Il cuore di Rin

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* RIN POV *

Ero come un tempo variabile.
Mentre sorridevo, i miei occhi lacrimavano.
Non sapevo più quale emozione stavo provando. Sesshomaru-sama era riuscito in una sola conversazione a farmi provare cosi tanti sentimenti contrastanti che mi sentivo rotta.

Questo perchè avevo realizzato qualcosa che non potevo nemmeno permettermi di provare: Tenevo a lui.

Più di quanto avrei dovuto, più di quanto mi sarei aspettata succedesse.

Abbassai il volto, mi vergognavo nel farmi vedere cosi. Avevamo appena avuto una conversazione fatta di momenti altalenanti; se per un verso voleva tenermi lontana, disprezzarmi per la mia stessa natura umana, per l'altro, invece, sembrava volesse restare e non provare alcun risentimento per questo. Dov'era la verità? Quanto avevo realmente compreso e quanto invece c'era da sapere?

E come ogni cosa inaspettata che mi capitava, sentii le sue lunghe, bianchissime e affusolate dita alzarmi appena il volto.

Un tocco delicato come il vento, freddo, ma piacevole; eravamo nuovamente occhi negli occhi. Raccolse con un solo dito una mia lacrima, che intatta per una frazioni di secondi tremò al suo tocco per poi sciogliersi, come se fosse neve al sole. Osservai come guardò questo semplicissimo evento e come poi tornò a fissare me, con quell'oro negli occhi che scivolò più volte; malgrado la sua postura e volto non tradisse alcuna particolare emozione, quegli occhi erano il centro di tutto un dialogo silenzioso che provavo ogni volta a decifrare. Fu lui a parlare per primo questa volta.

S: " Sorridi e...piangi? Non credevo che le mie parole avrebbero esortito un tale effetto."

R: " Mi scusi. E' solo che sono felice e allo stesso tempo ancora incredula che riuscirò a godere della sua compagnia. La ringrazio molto."

S: " Non ringraziarmi più, Rin. Se non volessi farlo, non l'avrei fatto. Ma non dimenticare che non saprò mai essere tuo amico. Io non sono come Inuyasha, non dimenticarlo mai."

Lo sapevo, lui non era in grado di provare le stesse emozioni di suo fratello.
Eppure sapevo, sapevo che in fondo al suo cuore c'era la possibilità di provare un sentimento, qualunque esso sia e non solo disprezzo. Mi aveva salvato la vita quando avrebbe potuto non farlo, mi aveva seguita, parlato con me, ritornato per mantenere la sua promessa...qualcosa doveva pur contare no? Il suo tono di voce, talvolta severo e talvolta cosi incline a prendermi in giro, non era ostile. Non mi odiava, lo avevo capito, e a modo suo aveva cercato di spiegarmelo. Tra noi c'era un ponte, lungo e difficile da percorrere ma non era impossibile. Il mio giovane cuore di donna, non era egosita e non bramava nulla che potesse scontentarlo. Tenevo a lui e fin tanto che sarei riuscita a vederlo, fintanto che mi avrebbe parlato, sarebbe andato bene cosi. Non mi sarei permessa di provare altro, avrei cercato di trattenere il mio cuore, da questo momento, per far si che non andasse via da me.

R: " Lo farò, Sesshomaru-sama."

S: " Devi rientrare Rin, la notte inizia a farsi più intensa e aumenta il freddo."

R: " Si, forse è meglio rientrare."

S: " Alzati e vienimi vicino, non vuoi provare a scendere da sola, vero?"

R: " No, ho imparato la lezione. Se posso chiederle, mi riaccompagna in stanza, per favore?"

Non mi rispose, fece per avvicinarsi mentre io cercavo di alzarmi in piedi senza scivolare sulle tegole e passò un suo braccio intorno al mio fianco, alzandomi come se pesassi non più di una foglia, mentre non mi guardava negli occhi. Involontariamente, le mie mani cercarono le sue spalle e con un tocco appena le posai per sostenermi in questa discesa. Non si disturbò e fui grata di poterlo toccare anche se solo per pochi secondi.
Si appoggiò prima sul ramo e poi, anzichè scendere giù, come la prima volta, saltò nella mia stanza.
Divenni rossa di imbarazzo.
Era la prima volta che un uomo entrava nella mia camera, anche se lui non era affatto umano. Ringraziai il mio essere ordinata, e dopo poco mi colse la delusione quando pensai che tanto non avrebbe notato nulla, non ero per lui cosi importante.
Quando lasciò la sua presa, immaginai che si sarebbe voltato e andato via subito, invece rimase in piedi, senza scrutare nulla intorno; i suoi occhi penetranti, mi fissavano tranquilli, e la sua voce soave, profonda ma chiara, disse cosi :

S: " Abbi cura di te, sempre, Rin."

R: " Certo. Grazie Sesshomaru-sama. Buonanotte. "

Allungò la sua mano ai lati della mia testa e quando l'aprì aveva il mio nastrino che usavo per annodare quel ciuffo di capelli come codino ai lati.
Lo presi, un pò in imbarazzo, immaginando che aspetto sconvolto e disordinato potessi avere e lui si voltò, sparendo velocemente nel buio.

Mi affacciai alla finestra, stava iniziando a far molto freddo quella notte; il cielo blu intenso aveva poche stelle ad illuminarlo ma non erano quelle che miravo; cercavo la luna. E in quel bianco come la pelle di Sesshomaru-sama, vidi il suo volto.
Non chiusi la finestra, volevo vederla ancora, anche dal letto, malgrado il freddo.

Quella notte lo avrei sognato ancora.

Un amore che trascende il tempoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora