𝐑𝐨𝐠𝐞𝐫𝐬 |Loki.|

Capitolo 6:"Sei la cosa piú bella della mia vita."

Bucky entra nella stanza, il corpo dell'uomo giace per terra ai miei piedi ricoperto di sangue.
Io guardo il tutto con un espressione a dir poco sconvolta, mi sento terribilmente in colpa.

"Stai bene Josephine?"
Si avvicina a me ma io mi allontano perché sono abbastanza scioccata dall'azione che ho appena fatto, non so cosa sia preso ma di certo non volevo che andasse così.

"Non è successo nulla di grave, hai solo cercato di difenderti ok?"

Lo abbraccio perché è l'unica cosa che mi viene in mente in questo momento, lui ricambia stringendomi al suo petto.

"Ho avuto paura, volevo solo che andasse via non pensavo che-"

Le parole mi si bloccano perché mi viene da piangere, ho un nodo alla gola terribile che non riesco a mandare giù così facilmente.

"Josephine erano venuti per farti del male, tu sei stata in grado di difenderti e non devi sentirti in colpa."

"Grazie per essere venuto qui Bucky, non so cosa sarebbe potuto succedere se non ci fossi stato.."

La ferita alla testa non smette di sanguinare, poi quando guardo il suo braccio metallico vedo che non ha il minimo graffio perché insomma chi chi avrebbe la brillante idea di colpirlo proprio lì?

"Vuoi riposare un po'? Ci penso io al corpo, tu fatti una doccia Josephine."

Bucky mi da un bacio sulla fronte e poi esce portandosi dietro il cadavere, io provo a pulire la mia stanza ma tutto quel sangue mi fa venire il voltastomaco.
Vado in bagno pronta ad espellere tutto quello che ho dentro, ma alla fine non ci riesco per niente.
Quando sento un rumore di sotto capisco che è tornato Bucky, quando mi vede ai piedi del bagno si avvicina per capire cosa mi prende.

"Ci stai ancora pensando non è così?"

"Come hai fatto ad andare avanti? A non pensare a tutte quelle persone.."

Bucky sospira e poi si mette accanto a me, mi guarda e poi ricomincia a parlare.

"Non è una cosa così semplice, tutt'ora quando vado a dormire penso al fatto che ho ucciso così tante persone che forse nemmeno lo meritavano, quindi si non è semplice convivere con un peso del genere tutta la vita.."

"Tu però ci riesci perfettamente, io già alla vista del sangue ho la nausea."

"Sei una debole Josephine."
Mi sorride e poi mi accarezza i capelli dolcemente, probabilmente sta cercando di farmi addormentare ma tanti pensieri tormentano la mia mente.

Appoggio la testa nelle sue gambe e poi lo guardo dal basso, mi sta ancora sorridendo.

"Perché mi guardi così?"

"Così come?"

"Come se fossi la cosa più bella della tua vita Bucky.."

"Perché non lo sei?"
Mi sento il cuore a mille, ha davvero detto una cosa del genere? Proprio a me?
Non è possibile.

"Perché me lo dici solo adesso? Hai sempre cercato di andartene, di non voler avere più niente a che fare con me.."

"Non ci riesco Josephine, nemmeno se ci provo con tutte le mie forze ma l'unica cosa di cui mi sento in colpa è che forse sono un pericolo anzi un nemico per te.."

"Perché nemico? Che intendi dire?"

"Se sapessi tutto quello che ho fatto tu scapperesti, mi lasceresti qui.."

Mi alzo in piedi e lui fa lo stesso, prendo il suo viso fra le mani e poi appoggio la fronte alla sua.
"Non me ne andrei nemmeno se lo chiedessi, io sento che c'è qualcosa di forte fra noi Bucky e non puoi negarlo.."

"Io non lo nego ma è davvero la cosa giusta per entrambi?"

"Si che lo è."
Provo ad avvicinarmi per baciarlo ma entrambi ci giriamo verso la porta perché sentiamo che qualcuno ci sta osservando, è mio padre.

"Che cosa diavolo sta succedendo qui?"

"Papà sei tornato finalmente!"
Mi catapulto subito fra le sue braccia ma lui sembra nervoso, guarda verso Bucky ma non promette niente di buono il suo umore.

"Mi spieghi quello che sta succedendo fra te e lui?"

Non lo riconosco più, ha un altro tono e sopratutto sembra più nervoso.

"Papà non succede proprio nulla, degli uomini mi hanno attaccato mentre Bucky mi stava facendo compagnia qui a casa.."

"Compagnia? Da quando le visite di Bucky sono compagnia?"

Mio padre è furioso, non so come ma riesco a percepire qualcosa di davvero strano nell'aria.

"Steve che ti prende? Non farei mai del male a Josephine, lo sai bene!"

"Non è questo quello che mi
preoccupa Bucky, sei il mio migliore amico però c'è qualcosa di strano fra voi due.."

Mi sento strana, come se qualcosa dentro di me sia cambiato.

"Mi viene da vomitare scusate."
Corro verso il bagno e poi mi guardo allo specchio, i miei occhi sono di un colore diverso e poi mi tremano le gambe tanto da farmi cadere a terra.

"Che succede Josephine?"

Bucky e mio padre sono entrati in bagno, sono a terra che non capisco più nulla di quello che succede attorno a me.

"Ha bevuto qualcosa?"

"No forse è solo ferita, fammi vedere meglio.."

Bucky mi alza la maglietta e quando preme nella mia pancia sento un dolore atroce, quando leva la mano vedo che è piena di sangue.

"È un proiettile."

"Che cosa significa?"

"Significa che il colpo si è rivoltato sia contro di te e contro quell'uomo, ma chi può averlo fatto?"

Mi sento sempre più male, le forze mi stanno abbandonando quindi tengo stretta la mano di Bucky.

"Ti portiamo all'ospedale piccola."

Mio padre mi da un bacio sulla guancia e poi corre verso il piano di sotto, usciamo in fretta da casa mia diretti verso l'ospedale.

In macchina Bucky non fa altro che darmi piccoli baci sui capelli, mi tiene stretta la mano e mio padre ogni tanto guarda dallo specchietto la situazione.

"Bucky chi erano gli uomini che vi hanno aggredito?"

"Steve sai bene chi sono, l'Hydra è sulle sue tracce e farà di tutto per fargli del male.."

"Solo perché è mia figlia, solo perché è la cosa che amo dipiù al mondo.."
Mio padre sta piangendo, lo capisco dal tono della sua voce.

"P-Papà ti voglio bene, non ho paura di nulla io lo sai bene.."
Poi chiudo gli occhi e quando li riapro sono già nel letto dell'ospedale probabilmente mi stanno portando in sala operatoria.

"Non pensare di andartene via senza salutare Jos."

"Bucky qualsiasi cosa dovesse succedere, io voglio che tu sappia che sei anche tu la cosa più bella della mia vita.."

Poi stacco la sua mano della mia pronta per affrontare l'operazione.