La doppia faccia di una medaglia

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* SESSHOMARU POV *

Insolito, ecco com'era questo momento.

Insolito il mio comportamento che in una sola notte aveva vacillato più volte a causa di una fragile umana.
Rin.
Questo, più di ogni altra cosa, mi sconvolgeva.
Non era possibile; non era mai accaduto prima. Io, il nobile Sesshomaru, che vuole rivedere il volto di un'umana, ancor peggio, facevo promesse a questa ragazzina, che il mio orgoglio imponeva di mantenere.
Orgoglio, e qualcos'altro che non sapevo dare un nome.
Non disprezzavo la sua compagnia.
Non disprezzavo osservare quel volto dalla forma regolare, e quei profondi occhi color legno nei quali provavo a leggere ogni piccola scintilla che nasceva dal loro interno.
Ma disprezzavo questo bisogno di vederla.

Ma l'avevo precisato. Io non sarei stato come lui, come Inuyasha.

Capace di vivere tra quelli come loro e come me, senza troppi complimenti.
Capace di proteggerli sempre, senza che ci fosse un vincolo o una promessa alle spalle.
Eppure doveva esserci un perché.
Che fosse un demone, o un uomo, non ho mai avuto il minimo interesse nel dovermi confrontare con nessuno.
Vivevo più che bene da solo, con non più del mio servitore Jaken al seguito, e qualche altro servo sparso nel regno che mi compiaceva all'occorrenza.
Attorno a me, solo storie di grande potenza e potere mi avvolgeva; nessuno si sarebbe avvicinato mai a me.
Sarah, la principessa, ci aveva provato anche se in quel caso non desideravo nemmeno parlarle, ero infastidito.
Ed era morta, e non mi provocava alcun dolore.
Provai ad immaginare Rin, al suo posto; mi ci volle solo un secondo per vedermi già pronto a difenderla, ad ogni costo.
L'avrei fatto senza indugiare, senza vacillare.
Avrei preso i suoi aguzzini e li avrei smembrati, pezzo dopo pezzo se fosse stato necessario.

Insolito, no, era completamente assurdo.

Quegli occhi color del legno, era colpa di quegli occhi se tutto era iniziato. E quell'espressione di ilarità rivolta a me, anziché del solito volto timoroso e spaventato da un solo mio sguardo.

Stavo per caso perdendo il mio...tocco?
Non era possibile.

Dovevo sapere cosa mi spingesse verso di lei, ma non avrei dovuto desiderarlo sapere.
Digrignai i denti e corsi subito nel pozzo mangia ossa per tornare nel mio regno.
Pioveva quando arrivai e un vento forte si pronunciava e correva svelto tra gli alberi. Lasciai che quella pioggia mi colpisse, mi attraversasse, sopratutto che mi bagnasse il volto.
Chiusi gli occhi e iniziai ad odorare quello che mi circondava.
Fogliame bagnato, stagnato, umido, entravano nelle mie narici sperando che mi allontanassero cosi l'odore di Rin e tutta quella pioggia portasse via dalla mia mente il suo volto.
Invece si intensificò.
Era come se fosse li, in quel momento, e non altrove nella sua dimora.

Digrignai i denti, ero furioso.
E poi per un attimo lo vidi. E con lui vidi me stesso e il mio turbamento.

Mi vedevo come mio padre.

Lui, come me, potente e forte come nessuno dei nostri simili al mondo, aveva provato un sentimento per uno, uno solo degli esseri umani; la madre di Inuyasha.
Ed era morto per amor suo, e di quel figlio che stava venendo al mondo e che io avevo disprezzato fino a quando non ho messo da parte ogni risentimento. Non lo amavo, di certo, non mi riferivo a lui come un fratello ma non lo odiavo più. Non mi avrebbe mai battuto, non ci sarebbero stati confronti tra noi.
Tanto bastava.
Ero furioso, furioso per aver ereditato un altro tratto che non ritenevo utile; non bastava la compassione, che mi aveva fatto spesso agire contro ogni previsione, ora provavo anche piacere nel conversare con un'umana.

Non un'umana qualsiasi.
Solamente con Rin.

Aprii gli occhi, ma non mi misi in volo; mi fermai sotto l'albero secolare vicino al pozzo, come quello che c'era dall'altra parte. Ad un tratto, vidi che anche Inuyasha emergeva dal pozzo; avevo percepito il suo odore.
E dal volto che mi fece una volta riemerso, capii che desiderava parlarmi.
Le irritazioni non sarebbero terminare per oggi, non ancora.
Uscii da sotto quei rami e lo raggiunsi sotto la pioggia.

Un amore che trascende il tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora