6 - "Dovrei imparare a stare zitto"

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Jeongin's pov

Sono sulla strada del ritorno.
È stato bello passare un'oretta insieme a Jisung.
Anzi, lo è sempre!
Peccato che mia madre mi ha telefonato solo alle 17 dicendomi di tornare a casa. Aveva un tono strano, cosa sarà successo?

Sospiro quando arrivo davanti alla porta. Entro in casa e vedo i miei genitori seduti sul divano che guardano la tv.

-Sono a casa- dico.
Mio padre alza lo sguardo e mi fa un cenno con la testa mentre mia madre sembra non vedermi.
Vado in camera mia, posso tutte le cose e scendo di nuovo, andando davanti alla TV non permettendo ai miei genitori di continuare a vedere il film che sta andando in onda.

-Spostati- mi dice mia madre.
Sembra arrabbiata per qualcosa, ma cosa? Mi sposto come mi ha detto di fare e mi siedo a fianco a mio padre sul divano.

-Cosa volevate dirmi? Perché sono dovuto tornare così presto?-

Nessuno mi risponde così prendo il telecomando e spengo la TV.
Mia madre si alza e mi fa segno di seguirla in cucina.
Una volta arrivati si siede sulla sedia ed io faccio lo stesso, poi lei prende il suo telefono e dopo qualche secondo allunga il braccio verso di me.
Posso vedere una foto di me Jisung che ci abbracciamo, scorro e ne vedo un'altra dove siamo sulla solita panchina a parlare e sorridere.
Scuoto la testa confuso e guardo la donna davanti a me.

-Hai fatto delle foto a me e Jisung? Perché? E poi come facevi a sapere dove eravamo?-
Chiedo mentre mi torturo le mani.
Mia madre spegne il telefono, mi guarda dritto negli occhi e poi pronuncia parole troppo familiari per i miei gusti.

-Non è normale-

-Esattamente cosa non sarebbe normale?  Uscire con un amico? No perché non riesco proprio a capire quando te ne esci con frasi del genere-
Sbotto io.
Basta, non ce la faccio più.
Sento uno spostamento dietro di me e vedo mio padre che si appoggia al muro della cucina.

-Jeongin devi capire che sei il mio unico figlio-
Sbuffo nel momento in cui capisco a cosa allude mia madre.

-Hai paura che mi piacciano i ragazzi? Che io sia gay?-
Okay lo ammetto, la sto leggermente provocando, ma è estenuante sentire sempre le stesse cose.

-Non dirlo, non dirlo! A te non piacciono i ragazzi-

-E se invece mi piacessero? Cosa ci sarebbe di male?-
Domando.
Sento un colpo di tosse dietro di me e mi giro verso mio padre che, però, evita il mio sguardo.

-È solo una fase- risponde mia madre.

-Per te è sempre e solo una fase. E se non lo fosse?-

-Mio figlio non è gay!- esclama la donna davanti a me.

-E se lo fossi? Non sarei tuo figlio?- le domando.

-Esatto-

-Mi caccereste da casa?-

-Si-
Mi sorprendo a sentire la voce di mio padre.
Lo guardo con occhi spalancati.
Io ero sicuro che lui sarebbe stato dalla mia parte, ero convinto che...

-E allora se non mi accettate me ne vado. Non ho bisogno di stare con delle persone che non mi vogliono per come sono-
Cazzo Jeongin, sei uno stupido. Stupido.

-E dimmi, dove andrai?- chiede mia madre.
Esatto, dove andrò?

-Lontano da qui-
Rispondo mentre mi alzo dalla sedia e mi dirigo verso la mia stanza per prepararmi uno zaino.

-Non ti pagheremo la retta scolastica se te ne vai-
Sospiro pesantemente e guardo i miei genitori.

-Fate quello che volete, non m'importa-
Dovrei proprio imparare a stare zitto.
Preparo lo zaino e mi dirigo verso la porta di casa. Abbasso la maniglia e faccio per aprirla.

-Se adesso te ne vai non sarai più nostro figlio-
Mio padre cerca di avvicinarsi ma io mi allontano.

-Mi spiace ma non lo sono più già da...- guardo l'orologio sulla parete.

-...da un quarto d'ora-
E detto questo me ne vado.
Nel momento in cui sono fuori sospiro.
E adesso cosa faccio?

Spazio autrice

Oh, genitori omofobi mhhh.
Ho amato e odiato scrivere questo capitolo...

Please, hug me - ChanjeongDove le storie prendono vita. Scoprilo ora