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"Devo prendere un attimo alcuni documenti in ospedale e poi andiamo ok?" disse Kaylee quando Amber si parcheggió davanti all'entrata.
"Si va bene, così dopo possiamo parlare di una cosa" disse Amber, Kaylee annuì scendendo dall'auto e si avvió all'interno. Ci mise più del dovuto, salutò alcune infermiere e corse fuori anche se sapeva di non dover correre in ospedale, ma Amber non era un tipo molto paziente. Svoltó l'angolo, i fogli le volarono tra le mani e si ritrovó addosso a qualcuno. Apri e speró che fosse tutto uno scherzo, un maledetto scherzo.
Poi sentì qualcuno schiarirsi la voce. Si alzó di scatto spostando immediatamente lo sguardo e prendendo i fogli sparsi sul pavimento, le due l'aiutarono. Appena si alzó afferró i fogli che le porgevano e sentì chiamarsi.
"Kay, ma dove eri finit-" le parole le morirono in bocca, Kaylee si voltó verso la sua amica e senza neanche pensarci due volte corse fuori. Lasciando lì Madison e Taylor.
"Kay fermati" le urló Amber che la stava rincorrendo.
"Amber per favore, dimmi che è tutto uno scherzo, dimmi che quella non era Madison e dimmi che non è stato un fottuto dejavu, e dimmi che tu non lo sapevi ed è per questo che non me lo hai detto" Amber abbassó lo sguardo, quella mattiva voleva parlarle del fatto che Madison si fosse trasferita, voleva prepararla al fatto che l'avrebbe incrociata per strada, ma non aveva mai avuto il coraggio in quei due giorni.
"Io.. Io volevo parlartene stamattina non credevo che ti ci saresti imbattuta" Kaylee la guardó, tutto quello che aveva chiuso in una scatola. Tutto il dolore, la disperazione che aveva provato quando Madison l'aveva lasciata stava tornando tutto a galla e non poteva permetterselo perché oltre a quello c'erano anche i suoi sentimenti, le cose che nonostante tutto continuava a provare per lei. Non poteva lasciare uscire tutto quello che a fatica teneva dentro.
"Ho bisogno di tempo, tornerò a piedi" disse, non aspettò che l'amica rispondesse prese a camminare a testa bassa fino a quando arrivó a casa.
Posò i fogli sul tavolino, si legó i capelli, arrotoló le maniche della maglia e guardó il soggiorno, inclinó la testa per avere diverse angolazioni poi prese a spostare i mobili. Iniziò dal divano, poi con le poltrone, prese a togliere i libri dalla libreria lasciandoli a terra e provando poi a spostarla ma era troppo pesante.
"Fanculo pure tu" disse tirando un calcio alla libreria che traballó un pó, in quel momento erano appena entrati Dylan e Amber che avevano ancora le chiavi di casa e guardarono la scena. La ragazza non si accorse di loro, troppo presa a tirare calci alle cose, alla fine Dylan diecise di intervenire prima che potesse farsi male.
"Ei tesoro, che fai?" disse cautamente.
"Ho voglia di cambiare arredamento" disse Kaylee come se stesse nel suo mondo, Amber lanció uno sguardo preoccupato all'amico.
"Penso che sia un ottima idea" rispose lui beccandosi una botta da Amber.
"Che diavolo stai facendo?" sussurró in modo che l'altra non potesse sentire.
"Ha bisogno di questo in questo momento e noi l'accontenteremo" disse tornando poi a rivolgersi a Kaylee "Avevi qualcosa in mente?" Kaylee si voltó verso di lui come se lo avesse appena visto.
"Si, volevo mettere una di quelle librerie per dividere le due stanze e poi il divano, questo mi ha stufato" Kaylee continuo a parlare per un bel pó e alla fine Dylan decise di portarla a fare shopping di mobili. Kaylee salì in camera per cambiarsi e Amber non sapeva cosa dire in quel momento.
"Amber per favore assecondala, sarà poi lei a sfogarsi vedrai"
"Dylaaaan" la chiamó Kaylee dalla sua camera, i due salirono trovandola davanti al letto.
"Voglio cambiare anche la camera"
"Certo, ora andiamo dai abbiamo del lavoro da fare" le disse porgendogli il braccio e uscendo di casa.

Sette ore dopo erano in camera di Kaylee dove quest'ultima stava tirando fuori tutti i vestiti dall'armadio.
"Il potere delle carte di credito, in un pomeriggio hai cambiato casa" disse Dylan ridendo mentre aiutava Kaylee a scegliere cosa tenere e cosa buttare.
"Devo dire che non è niente male" aggiunse Amber guardando la nuova camera che Kaylee aveva scelto.
"Questo direi che possiamo decisamente buttar-" stava dicendo Dylan quando sentì Kaylee singhiozzare. Stringeva tra le mani una delle vecchie felpe di Madison rimasta sepolta per tutti quegli anni nell'armadio, era una delle sue preferite. Ricorda ancora quando dopo aver fatto l'amore Kaylee la indossó, le arrivava sopra le ginocchia e Madison la guardava con un sorriso dicendole che era bellissima. Le lacrime scendevano, non poteva fermarle, ormai era troppo tardi e dovette solo lasciarle scivolare.
"La cosa che odio di più e che non riesco ad odiarla.. Per quanto io cerchi di farlo, per quanto vorrei dimenticarla, per quanto mi sia ostinata a non chiedere più di lei, a non chiamarla più a non pensarla, lei torna. Torna con prepotenza, ho provato a cercare un'altro paio di occhi, in modo da dimenticare i suoi, ho provato così tanto, ma era sempre tutto inutile, perché per quanto io voglio, lei rimarrà sempre quella ragazza che mi ha rubato il cuore al liceo, quella ragazza che mi rubava i sorrisi nonostante la giornata pessima, quella ragazza che non smetterò mai di amare e la odio per questo perché io vorrei solo voltare pagina" disse, ormai era seduta a terra continuando a stringere quella felpa era un fiume in piena e non sono per le lacrime "Perché è tornata? E perché deve essere sempre così bella? Perché non è rimasta a New York dove non avrei avuto modo di rivederla? Perché continua a farmi così male? Perché tutto nella mia vita deve essere un casino totale? Ovunque vada non faccio che perdere qualcuno o qualcosa. Perché è così dura continuare a vivere quando attorno a me è tutta sofferenza? "stavolta non si riferiva solo a Madison, infatti i due ragazzi si chiedevano a cosa si stava riferendo. Non sapevano che cosa era successo in quell'anno sopratutto negli ultimi due mesi dopo non si era fatta sentire.
" Perché per una volta non posso essere felice? Ricordo che una volta mi dissero che il mio risveglio era stato un miracolo, la gente non faceva altro che ripetermelo e con gli anni ci ho iniziato a credere. Sai c'eravate voi, c'era lei e allora mi sono detta 'Si cavolo, un fottuto miracolo' ma ora non so se forse era meglio che quel giorno al posto loro ci fossi stata io, almeno loro non si sarebbero ritrovati come me ora. Una persona spaccata in mille pezzi che fatica a stare in piedi"
"Kaylee non permetterti mai più di dire una cosa del genere" disse Amber dandole uno schiaffo. Aveva le lacrime agli occhi, la fissava negli occhi con uno sguardo furente.
"Non azzardarti che la tua vita non vale niente, perché vale. Per me, per Dylan, Rachel, tuo padre per tutti la tua vita vale e non voglio sentirti dire il contrario perché si tu sei un fottuto miracolo, tu non puoi neanche capire per quante persone la tua vita vale. Secondo te Taylor starebbe con Zack se non fosse stato per te? O credi che Io e Rachel avessimo fatto pace se non ci fossi stata tu? E Dylan? Ricordi quando lo picchiarono solo perché era gay? Se non fosse per te lui sarebbe rimasto in quel vicolo a prenderci le botte fino a che non sarebbe morto. E Madison? Kay ricordo come tu l'abbia continuata a spronare a continuare gli studi quando voleva lasciarli. Se non ci fossi stata tu secondo te sarebbe uno degli avvocati più ricercati? Vogliamo sennò parlare di tuo padre? Lui non avrebbe mai conosciuto Charlotte, sarebbe rimasto da solo. Quindi smettila di pensare a queste cose, la vita a volte fa schifo, ma è così che va" lo disse quasi urlando. Dylan rimase a bocca aperta non avrebbe saputo fare un discorso migliore e Kaylee era rimasta a guardarla.
"Scusa" mormoró quest'ultima.
"Non devi scusarti Kay, scusa tu non volevo urlarti contro" le due si abbracciarono e subito Dylan si buttó addosso a loro facendole ridacchiare.
"Mi manca così tanto" sussurró Kaylee dopo un pó.
"Lo so, ora cerca di riposare un pó" le disse dolcemente Dylan mettendola sul letto, si addormentó stringendo ancora la felpa che avevo ancora l'odore di Madison.

Il Caos Che Mi Hai Lasciato DentroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora