Jeongin's pov
Sospiro e mi alzo dalla panchina sulla quale sono seduto da minuti. Cosa ci faccio qui a deprimermi? Lo sapevo che Jisung mi avrebbe rifiutato, ma perchè ci sto così male?
Ah, spero che questi sentimenti di sconforto se ne vadano presto. Inizio ad incamminarmi verso casa, con passo lento. È quasi l'ora di cena e, sinceramente, non ho fame in questo momento ma sono sicuro che mia madre mi costringerebbe a mangiare tutto.
Ad un tratto mi vibra il telefono e guardo chi è:
"Madre"
Ah, ovviamente parli del diavolo e spuntano le corna! Ignoro la chiamata e rimetto il cellulare in tasca, non ho voglia di ascoltare le sue lamentele. Se avessi risposto avrebbe sicuramente iniziato a dire cose come:
"Dove sei? È tardi, sei un bambino"
oppure
"Non ti azzardare mai più a fare così tardi o la prossima volta non ti faccio uscire!"
Insomma, non ho più dieci anni, sono più che sicuro di poter badare a me stesso.
Alzo gli occhi al cielo quando mi ritrovo ad ignorare la seconda chiamata che, questa volta, è da parte di mio padre.
Continuo a camminare lentamente e più mi avvicino a casa più il cielo si fa scuro, costringendomi a stare sotto la luce dei lampioni per vedere dove vado.
La strada, adesso, fa mette un po' di timore. Sono da solo e c'è un silenzio inquietante.
"Dai Jeongin, non avevi detto di poter badare a te stesso?"
Aish, che stupido che sono.
-Fuck you, don't touch me!-
Sento qualcuno urlare parole in una lingua strana.
Cerco di capire chi sia a fare tutto questo rumore ma in questo momento non vedo quasi nulla, è troppo buio. Lascio perdere e vado avanti, magari è stata solo la mia immaginazione-OH SHIT, WHAT THE HELLLLLL-
Okay, sono sicuro di non essere un pazzo.
È ovvio che c'è qualcuno, e la voce si è fatta più vicina.
Mi fermo e giro la testa da una parte all'altra per poi fermare gli occhi su quella che mi sembra un'ombra.
È davanti a me, siamo a circa 15 metri di distanza ma questa si accorcia sempre di più a causa dello sconosciuto che si sta avvicinando a me.
Mi faccio rigido e chiudo gli occhi."Non mi uccidere, non mi uccidere, non mi ucc-"
Non faccio in tempo a finire il mio confortante pensiero che sento un peso su tutto il corpo che mi porta verso il basso, facendomi cadere.
"Ma sono morto?"
Apro leggermente gli occhi e davanti a me vedo dei capelli scuri. Quella che prima era solo un'ombra si è rivelata essere un ragazzo che sta...dormendo?
-Please...- lo sento sussurrare.
Sento un forte odore di alcol nel momento in cui lo fa.
Cerco di spostare il suo corpo dal mio e fortunatamente ci riesco.
Guardo il ragazzo dormire sulla strada e poi controllo l'ora.
MA CAZZO CI FA QUESTO UBRIACO ALLE OTTO DI SERA?
Scuoto la testa e sospiro."Lo lascio qui?"
"Sarei una persona orribile"
"Lo porto a casa?"
Mia madre non mi farebbe neanche entrare ma...come posso lasciare un povero ragazzo ubriaco qui, a dormire sulla strada? Okay, ho preso la mia decisione. Prendo il ragazzo sulle spalle con tanta, TANTISSIMA, fatica e continuo a camminare.
Mancano solo due curve e siamo arrivati.-Please don't hurt him...please-
Oh, ma sto tipo è inglese? Ha l'accento strano, non è americano.
Australiano? Forse ma sta di fatto che non so come cavolo farò a comunicare con lui nell'eventualità che non sappia il coreano."Prima scopri se ci arrivi fino a domani"
Fisso la mia casa con timore.
Bene, adesso escogitiamo un piano.
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Please, hug me - Chanjeong
FanficA Jeongin piace Jisung che, però, ha già qualcun altro nel suo cuore. Una sera Jeongin, mentre sta tornando a casa, incontra Chan: un ragazzo ubriaco ed alquanto strano. Dal testo: "Sei sicuro di non essere ubriaco?" "E tu sei sicuro di essere sobri...