Elevator

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HARRY POV

Arrivato in giardino il vento freddo di novembre mi accarezzò la faccia.

Vidi Louis seduto su uno dei divani sotto la tettoia della villa a guardare il cielo.

Non c'era neanche una nuvola, quindi le stelle brillavano insieme alla luna, illuminando tutto il cielo scuro.

Anche se però non era una luna piena, era una luna a metà.

Era come se stesse aspettando il pezzo mancante che la completasse, che la riempisse.

Invece eccola lì in alto, a brillare a metà da sola.

Un po' come me, solo che io a differenza sua non brillavo. 

Mi avvicinai a Louis silenziosamente, per non rompere il silenzio che era nell'aria.

Si riusciva solo a sentire il rumore del vento e dei respiri di Louis.

Mi sedetti accanto a lui facendolo sobbalzare.

"Dio santo Harry, non puoi farmi prendere questi spaventi" Esclamò Louis con una mano sul cuore cercando di riprendersi.

"Scusa, non volevo spaventarti" Risposi guardando Louis, notando che dopo essersi ripreso si era alzato in piedi allontanandosi da me.

"Possiamo parlare?" Chiesi con voce tremante a Louis, che continuava a guardare il cielo senza rivolgermi neanche sguardo.

"Perché mai dovresti voler parlare con me? Non sono solo un montato del cazzo che non ha talento?" Rispose Louis con un finto sorriso sulla faccia.

"Non intendevo dire quelle cose Louis, lo sai anche tu"

"Ah no? Mi ricordo cosa hai detto al forno quel giorno e mi ricordo cosa hai detto nel messaggio" Rispose Louis lanciandomi uno sguardo che era ben diverso da quello gentile degli ultimi giorni.

"Sono un coglione" Dissi sottovoce forse un po' troppo forte perché Louis alzò la testa di scatto guardandomi.

"Concordo" Rispose Louis accennando un sorriso.

"Ma apparte tutto non capisco perché a te importa così tanto di quello che dico" Dissi confuso verso Louis.

E desiderai non averlo mai detto.

Gli occhi di Louis che si erano un po' addolciti tornarono ad essere neri dalla rabbia.

"Non mi importa un cazzo di quello che pensi di me, ma non puoi andare in giro a raccontare cazzate sul mio conto" Disse Louis arrabbiato spegnendo la sigaretta.

"Non so neanche perché sto ancora parlando con uno stronzo come te" Esclamò Louis dopo qualche secondo, avviandosi verso l'interno della villa.

E volevo veramente seguirlo, dirgli che mi dispiaceva e che non pensavo veramente quelle cose, ma i miei piedi erano incollati al terreno.

Quando Louis vide che non avevo intenzione di fermarlo si girò verso di me.

"E io che pensavo che potessi essere diverso, sei solo come tutti gli altri" Disse Louis guardandomi con occhi lucidi e con uno sguardo ferito, per poi rientrare nella villa.

L'unica persona che aveva mostrato un minimo di interesse nei miei confronti era appena andata via.

E io non avevo fatto nulla per fermarla.







Una settimana dopo non era ancora cambiato nulla.

Louis continuava a non parlarmi, mio padre continuava a fingere di essere il padre perfetto e Niall era...Niall.

Two ghostsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora