Yorkshire tea

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HARRY POV

"Mamma sto uscendo" Esclamai mentre mi stavo infilando il cappotto.

"Ciao tesoro, ci vediamo presto" Rispose mia madre seduta sul divano.

Mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla guancia per poi uscire di casa ed avviarmi verso la scuola.

L'addome mi faceva ancora male, ma per lo meno riuscivo a camminare.

Arrivato mi diressi subito verso l'aula di inglese perché stranamente, (stranamente eh) ero in ritardo.

Entrato in classe presi posto di fianco a Niall e il professore iniziò la lezione.

Inutile dire che non ascoltai nulla.

















"Ni vieni da me più tardi? Partita a Fifa e pizza come al solito?" Chiesi mentre stavo infilando i miei libri nello zaino.

La lezione era appena finita e il professore era già uscito dall'aula.

"Scusa Haz oggi non riesco, ho gli allenamenti con la squadra di calcio fino a tardi" Rispose il mio amico alzandosi dalla sedia.

Squadra di calcio.

La stessa squadra di calcio di cui Brian era il capitano.

Non credo che andrà a finire bene questa storia.

"Ah ok, tranquillo ci vediamo lunedì, mio piccolo amico tinto" Risposi uscendo dall'aula affiancato dal mio amico.

"Harry basta con sta storia, non sono proprio tinto, ho solo cambiato colore dei miei capelli" Rispose il mio amico uscendo, seguito da me, dalla scuola.
Scoppiai a ridere, per la contraddizione che aveva appena detto.

"Va bene idiota, a domani" Risposi salutando Niall e avviandomi verso il forno in cui lavoravo.

Lavoravo in una bakery da quasi due anni.

Mia mamma non riusciva a pagare tutti i debiti della casa, quindi a diciassette anni avevo deciso di iniziare a lavorare per darle una mano.

Lei aveva sempre fatto di tutto per me, quindi aiutarla a pagare le bollette mi sembrava il minimo che potessi fare.

Arrivato al forno salutai Barbara, il mio capo, e mi andai a posizionare dietro il bancone per prendere gli ordini dei clienti.

Dopo trenta minuti, però, vidi arrivare un'orda di ragazzine urlanti verso il locale di fianco alla pasticceria.

Ok questo era strano.

Di solito quel locale era frequentato da pensionati che amavano giocare a bocce.

Ma chi le va a capire le ragazzine di oggi.

Il forno era praticamente vuoto, se non per una coppia di anziani che stava finendo di mangiare un muffin, ma erano talmente silenziosi che non si sentiva nessun rumore, se non per le stupide ragazzine lì fuori.

Mentre mi stavo dirigendo verso la coppia con le loro bevande calde in mano fui intralciato da un ragazzo con un cappellino e un paio di occhiali da sole che mi fece rovesciare tutto per terra e in parte sulla mia maglietta.

"Ma che cazzo, la mia maglietta!" Risposi incazzato, raccogliendo da terra i bicchieri vuoti e alzandomi per guardare in faccia il coglione che mi aveva fatto rovesciare tutto.

Il ragazzo in questione aveva non poteva avere più di venticinque anni, anche se dalla statura sembrava ne avesse dodici. I capelli color caramello erano coperti da un cappellino verde, anche se qualche ciuffo gli ricadeva comunque sulla fronte. Indossava una maglietta a maniche corte grigia e dei pantaloni della tuta, mentre ai piedi portava delle vans nere.

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