Cercai di aprire la porta molto lentamente per non svegliarne i proprietari in caso avessi sbagliato casa. Per accertarmi che fosse quella la casa andai vicino alla vetrinetta di cristallo per vedere le foto.
La riconobbi subito: quegli occhi, quei capelli dorati e quei tratti del volto... quella era Claire. Cioè... mia... madre. E quello che le stava accanto doveva essere mio padre: Capelli e occhi bruni e le labbra spalancate in un sorriso. Quella foto risaliva al matrimonio. Decisi di dare un'occhiata in giro giusto per capire in che ambiente avrei dovuto vivere. Girai il soggiorno: la maggior parte dei mobili era di seconda mano e c'erano pochi oggetti con un alto valore, però c'erano molti libri e questo mi faceva piacere visto che amo leggere. Quando ero prigioniera di quell'Inferno nel Cielo nei rari momenti in cui non mi educavano a essere un'Angelo perfetto leggevo per viaggiare in posti che pensavo non avrei mai visitato. Ma ora...bhe tutto ora era diverso! Avrei potuto viaggiare con i miei genitori e magari con i miei futuri amici!
Sognando la vita che stavo per affrontare mi diressi al piano di sopra, in cui c'erano una camera da letto e un bagno. Decisi di tralasciare il bagno e mi diressi nella stanza da cui sentivo provenire del russare. Se proprio i guardiani angeli fossero venuti a prendermi prima avrei almeno visto come erano diventati i miei genitori. Mi avvicinai sempre di più al letto e riuscì a intravedere i volti delle due persone che erano sdraiate sopra. Quanto avrei voluto svegliarli e raccontargli tutto! Però... forse era meglio aspettare che si svegliassero; così decisi di tornare in soggiorno. Mi diressi verso la porta ma proprio in quel momento sentii delle mani che mi prendevano e mi sbattevano contro il muro e dei passi che correvano. La luce si accese e l'uomo mi girò con il viso rivolto verso di se e la donna lo raggiunse standogli alle spalle.
L'uomo disse: "Sapevamo che un giorno un guardiano sarebbe tornato a riprendere mia moglie. Ma noi siamo pronti e non ce la farete a separarci! Quindi va dai tuoi compagni e digli che potete mamdarci qui 100.000 Angeli, ma ogni vostro tentativo sarà vano! ORA VATTENE!!》
Così io, spaventata ma felice di averli visti e di aver la possibilità di parlargli, gli risposi :《Io non sono una guardiana, anzi scappo da loro. So che può sembrare strano, ma io sono vostra figlia... Alaska.》
La donna fece cenno all'uomo di lasciarmi, si avvicinò a me e mi guardò negli occhi. Nei suoi occhi vedevo me stessa, e credo che questo era la stessa cosa per lei.
Mi abbracciò.
Quello era l'abbraccio più vero che avevo mai ricevuto.
E sapevo che non avrei sopportato non riceverne più per il resto della vita.
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Ehy ragazzi♡
Questo era il terzo capitolo:)
Continuo più avanti;)
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storia di un angelo caduto dal cielo
Teen FictionAllora, io sono Alaska. Ho 16 anni e questa è la mia storia. Dai miei parenti e amici sono chiamata "Angelo ribelle". E credo che questo soprannome sia del tutto meritato. *********************** -tratto dalla storia: Me: "So che non ti arriverà mai...