Casa, Avengers - Nuovi sentimenti.

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Quasi un mese dopo l'inizio della mia nuova avventura, trascorro ancora la maggior parte del tempo nella mia stanza e, tra un addestramento e l'altro, mi faccio un pianto ricordando Pietro. Mi consigliano di cambiare aria o magari di usare la piscina olimpionica del complesso. Non sono interessata. Scendo in cucina per una tazza di caffè piena fino all'orlo e, per raggiungere la mia camera, passo davanti alla porta di Steve. Lo trovo intento a fare la valigia, con l'aiuto di Sam.
"Dove state andando?" chiedo, curiosa di conoscere i loro piani.
"Vado in camera mia a cercare le ali di riserva, torno subito" esclama Sam lasciandoci soli. La sua, sembrava tanto una scusa per poter andare via.
"State architettando qualcosa?".
"Abbiamo dei riscontri riguardo la nostra ricerca".
"Quale ricerca?" inizia a raccontarmi di un suo amico, riapparso un anno fa dopo decenni in cui Steve credeva fosse morto.

"Lo S.H.I.E.L.D lo sta cercando. Dobbiamo trovarlo prima noi e capire se è recuperabile".
"Avete una posizione attendibile?". Steve annuisce, mettendo maglioni e felpe nel borsone.
"Praga. Ultimo avvistamento stamattina". Annuisco, tenendo la tazza di caffè bollente tra le mani.
"Allora buona fortuna" giro i tacchi, preparandomi a tornare in camera mia.
"Vuoi venire con noi?".
"Cosa?" sgrano gli occhi, sorpresa dalla sua richiesta.
"Si, ci daresti una grossa mano nelle ricerche ed una con i tuoi poteri ci sarebbe molto utile" Mi gratto la nuca, scettica.
"Steve, adesso non sarei di aiuto nemmeno a me stessa".
"Ok, lo ammetto. Lo dicevo per farti cambiare aria". Sorrido, nonostante tutto e comprendo che è la prima volta che lo faccio nelle ultime settimane.
"Avrei il tempo di preparare la borsa?" Steve annuisce quindi vado in camera mia. Natasha mi raggiunge, chiedendomi che cosa sto facendo.
"Vado con il capitano a Praga. Ha dei riscontri sul suo amico Bucky".
"Ah" mugugna, venendomi incontro. "Andrete solo voi due?".
"No, c'è anche Sam. Prendiamo il jet tra un paio di ore". Sorride, ma la trovo turbata. Banner non è più tornato da quando il suo quinjet è caduto nelle isole Fiji. Stava per nascere qualcosa tra di loro ed io non le ho ancora parlato al riguardo. Non la conosco abbastanza bene.

"Senti, Nat..." inizio a dire, chiudendo la valigia "...mi dispiace ancora per quello che ti ho fatto".
"Non importa, ti ho perdonato Wanda. Dispiace a me che tu abbia perso tuo fratello" mi stringo nelle spalle, cacciando via le lacrime.
"La vita va avanti. Devo essere forte per lui".
"Lo sei" mi mette una mano sulla spalla per poi abbracciarmi.
"Sei un Avenger adesso e qui hai una famiglia che ti proteggerà sempre, a qualunque costo. Non dubitarne mai". Va via, augurandomi buon viaggio. Non appena sono pronta, raggiungo Steve e Sam sul retro del complesso dove troviamo il jet.
"Non credi che mi serva il passaporto per questo? Non sono cittadina americana e..." inizio a dire, preoccupata.
"Non servirà. Ci muoveremo in incognito. Nessuno dovrà sapere che siamo lì, altrimenti dovremmo arrestarci da soli. Fury non sa nulla di tutto questo...".
Durante il volo, ho modo di pensare a molte cose. Mi meraviglio di tutte le situazioni che ho dovuto affrontare negli ultimi dieci anni. Prima la morte dei miei genitori, poi la sopravvivenza, il reclutamento da parte di Strucker, l'acquisizione di un nuovo potere molto più grande di me, la morte prematura di mio fratello e adesso una nuova famiglia, con strani poteri ed un unico compito da portare a termine: salvare il mondo da qualsiasi minaccia imminente.
Non appena atterriamo, cerchiamo un ostello che non richieda carte d'identità e pagamenti con bancomat. Mi sento una clandestina, con tanto di felpa e cappello con visiera.

"È tardi adesso, inizieremo le ricerche domani mattina" dice il capitano, congedandoci. Io ho una camera singola mentre loro dividono un letto a castello. Mi faccio una doccia veloce per poi mettermi davanti alla finestra ad osservare le luci della città. Sento di non voler restare da sola, quindi raggiungo la camera degli altri, bussando piano. È Steve ad aprirmi, chiedendomi se c'è qualcosa che non va.
"Non riesco a dormire".
"Nemmeno io" risponde, uscendo nel corridoio "...vuoi compagnia?" chiede a voce bassa.
"Magari" socchiude piano la porta, venendo nella mia stanza.
"Troppi pensieri?".
"O forse troppo pochi" gli offro una tazza di tè caldo dopo averlo preparato per me.
"E tu perché non dormi?".
"Non dormo più ormai. Di notte mi alleno e qui non posso farlo".
"Non puoi sempre allenarti".
"Prova a fermarmi" scherza, sorseggiando il tè. Fa una strana smorfia che mi fa capire che non gli piace.
"È un tè tipico Sokoviano, simile al tè matcha" gli spiego mentre lo vedo lasciare la tazza sul tavolo.
"Sarebbe più buono se ci fosse del bourbon dentro..".
"Non posso accontentarti..." inizio a dire "...ma ho del whisky se vuoi". Steve sgrana gli occhi, sorpreso.
"E perché non me lo hai detto prima?!" prendo la bottiglia dalla valigia, versandone un po' nel suo tè. Dopodiché lo beve con più facilità, finendolo in pochi secondi.
"Il mio metabolismo brucia quattro volte più velocemente rispetto ad una persona normale, quindi non posso ubriacarmi" dichiara, rispondendo ad un mio sguardo perplesso.
"Mi dispiace, dev'essere dura".
"Non immagini quanto".

"Che cosa darei per potermi ubriacare adesso e non pensare a quello che mi è successo". Steve si sporge in avanti, posando i gomiti sulle ginocchia.
"Credimi, bere non aiuta a superare un lutto. L'ho fatto quando credevo di aver perso Bucky. Dovevo sentirmi meglio, invece sono stato peggio".

"Dev'essere stato un trauma scoprirlo ancora vivo e vegeto dopo settant'anni".
"Ancora non me ne capacito. Se penso a tutto quello che l'Hydra può avergli fatto..." tiro un grosso respiro, conoscendo bene la manipolazione mentale.
"Quando vi ho fatto quella cosa sulla nave di Klaue nella costa africana, ho percepito il tuo dolore. Non solo per Peggy e per la guerra, ma anche per lui... Mi dispiace di averlo fatto, Steve. Mi sono lasciata manipolare da Ultron, credendo fosse un essere speciale. Invece ci ha usati, proprio come Strucker".
"Non fartene una colpa. Adesso sono entrambi fuori gioco e tu sei con noi, giusto?" annuisco. Resta per un po' insieme a me, per poi tornare in camera sua e augurarmi la buonanotte. Prima di stendermi, penso alla nostra chiacchierata. Mi sono sentita bene, sollevata. Steve è un bravo ragazzo e, a dire la verità, anche molto bello.

𝐁𝐨𝐫𝐧 𝐭𝐨 𝐛𝐞 𝐭𝐡𝐞 𝐒𝐜𝐚𝐫𝐥𝐞𝐭 𝐖𝐢𝐭𝐜𝐡 | Libro Secondo Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora