Il rumore dell'ago battuto velocissimo contro la pelle bianca di Atali solleticava i timpani di Frida, che dopo tutti quegli anni di lavoro artistico non si era ancora abituata a sentir elettrizzare il proprio attrezzo.
Aveva disegnato a mano libera la mezzaluna sotto la clavicola della figlia, che la desiderava proprio in quel modo. Era il terzo tatuaggio che già si faceva fare dalla madre, e il suo buon papà Axel non ne sarebbe stato affatto entusiasta.
Lui amava i disegni sul corpo di Frida, non poteva resistergli in quel modo, ma nonostante l'amasse tanto non riusciva facilmente a perdonarle i suoi lavori perfetti addosso alle loro giovani figlie.
Atali aveva ormai diciannove anni, ma non sapeva ancora cosa fare della sua vita. Un vuoto gelido la attanagliava, e nonostante sorridesse continuamente, appagata e felice della sua vita e dai suoi affetti, non riusciva a trovare una ragione per cui vivere, uno scopo che l'avrebbe resa unica come lo era sua madre. Frida era il migliore degli esempi a cui Atali potesse ispirarsi, e per tale motivo si stava facendo riempire di inchiostro il disegno stilizzato della luna tonda e spigolosa sul suo petto.
Quel satellite esoterico, simbolo di femminilità e magia, rappresentava proprio sua madre. Frida era la luna della vita di Atali.
Atali era raggiante di gioia per quel nuovo simbolo sulla pelle; sdraiata sulla poltrona nera nello studio di tatuaggi manteneva il respiro stabile per non rischiare di rovinare le linee dei contorni, come se Frida non fosse una maestra nel suo mestiere.
Máirìn, una delle sue tante zie acquisite, passò dietro di lei alla ricerca di un tubetto di inchiostro rosso.
Curiosamente si fermò a guardare il risultato addosso alla giovane e ribelle figlia dell'amica, affondando le mani dolci e curate in mezzo ai capelli neri neri di Atali.Lei si lamentò, riordinando con foga la frangia liscia sulla fronte.
«Carino, davvero.» commentò Máirìn.
«Sul serio? Solamente carino?» Frida le fece il verso, scherzosamente. Allargò le mani con la macchinetta per tatuare ancora impugnata nei i guanti in lattice neri.
La sua allieva e collega fidata fece spallucce. Aveva un maglione bianco a collo alto che le incorniciava perfettamente il volto rotondo e piccolo.
«Non hai mica dipinto la Gioconda!»
«Comunque nessuno ha chiesto il tuo parere, solita serpe antipatica!» Atali si voltò verso Màirìn, ridendo con divertimento.
La donna dai lineamenti alieni le mostrò la lingua biforcuta, divisa chirurgicamente in due metà, e le ammiccò per provocarla ancora poco prima di lasciare made e figlia da sole.
«Lasciala stare, la conosci meglio di chiunque altro. In realtà mi venera.» Frida si chinò verso Atali sussurrando con dolcezza l'ultima frase. Entrambe risero, complici come sempre.
Dopo diciotto anni Frida non si era ancora capacitata di come avesse avuto in dono una fortuna simile, di quanto fosse essenziale e preziosa Atali. Era la personificazione di tutti i suoi colori migliori, aveva il volto di ogni suo gesto e pensiero, crescerla era stata l'opera d'arte migliore che avesse mai fatto.
Le lisciò i corti capelli corvini con le dita, in un gesto amorevole. Atali li aveva tagliati così corti da non arrivare a toccare nemmeno le spalle.
Si guardò allo specchio che sua madre le aveva porto per ammirare il nuovo tatuaggio; da ogni angolazione possibile studiò il suo riflesso, con gli occhi verdi accesi come fanali per la gioia ed un sorriso chiaro ad abbellirle i lineamenti spigolosi.
Quando sorrideva in quel modo Frida riusciva a distinguere la stessa fossetta che aveva Loki sulla guancia.
«Ti piace?» le domandò Frida, seduta sullo sgabello difronte a lei.
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Atali e Ardesia - Le rune di Loki ✔
FanficFrida ha quasi dimenticato Loki, se non fosse per quella loro figlia nata dalla magia. Atali, nel frattempo, non conosce il suo destino. Crede di essere anche lei figlia di Axel come la sorella minore Amaltea. Ogni cosa sembra andare come dovrebbe...