63. Stasera rimango da Logan

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Addison's pov

"Buongiorno eh." Esclama sarcastico Jaden appena entro in cucina.
Non mi prendo nemmeno la briga di rispondergli, da ieri sera mi pare di sentire ancora gli uccellini cantare, ho il cuore leggero e il sorriso sulle labbra.
Avevo letto su tantissimi libri di ragazze che perdevano la verginità e nessuno lo descriveva abbastanza bene.
Logan era stato dolcissimo in ogni momento e, se possibile, mi sentivo ancora più innamorata di ogni parte di lui.

"Addison che ti prende?" Sbotta di nuovo Jaden, beccandosi una mia occhiata infastidita.
C'è davvero bisogno che mi rovini la giornata?
Provo del risentimento irrazionale verso di lui e non voglio affrontarlo proprio oggi.
"Niente, perché?" Rispondo alzando il tono di un'ottava.
Mentire non è proprio il mio forte.
"Da quando non mi parli più?" Chiede arricciando le labbra alla fine della frase.
"Certo che ti parlo, sono solo stanca. Stanotte ho dormito poco." Replico sbrigativa.
Mi volto dall'altra parte e mi metto sulle punte per riuscire ad arrivare al barattolo di nutella, sullo scaffale più in alto.
"Lascia stare faccio io." Borbotta Jaden avvicinandosi e spingendomi più a destra.
"Prego." Mi dice porgendomela.
"Non mi hai fatto un favore, sei tu che metti sempre il barattolo così in alto nonostante io non ci arrivi." Gli ricordo stizzita.

Come non detto, penso che l'emozione provata stanotte mi abbia così stancata che adesso non sono più in grado di coprire i miei sentimenti.
"Ora ti siedi e mi spieghi." Asserisce.
"Non c'è nulla da spiegare." Replico fredda facendogli fare un passo indietro.
Addio uccellini che cantano.
"Si che c'è. Spiegami perché non mi hai dato il buongiorno come al solito e perché te la prendi per una stupida confezione di nutella." Si riprende dopo qualche minuto.
"Non è solo una volta Jaden, è da quando ci siamo trasferiti che sono obbligata a usare una sedia per arrivare al mobile del mio cibo preferito, e, se per una volta sei tu a salutarmi per primo, non penso accada un disastro." Sbotto.
Stiamo per litigare a causa di un buongiorno non detto e di un barattolo di nutella?
Si.
C'è qualcosa sotto?
Assolutamente si.

"Da quando ti comporti così? Quando ti ho presentato Kevin e Logan non era questo che volevo accadesse." Sospira riappoggiandosi alla credenza.
"Mi comporto come al solito Jaden e non capisco cosa c'entrino i tuoi amici in tutto questo." Replico stringendo i pugni.
"Solito, eh? È tuo solito quindi dormire fuori e intrufolarti a casa all'alba?"
Ditemi che sta scherzando per favore, non può fare sul serio.

"Tu fai così da quando hai quattordici anni Jaden." Lo accuso non riuscendo a contenere il mio tono di voce.
Prego che i miei genitori siano fuori casa, io e Jaden abbiamo sempre provato a dimostrarci uniti davanti a loro, come in una partita a ping-pong di cui le squadre sono genitori contro figli.
"Esattamente, io sono così, tu no. Tu non devi fare come me Addison, tu sei meglio." L'emozione nella sua voce è palpabile e resisto all'impulso di abbracciarlo.

"Non puoi decidere cosa io debba o non debba fare Jaden, e, contrariamente a quello che pensi, ho la mia vita perfettamente sotto controllo."
"Così sotto controllo che ti sei fatta prendere la verginità da quel coglione che non esiterà a lasciarti alla prima occasione." Sbotta facendomi indietreggiare.
Mi fido tantissimo di Logan ma le parole di Jaden mi riportano a galla i dubbi su di lui, proprio per questo fanno così male.

"Perché fai così? Perché devi rovinare tutto ciò che ho?" Esclamo, non trattenendo più le lacrime.
Inizialmente sembra anche lui pervaso dalla voglia di abbracciarmi, tanto che fa qualche passo avanti, ma poi un pensiero lo fa bloccare all'improvviso.
"Anche tu lo pensi vero?" Chiede con una freddezza che gli ho visto rivolgere solo ai nostri genitori.
"Cosa?" Replico spaesata mentre provo ad asciugarmi le guance bagnate.
"Hai detto che rovino tutto quello che hai, anche tu sei convinta che l'incidente sia colpa mia, vero? Come i nostri genitori, come me stesso, come tutti." Adesso è lui a stare per piangere. Sono raggelata dalle sue parole e rifletto sul significato di quelle dette da me in precedenza.
Prende il mio silenzio come un si e mi volta le spalle.

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