Capitolo 9

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«Liorit non agitarti, te ne prego. Per il mio hjörtu è un'immane sofferenza vedere i tuoi occhi lacrimare.» Loki mosse una mano affilata facendo roteare il polso.

Frida digrignò i denti per la collera. Loki stava utilizzando quelle parole chiave di proposito per renderla vulnerabile e facilmente manipolabile. La diletta del re Laufeyson non aveva intenzione di cadere in altri insulsi tranelli.

«Il tuo fottuto cuore non ha pietà di me, altrimenti ti avrebbe suggerito di meglio.» rispose lei.

«Mia luce, da quando in qua usi questo linguaggio così volgare?» le domandò Loki sorridendo sarcasticamente, sfoderando il suo asso del fascino.

«Da quando ho dovuto fare i conti con la tua follia.»

Loki scosse piano la testa rilassando i muscoli del viso. Gli zigomi spigolosi sembravano donargli maggiore bellezza, pur sempre scarniti e sintomo di disagio. 

I passi di Loki si diressero stavolta in direzione di Axel. Lui indietreggiò, ma solamente perché non sopportava la troppa vicinanza con quell'uomo. Il gigante poco più alto di lui gli toccò svogliatamente il girocollo della maglia ancora bagnata, squadrandolo con giudizio.

«Questi abiti non sono affatto consoni ai miei gusti. Non trovate anche voi che siano un obbrobrio?» la cadenza di Loki suonò volutamente effemminata e polemica.

«Stai davvero cercando di evadere la questione parlando dei nostri vestiti?» fece Axel, scontroso.

Loki lo guardò dritto negli occhi abbassando lo sguardo; le palpebre semichiuse e le labbra appena divise da una falsa innocenza provocatoria. «Parlerei anche di ciò che sta sotto i vestiti, ma non siamo ancora giunti ad un simile grado di confidenza.»

Frida sentì una vampata di calore esploderle in testa. Ne aveva fin sopra i capelli degli atteggiamenti di Loki. Caricò a passo veloce contro il profilo del dio il doppio più robusto di lei, intenzionata a strattonarlo per cercare di estrapolare le risposte tanto attese. 

Una calda sensazione le riscaldò completamente il copro, sentita molto più intensamente della magia flebile compiuta dalla pietra la suo collo. Fu un piacevole trattamento, e allo stesso modo inaspettato.

Loki aveva allungato un braccio verso Frida rilasciando su di lei l'operato delle sue altissime capacità magiche. Gli abiti umani di Frida scomparvero a partire dai piedi, sostituiti dal passaggio luminoso di una magia dorata. I piedi indossarono delle scarpe alte e un po' scomode, ma di un tessuto spesso che avrebbe tenuto al caldo le dita, di color dorato, allacciate ai polpacci tatuati con delle sottili corde intrecciate fino a metà degli stinchi. Le calzature si intravedevano attraverso la gonna del nuovo abito materializzatosi per mero capriccio di Loki, quasi trasparente; era un modello a sirena, adattato perfettamente al copro a clessidra di Frida. Il velo bianco della lunga gonna presentava alcuni decori ricamati in avorio, richiamando la sinuosa forma morbida di piume lunghe e lavorate. Loki aveva preso ispirazione dal fiabesco stile del vestito di Ardesia; dal bacino alle cosce di Frida scesero delle numerose piume d'oro cucite alla gonna stretta, circondandole la vita e i fianchi come fossero parte della sua pelle. Il corpetto completamente trasparente mostrava l'addome piatto della donna, che negli anni si era disegnata diversi ornamenti d'inchiostro sulle costole e sotto i seni. Le stecche del corsetto sorreggevano e stringevano il seno prorompete e alto, facendogli riacquistare maggiore tonicità.

Frida guardò la magia vestirla d'oro e piume con un certo malcontento difficile da nascondere. Allargò piano le braccia che vennero riscaldate da una pesante giacca aperta, legata al petto come una mantella. La particolarità sublime di quell'indumento erano le piume bianche -autentiche- utilizzate per conferire a Frida delle vere e proprie ali. Si muovevano con grazia e naturalezza rispetto al vecchio mantello sintetico di piume trovato a Sakaar.

Atali e Ardesia - Le rune di Loki ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora