma non aprirono gli occhi. Provai a dire "Ehy mamma, papà! Se ne sono andati! Potete smettere di fingere!" Ma tutto quello che mi uscì furono lacrime. Controllai il respiro: non respiravano. Controllai il battito: il cuore non pulsava. Erano... morti... non ci posso credere non... non potevano essere...

Feci per andarmene dalla stanza quando ad un certo punto qualcuno urlò il mio nome. Una voce familiare. Mi girai: dietro di me c'erano due persone in piedi che mi guardavano e venivano verso di me... i miei genitori. Ma... ERANO MORTI! COME ERA POSSIBILE?!

Mia madre mi abbracciò e vedendo che ero terrorizzata mi spiegò che non aveva mai perso i suoi poteri e che quindi quando erano arrivati i Guardiani aveva fatto un incantesimo che "silenziava" i respiri e i battiti nel corpo e faceva cadere in coma il corpo per venti minuti. Praticamente era come mettere un "mute" al corpo. Li abbracciai con gli occhi ancora stracolmi di lacrime e le guance rigate per le lacrime scese. Ce l'avevamo fatta. Eravamo liberi... o quasi. Mi sarebbe toccato tenere ancora per molto tempo la tinta nera ai capelli e gli occhi verdi, gli angeli guardano da lassù. Se mi avessero vista tutto questo sarebbe stato vano.

Decisi di andarmi a fare una doccia perchè ero ancora tutta sporca di terra e sudata dal volo durante la notte. Mentre ero sotto la doccia ripensai a tutto fino a quel momento. Non ci potevo credere di aver quasi realizzato il mio sogno: potevo essere normale. Basta con le lezioni per essere un bravo angelo. Basta con l'odio nascosto. Basta a tutto ciò che riguardasse la mia vita prima che varcassi la soglia di quella che ora era diventata la mia casa.

Stavo ancora pensando a tutto questo quando mia madre mi chiamò per fare colazione. Una tipica colazione americana: succo d'arancia, bacon, uova e toast. Tutto era buonissimo. Mentre mangiavo mia mamma mi raccontava di come sarebbe stata d'ora in poi la mia vita, ma io lo sapevo. Vedevo tutto dall'alto prima. Non le diedi molta attenzione fino a quando non sentii pronunciare la frase "E oggi pomeriggio andremo al liceo G. Washington per iscriverti e da domani probabilmente inizierai le lezioni". Sorrisi. Come potevo non sorridere? Avevo tutto quello che desideravo. Quello si che era il Paradiso.

Mi vestii con vecchi abiti di mia madre e la costrinsi ad andare ad iscrivermi al liceo quella mattina stessa. Mi promise che uno di quei giorni saremmo andate a fare shopping, non capiva che non mi importava proprio un bel nulla di quello che indossavo... ma va bhe. Meglio così in fondo.

Andammo al liceo per iscrivermi e il preside disse che avrei iniziato la mattina seguente. Mi diede gli orari delle lezioni, mi spiegò quali libri dovevo comprare e mi disse che ero nella 3^E. Uscendo dall'ufficio del preside vidi tanti ragazzi della mia età e qualcuno mi squadrò. Da domani forse alcuni di loro sarebbero diventati miei amici. Ad un certo punto incrociai lo sguardo di un ragazzo... bhe... abbastanza... cioè molto... carino. Mi sorrise e io arrossii. Era alto, palestrato e sulle braccia aveva qualche tatuaggio. Capelli marroni e occhi azzurri. Era circondato da dei suoi amici che ridevano e scherzavano.

Mentre fantasticavo sulla mia vita al liceo mia madre mi interruppe... come sempre. Mi disse qualcosa che non capii bene ma non mi importava. Non mi importava altro che rivedere quegli occhi azzurri fissarmi e quel sorriso sorridermi. Lo volevo rivedere...

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Ehy ragazzi:)

Spero vi sia piaciuto questo capitolo. Continuo più avanti♥

storia di un angelo caduto dal cieloDove le storie prendono vita. Scoprilo ora